Alimento: differenze tra le versioni

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==Il diritto al cibo==
Secondo lo studioso Andrea Braggio<ref>Andrea Braggio, ''Ogni classe è un piccolo mondo: elementi di pedagogia della condivisione'', ''Dialegesthai''. Rivista telematica di filosofia, anno 14 (2012)</ref> la [[commercializzazione]] avrebbe trasformato l'uomo in un numero, un indefinito dato statistico, una pedina sulla scacchiera delle forze di mercato e dei profitti aziendali. La commercializzazione dei concetti, dei valori, dei modi di guardare il mondo avrebbe permeato tutti gli aspetti della vita. L'economia commerciale e la necessità dei profitti sarebbero diventati la norma in politica, nella salute, nell'istruzione e nei trasporti. A suo giudizio, l'uomo vede e valuta ora il mondo attraverso il prisma difettoso dei mercati e in ciò risiederebbe il suo sprofondamento nell'infelicità, nel credere per esempio che la gioia passi attraverso il possesso di oggetti o che tutto abbia un prezzo. Incapace di emergere pienamente, il grande potenziale di ogni uomo sarebbe bloccato dall'attuale sistema economico e dai suoi valori di riferimento. La vita delle persone sarebbe sotto il dominio delle logiche di un mercato che però non avrebbe alcun riguardo né dell'uomo né dell'ambiente in cui l'uomo vive.
A suo giudizio, l'uomo vede e valuta ora il mondo attraverso il prisma difettoso dei mercati e in ciò risiederebbe il suo sprofondamento nell'infelicità, nel credere per esempio che la gioia passi attraverso il possesso di oggetti o che tutto abbia un prezzo. Incapace di emergere pienamente, il grande potenziale di ogni uomo sarebbe bloccato dall'attuale sistema economico e dai suoi valori di riferimento. La vita delle persone sarebbe sotto il dominio delle logiche di un mercato che però non avrebbe alcun riguardo né dell'uomo né dell'ambiente in cui l'uomo vive.
 
Questo avrebbe agevolato una sorta di processo di smarrimento, in cui le persone avrebbero presto ignorato le altre dimensioni dell'essere umano: la spiritualità, la socialità, l'affettività, la gratuità. Tutti questi fattori insieme troverebbero piena espressione e verrebbero riassunti nel principio etico della [[filosofia della condivisione|condivisione]], che può esplicarsi sia come accesso comune a un patrimonio di nozioni e conoscenze, com'è per esempio nel web, sia come equa distribuzione di beni materiali come il cibo. La condivisione non è dunque considerata come un vago ideale, ma come un principio guida per la condotta, capace di promuovere e favorire in modo concreto le giuste relazioni fra gli uomini basate sulla cooperazione e sulla condivisione delle risorse mondiali. La mancanza della condivisione può generare un senso di insoddisfazione e di vuoto a cui si tenta di reagire attraverso i consumi.
La mancanza della condivisione può generare un senso di insoddisfazione e di vuoto a cui si tenta di reagire attraverso i consumi.
La [[filosofia della condivisione]] ritiene però che un numero sempre maggiore di individui in tutto il mondo si starebbe accorgendo che il benessere si raggiunge solo in parte con la disponibilità di beni e molto di più organizzando il tempo in modo da lasciare più spazio alle relazioni familiari e sociali. Emerge l'idea di poter vivere una vita più appagante dove per esempio il gusto della bella opera prevali sull'efficienza produttivistica in una società dove sia affermato il primo fondamentale diritto da tutelare: il diritto al cibo.
I filosofi della condivisione ritengono che sia necessario un sistema alimentare sano per affrontare le sfide urgenti del nostro tempo. I costi crescenti dell'energia e del cibo, un clima che cambia, minori riserve di acqua, una popolazione in crescita e il paradosso della fame e dell'obesità diffuse impongono un approccio radicalmente diverso al cibo e all'agricoltura.
 
