Monte Shasta: differenze tra le versioni
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L'ipotetica eruzione del monte Shasta del 1786 potrebbe essere stata osservata dal navigatore francese [[Jean-François de La Pérouse]], ma un simile episodio è più che controverso.<ref name="msc"/><ref name="lem"/> Il Programma di vulcanismo globale (''Global Volcanism Program'') dello [[Smithsonian Institution]] afferma che l'eruzione del 1786 non può essere considerata valida e che l'ultima conosciuta risale al 1250 d.C. circa, come dimostrato da una datazione certa del [[carbonio-14]].<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://volcano.si.edu/volcano.cfm?vn=323010&vtab=Eruptions |titolo=Mount Shasta|accesso=13 giugno 2016}}</ref>
Anche se forse scorto per la prima volta da esploratori spagnoli, il primo avvistamento da terra del monte Shasta segnalato in modo affidabile da un europeo o statunitense si ascrive a Peter Skene Ogden, a capo di una battuta di caccia per conto della [[Compagnia della Baia di Hudson]] nel 1826. Nel 1827, sempre Ogden assegnò il nome "Sasty" o "Sastise" al vicino [[monte McLoughlin]].<ref name="cos">{{cita web|lingua=en|titolo=History|sito=College of the Siskiyous|anno=1989|accesso=10 luglio 2021|url=http://www.siskiyous.edu/shasta/his/index.htm|dataarchivio=8 marzo 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100308200255/http://www.siskiyous.edu/shasta/his/index.htm|urlmorto=sì}}</ref> Una mappa del 1839 di David Burr registra la montagna come Rogers Peak.<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://www.davidrumsey.com/ll/thumbnailView.html?startUrl=%2F%2Fwww.davidrumsey.com%2Fluna%2Fservlet%2Fas%2Fsearch%3Fos%3D0%26mid%3DRUMSEY%7E8%7E1%7E1614%7E140001%26sort%3Dpub_list_no_initialsort%2Cpub_date%2Cpub_list_no%2Cseries_no|titolo=David Rumsey Historical Map Collection}}</ref> A causa di una probabile confusione terminologica, essendo stato il termine Shasta riservato a più vette, si decise di effettuare delle correzioni nel 1841, in parte grazie agli sforzi della [[spedizione di Wilkes]].<ref>{{cita web|sito=USGS|url=https://volcanoes.usgs.gov/observatories/cvo/Historical/volcanoes_charles_wilkes.shtml|lingua=en|titolo=Charles Wilkes, U.S. Exploring Expedition|accesso=10 luglio 2021}}</ref>
A partire dal 1820, il monte Shasta divenne un punto di riferimento importante lungo quella che divenne nota come [[Siskiyou Trail]], una rotta commerciale che correva alle pendici della vetta e che collegava [[Portland (Oregon)|Portland]] a [[San Francisco]], snodandosi attraverso la [[California Central Valley|valle centrale della California]] e il [[Nord-ovest Pacifico]].<ref name="cos"/>
La [[corsa all'oro californiana]] portò i primi insediamenti stabili nell'area nei primi anni 1850, specie [[Yreka]] e Upper Soda Springs. La prima salita registrata del monte Shasta avvenne nel 1854 ad opera di Elias Pearce, dopo diversi tentativi precedenti falliti.<ref name="sel84"/> Nel 1856, Harriette Eddy, Mary Campbell McCloud e il loro gruppo furono le prime donne a raggiungere la vetta.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|url=https://www.siskiyous.edu//library/shasta/documents/upshasta.pdf|pp=1-2|titolo=Up Shasta in '56|rivista=Sisson Mirror|data=18 marzo 1897}}</ref><ref>{{cita web|lingua=en|url=
Annotated Bibliography|capitolo=Mountaineering: XIX secolo|accesso=10 luglio 2021|dataarchivio=6 ottobre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141006114702/http://www.siskiyous.edu/shasta/bib/B11.htm|urlmorto=sì}}</ref>
[[File:Horse Camp.jpg|thumb|Rifugio alpino realizzato nel Novecento alle pendici dello Shasta]]
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L'ultimo a formarsi, il cono più alto, l'Hotlum Cone, nacque circa 8.000 anni fa. Il nome si deve al ghiacciaio omonimo, localizzato sulla sua parete settentrionale; la sua più lunga colata lavica, denominata Military Pass, spessa 150 m, si estese per 8,9 km lungo il versante nord-est. Dalla creazione dell'Hotlum Cone, una cupola di dacite si "intromise" nel cono e ora forma la sommità. La roccia del cratere sommitale, ampia quasi 180 m, venne ampiamente trasfigurata da [[Sorgente calda|sorgenti calde]] e [[fumarole]] sulfuree, di cui ne sopravvivono alcune.<ref name="chr1336"/>
Negli ultimi 8.000 anni, il cono di Hotlum scoppiò almeno otto o nove volte; nel 1786, l'ultima presunta eruzione significativa del monte Shasta sarebbe provenuta proprio da questo cono e avrebbe generato un flusso piroclastico, un [[lahar]] caldo (flusso di fango e detriti) e tre freddi, i quali avrebbero percorso 12,1 km lungo il fianco orientale dello Shasta attraverso Ash Creek. Una parte della colata del lahar caldo si separò dal percorso principale è procedette lungo Mud Creek per 19 km. Gli studiosi recenti sembrano aver sfatato questa ricostruzione, così come l'ipotesi che il navigatore [[Jean-François de La Pérouse]] vi avesse assistito dalla sua nave al largo della costa della California.<ref name="msc">{{cita web|lingua=en|url=
=== Ciclo eruttivo ===
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Vari coloni italiani arrivarono in loco all'inizio del 1900 per lavorare nei mulini come scalpellini e fecero aumentare il numero di cattolici nella zona.<ref name="msbb"/> [[Mount Shasta]] e [[Dunsmuir]], piccoli agglomerati urbani vicino alla base occidentale del cratere, costituivano località predilette anche da altre comunità, tra cui alcuni asiatici che fondarono un monastero [[Buddismo|buddista]] fondato dal roshi inglese Houn Jiyu-Kennett nel 1971. Non mancano inoltre discendenti degli antichi amerindi, un gruppo dei quali vive nell'area del fiume McCloud e ancora attualmente pratica rituali sulla montagna.<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://www.pbs.org/pov/watch/inthelightofreverence/|titolo=In The Light of Reverence|sito=POV|accesso=10 luglio 2021}}</ref>
Il monte Shasta è stato anche un punto di riferimento per leggende non partorite dai pellerossa, specie incentrate su una città nascosta abitata da esseri avanzati del continente perduto di [[Lemuria]].<ref name="lemuria">{{cita web|lingua=en|url=
Nell'agosto 1987, i credenti della Convergenza Armonica hanno descritto il Monte Shasta come uno dei pochi "centri di potere" globali.<ref>{{cita web|lingua=en|titolo=Harmonic Convergence|sito=College od the Siskiyous|anno=1989|url=http://www.siskiyous.edu/shasta/fol/har/index.htm|accesso=10 luglio 2021|dataarchivio=27 maggio 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100527184532/http://www.siskiyous.edu/shasta/fol/har/index.htm|
== Note ==
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