Velio Spano: differenze tra le versioni

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La situazione degenerò rapidamente allo scoppio della guerra, quando il PCT entrò nella clandestinità. Nel maggio del 1939, intanto, Velio sposa Nadia Gallico. Egli avrebbe preferito rientrare in Italia, come già avevano fatto diversi esponenti del partito, ma la Direzione del PCI gli chiese di restare in Tunisia. Nel 1940 fu arrestato e rinchiuso, insieme ad altri comunisti italiani, nel campo di concentramento di [[Sbeitla]], dove rimase fino alla caduta di [[Parigi]] (giugno 1940).
 
Nel 1941 Velio riorganizzò il Partito Comunista Tunisino, divenendone di fatto il principale dirigente. Negli anni della guerra, inoltre, stabilì preziosi contatti con i [[gollismo|gollisti]] e i socialisti francesi e con il partito arabo del [[Neo-Destour]] di [[Habib BourghibaBourguiba|BourghibaBourguiba]], per una lotta comune contro il [[regime di Vichy|governo collaborazionista di Vichy]]. Nel novembre del 1941, in seguito alla denuncia di un delatore, la maggior parte del gruppo dirigente del Partito Comunista Tunisino fu arrestata. Nel processo che seguì Velio Spano, sfuggito alla cattura, fu condannato a morte in [[contumacia]]. La condanna fu confermata nel giugno dello stesso anno, con l'accusa di "riorganizzazione di partito disciolto e propaganda delle parole d'ordine della [[Terza Internazionale]]".
 
Nonostante la caccia spietata della polizia fascista, continuò a operare nella clandestinità, e nel dicembre del 1942 tenne una conferenza dei quadri dirigenti del PCT. In quello stesso anno, quando la Tunisia fu invasa dalle truppe italiane, Spano svolse un intenso lavoro politico tra i soldati, organizzando fra loro nuclei comunisti e distribuendo giornali di propaganda antifascista. Liberata la Tunisia nel maggio del 1943, Spanò poté uscire dalla clandestinità e far rientro, il 16 ottobre dello stesso anno, in Italia.