Massimo d'Azeglio: differenze tra le versioni

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=== L'attività artistica e letteraria ===
Alla fine del [[1810]], i Taparelli tornarono a [[Torino]], dove Massimo frequentò filosofia all'Università, «che cominciai all'età di circa tredici anni».<ref>''I miei ricordi'', cit., 1923, p. 75</ref> Il giovane non aveva grande amore per lo studio: seguì i corsi per dovere ma senza brillare, in un'indole vivace e gaudente che caratterizzò la sua giovinezza, riavvicinandolo all'austerità dell'educazione ricevuta solo in epoca più tarda. Il padre, intanto, forgiava nei figli uno spirito forte e pronto per le asperità della vita: «Nostro padre voleva vederci diventar uomini, anche fisicamente parlando».<ref>''I miei ricordi'', cit., 1923, p. 77</ref> Fu così che li iniziò al fioretto, al nuoto e all'equitazione, e presto li condusse a fare lunghe escursioni nei boschi simulando situazioni militari.
[[File:Battle of Legnano.png|thumb|left|upright=1.4|M. D'Azeglio, ''[[Battaglia di Legnano (dipinto)|La battaglia di Legnano]]'', 1831]]
 
Caduto [[Napoleone]] nel 1814, gli austriaci rientrarono in città tra il giubilo generale. Per [[papa Pio VII]] era possibile tornare a [[Roma]], «ed il re volle che gli giungesse quanto più presto si potesse un ''mi rallegro'' del capo della Casa di Savoia, nella quale era tradizionale lo sfottimento del papa. La scelta dell'inviato cadde sulla persona di mio padre; ed era certo impossibile trovare un più vero rappresentante del principio politico come della fede religiosa dei due principi».<ref>''I miei ricordi'', cit., 1923, p. 96</ref> Massimo accompagnò il padre a Roma, dove entrò in contatto con molti scultori e pittori del tempo: [[Antonio Canova|Canova]], [[Bertel Thorvaldsen|Thorvaldsen]], [[Christian Rauch|Rauch]], [[Vincenzo Camuccini|Camuccini]], [[Gaspare Landi|Landi]], tanto per fare qualche nome. Oltre ad approfondire quello che sarebbe rimasto il principale interesse culturale della propria vita, quello della pittura, si appassionò anche alla musica e alla poesia, conoscendo di persona il commediografo [[Gherardo de Rossi]] e il librettista [[Jacopo Ferretti]], nonché il musicista [[Niccolò Paganini]] e il compositore [[Gioachino Rossini]], con i quali condivise una notte di scherzi durante il carnevale romano del 1821.