Oculus fidei: differenze tra le versioni
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Il prologo è suddiviso in ben 21 capitoli nei quali vengono esposte diverse [[Argomentazione|argomentazioni]] volte a screditare le credenze dei tre popoli definiti “infedeli” dall’autore; il popolo [[Mongoli|mongolo]] (“tartaro”, nel testo) risulta essere quello trattato meno approfonditamente all’interno del prologo mentre gran parte del testo si concentra in un attacco molto serrato alla dottrina [[Ebraismo|ebraica]]. L’autore dimostra al contrario un’insolita [[tolleranza]] nei confronti della [[Islam|religione musulmana]], alla quale dedica persino un intero capitolo (il ventunesimo) in cui elenca tutti i passi di vicinanza tra la [[Bibbia]] e il [[Corano]]<ref name=":2" />.
L’unico capitolo giunto sino a noi dell’''Oculus fidei'' tratta proprio dei popoli mongoli, attraverso però la citazione sistematica di altre fonti che si presentano nell’ordine: il ''[[Flor des Estoires d'Orient]]'' di [[Aitone da Corico|Hayton]]<ref>Nella sua versione latina intitolata ''Flos historiarum terrae orientis.''</ref>, il ''[[Il Milione|Milione]]'' di [[Marco Polo]]<ref>Nella sua versione latina redatta da Francesco Pipino e intitolata ''Liber Marci Pauli de Veneciis de consuetudinibus et condicionibus orientalium regionum''</ref>, la ''[[Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum]]'' di [[Odorico da Pordenone|Oderico da Pordenone]] e l'''[[Historia Mongalorum]]'' di [[Giovanni da Pian del Carpine|Giovanni di Pian del Carpine]] (e lo ''[[Speculum maius|Speculum Historiale]]'' di [[Vincenzo di Beauvais]])<ref>L’autore utilizza dichiaratamente tanto l’opera di [[Historia Mongalorum|Giovanni di Pian del Carpine]] quanto quella di [[Speculum maius|Vincenzo di Beauvais]], preferendo tuttavia la prima.</ref><ref name=":2" />.
La struttura dell’opera si presenta quindi in questo modo:
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* Prologo in 21 capitoli.
* Inizio del primo capitolo dell’''Oculus fidei.''
* Breve introduzione geografica sull’ecumene e l’[[Estremo Oriente]].<ref>Enrico di Dissen dimostra una buona conoscenza geografica, sicuramente conosceva l’opera di [[Claudio Tolomeo|Tolomeo]] ma, verosimilmente, aveva a disposizione almeno una carta geografica.</ref>
* Inserto tratto dal [[Flor des Estoires d'Orient|''Flor des Estoires d'Orient'']].
* Inserto dal ''[[Il Milione|Milione]].''
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* Conclusioni di tipo [[morale]] e religioso sulla [[religione]] dei [[Mongoli]]
Oltre alle fonti apertamente dichiarate, è stato dimostrato attraverso comparazioni testuali che Enrico di Dissen abbia utilizzato anche gli scritti di altri autori, in particolare [[I viaggi di Mandeville|John Mandeville]] e [[Niccolò Da Conti|Niccolò de’ Conti]].<ref>Inoltre, all’interno del prologo, dimostra di conoscere anche [[Riccoldo da Monte di Croce|Riccoldo da Montecroce]] e [[Paolo di Santa María|Paolo di Santa Maria]].</ref>
== L'''intentio operis'' ==
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* Gadrat-Ouerfelli C., ''Terrarvm orbis. Histoire des représentations de l’espace: textes, images,'' vol. 12 ''Lire Marco Polo au Moyen Age. Traduction, diffusion et réception du Devisement du monde'', Brepolis, Turnhout, 2015.
* Gadrat-Ouerfelli C., ''Les conceptions d’un géographe du XVe siècle'' in ''Itineraria'' 5, Edizioni del Galluzzo, Firenze, 2006.
* Gadrat-Ouerfelli C., ''La description des religions orientales par les voyageurs occidentaux et son impact sur les débats théologiques'' in ''Ritus infidelium: miradas interconfesionales sobre las prácticas religiosas en la edad media. - (Collection de la Casa de Velázquez 1132-7340 v. 138),'' Casa de Velàzquez, Madrid, 2013
== Note ==
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