Sándor Márai: differenze tra le versioni
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Márai nacque a [[Košice]], che in tempi passati faceva parte del [[Terre della Corona di Santo Stefano|Regno d'Ungheria]] (a sua volta parte dell'[[Impero austro-ungarico]]) e oggi appartiene alla [[Slovacchia]], da un'antica famiglia [[Zipser|sassone]] della [[nobiltà ungherese|piccola nobiltà ungherese]], in una famiglia di quattro figli di cui era il maggiore. Era figlio del dottor Géza Groschenschmied de Mára (1872-1934), [[notaio]] reale, presidente della Camera degli avvocati di Košice, già senatore del Partito socialista cristiano nazionale ungherese; sua madre era Margit Ratkovszky (1874-1964). Il suo antenato János Kristóf Groschenschmied (1745-1798), alto funzionario del Tesoro, nato nel [[comitato di Máramaros]] in [[Transilvania]], ricevette da [[Leopoldo II d'Asburgo-Lorena|Leopoldo II]] il feudo di Mára (1790)<ref>Iván Nagy, ''Magyarország családai'' [http://books.google.hu/books?id=X_cUAAAAYAAJ&printsec=frontcover&dq=Magyarorsz%C3%A1g+csal%C3%A1dai&lr=&hl=hu#v=onepage&q=&f=false, T. III-IV], Pest 1857-1868</ref>.
Studiò giornalismo presso l'''Institut für Zeitungskunde'' dell'[[Università di Lipsia]] per poi spostarsi a [[Francoforte sul Meno]] e [[Berlino]], senza però conseguire mai la laurea.
Per un breve periodo accarezzò l'idea di scrivere in [[lingua tedesca|tedesco]], scegliendo però alla fine la propria lingua
Nel [[1917]] pubblicò la sua prima opera, una raccolta di poesie dal titolo ''Il libro dei ricordi''.
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Nel [[1928]] fece ritorno in [[Ungheria]] e si stabilì a [[Budapest]], disorientato e confuso, in cerca di un nuovo lavoro e della possibilità di comporre prose più lunghe ed elaborate nella lingua madre. Proprio questo periodo corrisponde alla sua fase più produttiva: sviluppò decine di lavori, 22 dei quali tradotti oggi in tedesco. Negli anni trenta acquistò visibilità e fama con il suo stile chiaro e preciso, impregnato di [[realismo (letteratura)|realismo]], e fu il primo a recensire le opere di [[Franz Kafka|Kafka]]. Risale al [[1934]] il suo primo successo, con il libro ''Confessioni di un borghese''. Scrisse commenti entusiastici sul [[Primo arbitrato di Vienna|Primo Arbitrato di Vienna]], ma non risparmiò critiche al [[regime (politica)|regime]] [[Nazionalsocialismo|nazista]] e a quello [[comunismo|comunista]] che salì al potere dopo la [[Seconda guerra mondiale]]: profondamente antifascista, riuscì a scampare al conflitto mondiale, ma le persecuzioni dei comunisti lo costrinsero ad abbandonare l'[[Ungheria]] nel [[1948]].
Si rifugiò in [[Svizzera]] da dove, dopo solo sette settimane, si spostò a [[Posillipo]], quartiere di [[Napoli]], in una abitazione procurata dallo zio della moglie, il serbo Lajos Marton che dopo essere stato in campi d'internamento in Italia, era diventato
Si stabilì nella città di [[San Diego]], in [[California]], e continuò a scrivere in lingua madre, ma non fu pubblicato in [[lingua inglese|inglese]] fino alla metà degli [[anni 1990|anni novanta]]. Quando il figlio János si sposò, decise di americanizzare il proprio nome: questo rifiuto del suo retaggio ungherese creò un grave contrasto con i genitori. Márai e la moglie decisero quindi di tornare in Italia e si stabilirono a [[Salerno]] all'inizio del [[1968]]. Qui, isolato dal mondo culturale, ma vicinissimo ai ceti popolari, lo scrittore visse fino al maggio [[1980]], quando decise di ritornare a San Diego a causa di un'infezione intestinale mal curata. Nel periodo salernitano scrisse la raccolta ''Terra! Terra!...Ricordi'' e intensificò le pagine del suo diario.
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