Sana'a: differenze tra le versioni

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== Cultura ==
Nel [[1970]] [[Pier Paolo Pasolini]] girò a San'a' alcune scene del film ''[[Il Decameron]]''; l'ultimo giorno delle riprese, colpito dalle bellezze della città, iniziò a girare ''[[Le mura di Sana'a]]'', un breve [[documentario]] in forma di appello all'[[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura|UNESCO]] per far sì che venissero protette e conservate le bellezze dell'antica città quali patrimonio storico-culturale dell'intera umanità.<ref>[http://www.pasolini.net/3_saggistica_PPP-TerzoMondo.htm Pasolini e il Terzo Mondo. Percorso cronologico nella vita e nella produzione artistica di Pier Paolo Pasolini] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130218233624/http://www.pasolini.net/3_saggistica_PPP-TerzoMondo.htm |data=18 febbraio 2013 }}. "Le passioni di sinistra" n. 14, settembre 2006.</ref><ref name=Alibech>Centro Studi - Archivio Pier Paolo Pasolini di Bologna. [http://www.pasolini.net/centroBO_INIZdecameron_alibech.htm Il corpo perduto di Alibech] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110928063413/http://www.pasolini.net/centroBO_INIZdecameron_alibech.htm |data=28 settembre 2011 }}</ref><ref>[http://www.repubblica.it/2005/g/sezioni/spettacoli_e_cultura/decamerit/decamerit/decamerit.html Presentato ieri a Bologna un episodio del film mai visto. È tratto dalla decima novella dell'opera di Boccaccio Il Decameron ritrovato scoperto inedito di Pasolini], di Mario Sesti. ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'', 4 luglio 2005</ref>
 
L'appello di [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]] fu accolto e nel [[1986]] la città vecchia di San'a' è stata dichiarata [[patrimonio dell'umanità]]. Nel 1974 vi avrebbe girato anche parte del film ''[[Il fiore delle Mille e una notte]]''. Particolare cultura e tradizione è il [[Natale]] festeggiato il 30 maggio, perché si segue il [[calendario gregoriano]].
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Nel cortile del palazzo vi è una suite privata separata, chiamata Al-Shadrawan, con alti alloggi estivi circondati da finestre in legno, un ampio cortile e tre fontane d'acqua. Il cortile comprende anche molti servizi di lusso, come cucine e bagni turchi. L'edificio principale al primo piano ha un ingresso e molte piccole stanze. Attraverso le scale, che sembrano scavate nella roccia, si accede al secondo piano, dove si trovano molte grotte, che si dice fossero utilizzate per conservare i cadaveri ai tempi del palazzo sabeo, su cui poi è sorta la Dar al-Hajar.
 
La cosa positiva è che la roccia ha un pozzo profondo 180 metri che forniva acqua ai residenti del palazzo (e questo elemento, a opinione di tutti coloro che hanno visitato la Dar, contribuisce ad accrescere l'aura di mistero che circonda questo edificio). Oltre a questo vi è un altro canale, utilizzato per la ventilazione. Il terzo e quarto piano costituivano la casa dell'Imam, delle sue guardie del corpo e delle donne. Le camere degli uomini erano separate da quelle delle donne e per questo motivo furono costruite due serie di scale, ciascuna conducente ad un locale separato. Il quinto piano ha la stessa struttura, ma include anche un magazzino per conservare i cereali. Il sesto piano ha un balcone per i piccioni, usati per la corrispondenza col re. Era riservato al re ed era il luogo dove costui incontrava i suoi ospiti o stava solo, specialmente in estate. Il settimo piano invece era per l'inverno. I diversi piani indicano che nella progettazione degli edifici, le stagioni ede i cambiamenti climatici furono prese in considerazione utilizzando calcoli astrologici e di ingegneria molto precisi, in cui gli architetti yemeniti eccelsero fin dai tempi antichi.
 
La Dar al-Hajar è stata ricostruita attorno agli anni trenta per volere dell'Imam Yahya, come sua residenza estiva.