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La disputa sulla politica imperiale medievale occupò così tanto spazio perché doveva servire a determinare quale tipo di politica doveva essere perseguita nel desiderato primo stato nazionale tedesco e quale doveva essere il contenuto dell'identità nazionale. [[Wilhelm von Giesebrecht|Wilhelm Giesebrecht]], come Sybel uno studente di [[Leopold von Ranke|Ranke]], fece propria subito la dichiarazione pubblica di Sybel. Nella sua ''Geschichte der deutschen Kaiserzeit'' (Storia dell'era imperiale tedesca) (1855-1888) Giesebrecht scrisse: «Inoltre, il periodo imperiale è il periodo in cui il nostro popolo, forte grazie all'unità, fiorì fino al suo più alto sviluppo di potenza, dove non solo disponeva liberamente del proprio destino ma comandava anche gli altri popoli, dove l'uomo tedesco era più rispettato nel mondo e il nome tedesco aveva il significato più pieno»<ref>Wilhelm Giesebrecht: ''Geschichte der deutschen Kaiserzeit.'' Band 1: ''Gründung des Kaisertums.'' Braunschweig 1863 [zuerst 1855], S. VI.</ref>. Sybel aggiunse che nel periodo imperiale a partire da [[Ottone I di Sassonia|Ottone I]], gli interessi "nazionali" erano stati traditi a favore dell'Italia, e che la ''[[Italienpolitik]]'' era costata solo "inutili sacrifici". Sotto il padre di Ottone, [[Enrico I di Sassonia|Enrico I]], era stato diverso: «Le forze della nazione, che con giusto istinto si erano riversate nelle grandi [[Ostsiedlung|colonizzazioni dell'Est]], da allora sono state sperperate in un sempre sfuggente e sempre ingannevole barlume di potere nel sud delle Alpi»<ref>Schneider, 1941, S. 15.</ref>.
 
Nell'opera di Sybel, il pensiero [[Imperialismo|imperialista]] è evidente al di là dell'approccio nazionale, che trovò espressione nel nuovo ''Leitmotiv'' della "''[[Drang nach Osten|]]''Drang nach Osten'']]" (spinta tedesca verso l'Est) e la cui manifestazione più importante fu vista nell'''[[Ostsiedlung]]'' che ebbe origine nel [[Sacro Romano Impero]]. Questo è ciò a cui si riferiva Sybel. Tuttavia, questo movimento non era iniziato con Enrico I, ma era cominciato solo nel XII secolo, senza alcun obiettivo politico, e aveva portato prima attraverso l'Elba, poi attraverso l'Oder, così che la [[Prussia]], la [[Sassonia]] e la [[Slesia]] devono la loro nascita a questo movimento di insediamento in territorio slavo. Quando nel 1891 fu fondata la ''[[Alldeutscher Verband]]'', si disse: «L'antico impulso verso l'Est deve essere ravvivato»<ref>Wippermann, 1981, S. 87.</ref>. [[Friedrich Ratzel]] sostenne questa esigenza [[geopolitica]] nel 1898 con il suo concetto di "''[[Lebensraum]]''" (spazio vitale) proponendo la "''[[Grenzkolonisation]]''" (colonizzazione di frontiera) come alternativa alla colonizzazione transatlantica e per deviare i flussi di emigranti diretti in America verso l'Europa orientale.
 
Dopo la prima guerra mondiale, con la costituzione degli stati nazionali dell'Europa orientale, il problema dei “''[[Volksdeutsche]]''” (tedeschi etnici) che vi abitavano ricevette sempre maggiore attenzione e occupò storici, geografi e folkloristi. Con l'''[[Anschluss]]'' dell'Austria al Reich tedesco e la "incorporazione" dei [[Sudetenland|Sudeti]], [[Adolf Hitler]] fece poi i primi passi espansionistici verso est con ampio consenso, dissolvendo dapprima la sovranità dell'Austria e della Cecoslovacchia prima di spingersi più a est.