Plotino: differenze tra le versioni

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Nel complesso, oltre agli aspetti di somiglianza tra la dottrina cristiana e quella di Plotino, giudicata la più simile al cristianesimo tra quelle antiche, sono stati via via evidenziati da alcuni interpreti anche gli elementi di sostanziale divergenza, dovuti tra l'altro alla contrarietà di Plotino per il cristianesimo, sebbene risulti difficile negare che egli in fondo ne sia stato indirettamente influenzato.<ref>Luigi Pelloux, ''L'assoluto nella dottrina di Plotino'', Vita e Pensiero, 1994, p. 29 e sgg.</ref> Ad esempio secondo lo studioso [[gesuiti|gesuita]] [[Giovanni Magnani]], contrariamente alla concezione monoteistica cristiana, quando Plotino e i neoplatonici parlano di unità divina non intendono escluderne la molteplicità. L'Uno è la fonte dalla quale scaturiscono tutte le altre realtà e che raccoglie il molteplice in sé stesso. Proprio la presenza della molteplicità degli dèi è il segno della potenza divina.<ref>Infatti: «Non restringere la divinità ad un unico essere, farla vedere così molteplice come essa stessa si manifesta, ecco ciò che significa conoscere la potenza della divinità, capace, pur restando quello che è, di creare una molteplicità di dèi che si connettono con essa, esistono per essa e vengono da essa» (Plotino, ''Enneadi'', II, 9, 9).</ref> In conclusione, sempre secondo lo studioso [[gesuiti|gesuita]], sembra evidente che nei pensatori dell'antichità l'unità del divino non contraddica la sua molteplicità, così come l'esistenza di una gerarchia tra gli dèi e la funzione preminente di uno di essi (il Demiurgo di Platone, il Primo Motore di Aristotele,<ref>Aristotele, ''Metafisica'', XII, 8, 1074a, 38</ref> il Sommo Bene di Plotino) non comporta l'identità fra divinità e Dio e non è quindi un monoteismo.<ref>Giovanni Magnani, ''Religione e religioni: dalla monolatria al monoteismo profetico'', p. 163, Editrice Pontificia Università Gregoriana, 2001.</ref>
 
Secondo altri autori invece quello di Plotino può definirsi propriamente come un [[monismo]] [[emanazione|emanazionistico]], che fa derivare tutto l'esistente da un'unica entità che emana tre [[ipostasi]] degradanti, per cui gli stessi dèi traggono la loro divinità da un solo principio, l'Uno, al quale egli assegnava di proposito il termine "Dio".<ref>Sulle tesi a favore dell'emanazionismo in Plotino vedi: René Arnou, ''Il desiderio di Dio nella filosofia di Plotino'', Vita e Pensiero, 1997, p. 127.</ref> Non risulta peraltro che Plotino avversasse l'adesione di alcuni discepoli al cristianesimo,<ref>[[Carl Schmidt]], ''Plotins Stellung zum Gnosticismus und kirchlichen Christentum'', J. C. Hinrichs, Lipsia 1901; E. de Faye, ''Gnostiques et gnosticisme'', Geuthner, Parigi 1925, pp. 467-469.</ref> quanto piuttosto l'insegnamento degli [[gnosticismo|gnostici]], ai quali contestava che la salvezza potesse essere raggiunta intellettualmente, indipendentemente dalla virtù individuale senza la quale «Dio non è che una parola».<ref>''Enneadi'', II, 9, 15, nel trattato «Contro gli gnostici» così definito da Bréhier (in ''Ennéades. Texte établi et traduit par Émile Bréhier'', p. 103, Collection Budé, Les Belles Lettres, Parigi 1924).</ref>
 
=== Psicologia plotiniana ===