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|''Pastore abruzzese''
|Reclama invano le sue pecore, che ha smarrito dopo averle incautamente messe a disposizione per ilun presepe vivente organizzatoallestito dalla Rai. Va ripetendo: «Li pècuri! Li pècuri!».
|Giorgio Bracardi
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|''Prof. Ànemo Carlone''
|Luminare che vanta altissime referenze accademiche e professionali di improbabile origine. Si produce in dissertazioni medico-scientifiche utilizzando una terminologia contorta e quasi incomprensibile, che egli spaccia per "linguaggio tecnico".
|Mario Marenco
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|''Signorina dei Grandi Magazzini''
|Addetta agli annunci all'altoparlante: «siSi ricorda alla gentile clientela che è vietato palpare le commesse».
|Mario Marenco
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|''Colonnello Otto Muller''
|Ex ufficiale nazista dotato di grande memoria storica. Rievoca nei minimi dettagli oscuri episodi dell'estate 1942 nel deserto della Cirenaica, citando le effimere imprese belliche dei propri commilitoni e degli ufficiali alleati italiani, tra cui il ''Capitano Spadavecchia'', il ''Tenente Pizzirillen'', oltre a ''Friso'', ''Tremone'' ede altri valorosi soldati. Convinto dell'imminente rivalsa dell'esercito tedesco, rimpiange particolarmente la reiterata perdita della supremazia sulla città di Tobruk[[Tobruch]], più volte conquistata dalle truppe italo-tedesche, ma poi puntualmente restituita all'irriducibile nemico britannico.
|Mario Marenco
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|''Jean-Jacques le Baron de la Fiche de la Bagarre''
|Raffinato stilista francese, illustra le ultime novità parigine per l'uomo ''à la page'', proponendo banali capi di abbigliamento ed accessori di uso comune, dal costo però estremamente elevato, in quanto caratterizzati dalla prestigiosa griffe ''Victoir Venafràn''. Alla perplessità dei conduttori, Jean-Jacques risponde che a Parigi, se non possiedi o see non sfoggi simili articoli alla moda, la gente cheper strada «ti incontrasputa ''ti sputa en fache''».
|Mario Marenco
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