Nel [[1138]] Tocco aveva mura e torri abbastanza possenti da resistere per otto giorni prima di cedere ad un assedio effettuato da [[Ruggero II di Sicilia]].<ref>{{cita|Marcarelli|pp. 102-103}}.</ref>
Il borgo fu danneggiato pesantemente dadal un[[Terremoto del Sannio del 1293|terremoto neldel [[1293]]<ref>{{cita libro|autore=E. Boschi|etal=si|anno=1995|titolo=Catalogo dei forti terremoti in Italia dal 461 a.C. al 1980|editore=Istituto Nazionale di Geofisica|città=Bologna}} Citato in {{cita web|url=http://www.sanniti.info/terremoti.html|titolo=Analisi archeosismologiche nel santuario di Ercole di Campochiaro (Matese)|autore=Paolo Galli|autore2=Fabrizio Galandini|autore3=Stefania Capini|sito=Sanniti}}</ref>, ma soprattutto dal [[Terremoto dell'Italia centro-meridionale del 1456|terremoto del 1456]] che lo rase al suolo. Pur tornando ad essere abitato, perse definitivamente l'importanza che aveva in precedenza in favore di [[Vitulano]].<ref>{{cita|Marcarelli|pp. 140-144}}.</ref> Pesantissimi furono anche i danni che il paese subì con il [[terremoto del Sannio del 1688|terremoto del 1688]].<ref>{{cita libro|p=88|titolo=Memorie dell'insigne Collegio di S. Spirito|autore=[[Pompeo Sarnelli]]|città=Napoli|anno=1688|url=https://archive.org/details/bub_gb_b9qOb15EdpcC|accesso=5 maggio 2018}}.</ref>
Nella prima metà del [[XIX secolo]] divennero evidenti i problemi di [[dissesto idrogeologico]] di cui soffre il costone tufaceo su cui sorgeva Tocco. Solo a fine secolo furono attuati i primi lavori di consolidamento del ciglio del costone, proseguiti poi negli [[anni 1920|anni Venti]]. Ciò nonostante, il [[terremoto dell'Irpinia del 1930|terremoto del 1930]] apportò danni tali da decretare la costruzione di un nuovo abitato in contrada Friuni.