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== Storia moderna 1492-1815 ==
Dopo la proibizione imposta dal [[Periodo Edo|regime Tokugawa]] alla lettura di testi stranieri, nel [[1720]] i manuali tecnici occidentali furono nuovamente permessi con l'intento di colmare il divario tecnologico che separava il [[Giappone]] dalle avanzate ed aggressive potenze [[Storia_d'Europa#Rinascimento e Riforma protestante|europee]]. Di pari passo si diffuse lo studio delle lingue.
Mentre le scuole feudali formavano tramite un rigoroso [[confucianesimo]] le nutrite fila dei [[samurai]], [[Ishida Baigan]] elaborava lo ''shingaku'' (scienza del cuore), molto simile all'[[L'etica protestante e lo spirito del capitalismo|etica protestante]] cui [[Max Weber]] ricondusse lo sviluppo del [[capitalismo]] in Europa, che avrebbe contribuito alla modernizzazione del paese.
== Storia contemporanea 1815-oggi ==▼
Nella metà del XIX secolo in Giappone, prima dell'[[era Meiji]], era alfabetizzata quasi la metà della popolazione maschile ed un decimo di quella femminile, mentre l'istruzione elementare si era diffusa nelle campagne grazie ai templi.<ref name="Bouissou1997">Jean-Marie Bouissou (1997), ''Storia del Giappone contemporaneo'', pp. 26-27; 34; 48; 58; 68-70; 361-362;</ref> A fine secolo il Giappone investiva circa un terzo delle sue uscite in un sistema scolastico ben organizzato che annoverava anche scuole tecniche e professionali.<ref name="Bouissou1997" />
Nella seconda metà del 1870 fu annunciata la creazione di un sistema obbligatorio di scuole primarie mentre nel settembre 1871 fu istituito il dipartimento dell'Istruzione (Mombusho).<ref name=":0">{{Cita libro|autore=W. G, Beasley|titolo=Storia del Giappone moderno|pp=
▲Nella seconda metà del 1870 fu annunciata la creazione di un sistema obbligatorio di scuole primarie mentre nel settembre 1871 fu istituito il dipartimento dell'Istruzione (Mombusho).<ref>{{Cita libro|autore=W. G, Beasley|titolo=Storia del Giappone moderno|pp=143}}</ref>
Nel [[1937]] il governo [[Fumimaro Konoe|Konoe]] pubblica il libro di testo {{nihongo|''Principi fondamentali del sistema nazionale''|國體の本義|''[[Kokutai no hongi]]''}}. L'affermazione della natura divina dell'imperatore ripresa dalla mitologia del ''[[Kojiki]]'' si accompagna ad un rigido confucianesimo tradizionale frammisto ad un'ideologia [[xenofobia|xenofoba]] di superiorità razziale (''tan'itsu minzoku'', razza pura e incontaminata) ed [[anticapitalismo|anticapitalista]] (esaltazione delle virtù contadine) cara al regime militare [[populismo|populista]] al potere.<ref name="Bouissou1997" /><ref name="CaroliGatti2004">Rosa Caroli - Francesco Gatti (2004), ''Storia del Giappone''.</ref>▼
▲== Storia contemporanea ==
▲Nel [[1937]] il governo [[Fumimaro Konoe|Konoe]] pubblica il libro di testo {{nihongo|''Principi fondamentali del sistema nazionale''|國體の本義|''[[Kokutai no hongi]]''}}. L'affermazione della natura divina dell'imperatore ripresa dalla mitologia del ''[[Kojiki]]'' si accompagna ad un rigido confucianesimo tradizionale frammisto ad un'ideologia [[xenofobia|xenofoba]] di superiorità razziale (''tan'itsu minzoku'', razza pura e incontaminata) ed [[anticapitalismo|anticapitalista]] (esaltazione delle virtù contadine) cara al regime militare [[populismo|populista]] al potere.<ref name=Bouissou1997 /><ref name=CaroliGatti2004>Rosa Caroli - Francesco Gatti (2004), ''Storia del Giappone''.</ref>
Dopo la capitolazione, funzionari della ''polizia del pensiero'' si riciclano nel Ministero dell'Educazione mantenendo intatto il proprio ultraconservatorismo.<ref name=Bouissou1997 /> Il [[Supremo Comando delle Potenze Alleate]] (SCAP) in Giappone porta da cinque a nove anni gli anni di istruzione obbligatoria, censura i libri di testo e riforma i corsi in modo da estirpare le basi dell'indottrinamento del regime deposto.
Lo SCAP democratizza e decentra il sistema scolastico: ai sei anni di elementari si affianca la scuola media mista (maschi e femmine) e, dopo l'obbligo, un triennio di scuole superiori. Ogni [[prefetture del Giappone|prefettura]] dovrà avere un'università pubblica e sono permesse (1948) scuole biennali di specializzazione.<ref name=":0" /> Per svuotare il ministero dei propri poteri si istituiscono su base provinciale e comunale consigli elettivi con potere decisionale su libri di testo, assunzioni e cariche nelle scuole. Esplode il numero di università pubbliche e private: dalle 70 del periodo prebellico si passa a più di 200 istituti di qualità assai diversificata.<ref name=":0" /> Si parte dai prestigiosi atenei di Tokyo ([[Tōdai]]) e Kyoto, fucine della classe dirigente, fino ad arrivare a istituti scadenti, spesso licei privati trasformati frettolosamente in università dopo la riforma.
Se i professori accolgono come cambiamento liberatorio le riforme, il Ministero dell'Educazione costituisce il polo conservatore del sistema di insegnamento, volto al ritorno dei valori tradizionali. Il conservatorismo del ministero è bilanciato dal {{nihongo|Sindacato dei Professori Giapponesi|日本教職員組合|Nihon Kyōshokuin Kumiai|Nikkyōso}} (1947) di area [[socialismo|socialista]]. Dopo anni di repressione, l'[[marxismo|ideologia marxista]] si diffonde nelle università, tanto che quando nel [[1948]] lo SCAP consiglierà la rimozione dei professori non graditi gli studenti risponderanno costituendo la {{nihongo|Federazione delle associazioni autogestite degli studenti del Giappone|全日本学生自治会総連合|Zen-nihon gakusei jichikai sō rengō}} o {{nihongo|[[Zengakuren]]|全学連}} che guiderà la [[Il Sessantotto|contestazione studentesca]] nel paese.<ref name=Bouissou1997 /><ref name=Beasley1963>W.G. Beasley (1963), ''Storia del Giappone moderno'', pp. 350-352;</ref><!--Nello stesso periodo in [[Storia_della_scuola_italiana#Ottocento|Italia]] ...
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