Lapithos: differenze tra le versioni

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Durante il periodo protocristiano (25 a.C. - 250 d.C.) Lapethos visse un grande impulso commerciale per la pletora dei suoi prodotti, ma anche per il suo porto e il suo cantiere navale. Durante questo periodo a Lapethos fu dato il nome di Lambousa, "splendente", forse per la sua ricchezza e bellezza, o per il suo faro che illuminava la regione circostante.<ref name=historycy/>
 
Durante i primi anni del cristianesimo gli apostoli [[Paolo]], [[Barnaba]] e [[Marco (evangelista)|Marco]] passarono da Lapethos venendo da [[Tarso (Turchia)|Tarso]]. Secondo l'apostolo [[Barnaba apostolo|Barnaba]], Lapethos aveva mura degne di una città. Egli riporta infatti che durante il suo secondo viaggio con l'apostolo [[Marco (evangelista)|Marco]], essi rimasero fuori dalle mura perché non avevano accesso alla città. Nella tarda antichità, Lapethos godette di grande prosperità grazie al commercio e conobbe un'importante sviluppo artistico. Il vescovo di Lapithos Theodotos (c. 314-324) morì martire a [[Kyrenia]] mentre il vescovo Didymos fu rappresentato al [[Concilio di Calcedonia]] (451) da Sant'Eulaleus o Eulampius, la cui cappella si trova ancora vicino al Monastero [[Acheropita|Acheiropoietos]] ("non fatto da mano umana").<ref name=historycy/>
 
Lapethos fu pesantemente danneggiata durante le incursioni arabe dell'alto medioevo. La popolazione dovette spesso fuggire e rifugiarsi nell'interno.<ref name=historycy/>