Ornette Coleman: differenze tra le versioni
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=== ''[[The Shape of Jazz to Come]]'' ===
{{Vedi anche|The Shape of Jazz to Come}}
Durante il 1959 Coleman stava vivendo un periodo di ferventi attività. Il suo ultimo disco uscito per la Contemporary era stato ''[[Tomorrow Is the Question!]]'', che per la prima volta vedeva escluso il suono del pianoforte dalla musica suonata. La mossa seguente di Coleman fu quella di ingaggiare il contrabbassista [[Charlie Haden]] – che si rivelerà nel tempo uno dei suoi più importanti collaboratori – in un gruppo con Haden, Cherry, e Higgins. (Tutti e quattro avevano suonato con Paul Bley l'anno precedente.) Poi, firmò un contratto con la [[Atlantic Records]] e pubblicò il seminale ''[[The Shape of Jazz to Come]]''. L'album, secondo il critico Steve Huey, è "un evento epocale nella genesi del jazz d'avanguardia, un profondo cambiamento di percorso musicale da parte di Coleman, e un guanto di sfida gettato nell'ambiente jazz che alcuni ancora non sono venuti a raccogliere".<ref>{{Cita web| cognome =Huey| nome =Steve| titolo =The Shape of Jazz To Come| url =
Le opinioni comunque, erano le più disparate: [[Miles Davis]] dichiarò che Coleman era solo "uno svitato" (anche se poi ritrattò il suo giudizio in seguito), [[Dizzy Gillespie]] una sera in un locale si piazzò davanti al quartetto con le braccia conserte e disse: ''«Ma state facendo sul serio??»'',<ref>Boccadoro, Carlo. ''Jazz!'', Einaudi, 2005, pag. 121, ISBN 978-88-06-17911-3</ref> e [[Roy Eldridge]] affermò: ''«L'ho ascoltato in tutte le maniere. L'ho ascoltato mentre ero ubriaco e quando ero completamente sobrio. Ho persino suonato con lui. Penso che ci stia solo prendendo in giro tutti».''<ref>{{Cita news | nome=Juan | cognome=Rodriguez | titolo=Ornette Coleman, jazz's free spirit | data=20 giugno 2009 | editore=The Montreal Gazette | pubblicazione =The Montreal Gazette}}</ref>
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