Distributismo: differenze tra le versioni
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Nel [[comunismo]], la proprietà è sostituita "[[Capitalismo di Stato|dallo Stato]]" e viene gestita tramite [[burocrazia|burocrati]] di nomina politica.
Il distributismo a differenza della [[collettivizzazione]] [[Comunismo|comunista]], non prevede l'attuazione dei propri contenuti dottrinali mediante un [[espropriazione per pubblica utilità|esproprio]], ma mediante una proibizione legislativa del [[lavoro]] salariato e la concessione di un credito. In modo che il padrone sia costretto di propria volontà a ''svendere'' ai propri dipendenti quote di partecipazioni, mantenendo per sé stesso una quota uguale a quella degli oramai ex-dipendenti. Per poter permettere ai dipendenti di raggiungere una cifra che accontenti entrambe le parti verrebbe emesso dallo Stato un "credito sociale" che potrà essere restituito nel corso della vita. La [[gerarchia]] e la [[Dividendo (economia)|divisione dei guadagni]] delle aziende verrebbe decisa elettoralmente da tutti i partecipanti all'azienda, nello stile del corporativismo e in un'ottica di meritocrazia.
Il distributismo auspica possibilmente il frazionamento in tante piccole società, eventualmente consorziate in grandi aziende e riunite in corporazioni secondo specializzazione: alla fine del ciclo scolastico
Come il capitalismo, la teoria del credito sociale prevede il diritto alla [[proprietà (diritto)|proprietà privata]], la [[Autonomia privata (diritto civile)|libertà d' iniziativa]] economica, il rispetto della [[Domanda e offerta|legge della "domanda-offerta"]] e della [[Concorrenza (diritto commerciale)|libera concorrenza]].
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