Stato minimo: differenze tra le versioni
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Neutralità: rimossi commenti. Lo stato sociale è un elemento presente nel liberalismo. Il minarchismo (libertarianismo di destra), sostenuto da Robert Nozick, promuove un programma sociale minimo giustificato tramite la clausola lockiana. |
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{{S|diritto pubblico}}
Si parla di '''Stato minimo''' per sottolineare la caratteristica propria dello [[Stato liberale]] di porsi come unico obiettivo la tutela dei diritti
Tra gli economisti vi sono pareri contrastanti sulla necessità dell'intervento dello Stato nelle decisioni private. Alcuni sottolineano che esso è necessario per assicurare o correggere l'operare del mercato, altri invece vorrebbero limitare al massimo le funzioni dello Stato poiché prestano più fede al mercato piuttosto che all'autorità di un governo. Tutti comunque concordano su due funzioni minime che uno Stato dovrebbe svolgere e che configurano lo Stato minimale:
1) garantire l'esercizio della proprietà; e 2) assicurare il funzionamento del mercato. Coloro che sostengono lo Stato minimale argomentano questa conclusione con due motivazioni, una classica l'altra moderna. L'argomentazione classica è quella dei più convinti sostenitori delle virtù del mercato, il cui funzionamento appare loro scevro da inefficienza o da importanti imperfezioni. Sono motivazioni per sostenere l'inutilità delle correzioni. L'argomentazione moderna ammette che il mercato produce imperfezioni che comportano costi sociali, ma si sostiene che anche l'autorità stessa dello Stato non è scevra da imperfezioni. Una motivazione che sostiene quindi l'inefficienza delle correzioni. Inutilità o inefficienza dell'autorità comportano entrambe che lo Stato minimale si limiti ai compiti minimi: attribuzione dei diritti, amministrazione della giustizia ed esercizio della difesa.
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