La [[filosofia della condivisione]] ritiene però che un numero sempre maggiore di individui in tutto il mondo si starebbe accorgendo che il benessere si raggiunge solo in parte con la disponibilità di beni e molto di più organizzando il tempo in modo da lasciare più spazio alle relazioni familiari e sociali. Emerge l'idea di poter vivere una vita più appagante dove per esempio il gusto della bella opera prevali sull'efficienza produttivistica in una società dove sia affermato il primo fondamentale diritto da tutelare: il diritto al cibo. I filosofi della condivisione ritengono che sia necessario un sistema alimentare sano per affrontare le sfide urgenti del nostro tempo. I costi crescenti dell'energia e del cibo, un clima che cambia, minori riserve di acqua, una popolazione in crescita e il paradosso della fame e dell'obesità diffuse impongono un approccio radicalmente diverso al cibo e all'agricoltura.
Il sistema alimentare deve essere riorganizzato sulla base della salute: per le comunità, per le persone, per gli animali e per il mondo naturale. La qualità del cibo, e non soltanto la sua quantità, dovrebbe orientare l'agricoltura. Il modo in cui l'uomo produce, distribuisce e prepara il cibo deve onorare le diverse culture, fornendo non solo un sostentamento ma anche giustizia, bellezza e piacere.<ref>R. Bunch, ''Two Ears of Corn: A Guide to People-Centered Agricultural Improvement'', World Neighbors, Oklahoma City, 1985; O. de Schutter, ''Building Resilence: A Human Right Framework for World Food and Nutrition Security. Promotion and Protection of All Human Right, Civil, Political, Economic, Social and Cultural Rights, Including the Right to Development'', Human Right Council, Nazioni Unite, Ginevra 2008.</ref>
 
Il sistema alimentare deve essere riorganizzato sulla base della salute: per le comunità, per le persone, per gli animali e per il mondo naturale. La qualità del cibo, e non soltanto la sua quantità, dovrebbe orientare l'agricoltura. Il modo in cui l'uomo produce, distribuisce e prepara il cibo deve onorare le diverse culture, fornendo non solo un sostentamento ma anche giustizia, bellezza e piacere.<ref>R. Bunch, ''Two Ears of Corn: A Guide to People-Centered Agricultural Improvement'', World Neighbors, Oklahoma City, 1985; O. de Schutter, ''Building Resilence: A Human Right Framework for World Food and Nutrition Security. Promotion and Protection of All Human Right, Civil, Political, Economic, Social and Cultural Rights, Including the Right to Development'', Human Right Council, Nazioni Unite, Ginevra 2008.</ref> I filosofi della condivisione ritengono che i governi abbiano il dovere di proteggere la popolazione dalla malnutrizione, dal cibo malsicuro e dallo sfruttamento e di difendere dal degrado la terra e l'acqua da cui l'uomo dipende.<ref>I. Perfecto e J. Vandermeer, ''Breakfast of Biodiversity: The Political Ecology of Rainforest Destruction'', Food First Books, Oakland 2005</ref> Individui, produttori e organizzazioni hanno il dovere di creare sistemi regionali in grado di rispettare e onorare i lavoratori della terra senza i quali nessuno sopravviverebbe.<ref>B. Halweil, ''Eat Here: Reclaiming Homegrown Pleasures in a Global Supermarket'', Norton and Worldwatch, Londra e New York, 2004</ref>
 
Il regime controllato delle multinazionali, che domina i sistemi alimentari del pianeta, è distruttivo dal punto di vista ambientale, volatile dal punto di vista finanziario, e ingiusto dal punto di vista sociale.<ref>D. Harvey, ''The New Imperialism'', Oxford University Press, New York, 2003; J. Pretty, ''Regenereting Agriculture: Policies and Practice for Sustainability and Self-Reliance'', Earthscan Publications, Londra, 1995</ref> Per risolvere la crisi alimentare occorre trasformare il sistema alimentare è dunque vista favorevolmente la richiesta di un cambiamento di paradigma locale e globale in direzione di una ''sovranità alimentare''. Essa consiste nel diritto delle persone ad avere cibo sano e culturalmente appropriato prodotto con metodi ecologicamente sani e sostenibili e il loro diritto di delineare i propri sistemi alimentari e agricoli.<ref>P. Rosset, ''Food Is Different: Why We Must Get the Wto Out of Agriculture'', Fernwood e Zed Books, Halifax e Londra, 2007</ref>
 
Per risolvere la crisi alimentare occorre trasformare il sistema alimentare è dunque vista favorevolmente la richiesta di un cambiamento di paradigma locale e globale in direzione di una ''sovranità alimentare''. Essa consiste nel diritto delle persone ad avere cibo sano e culturalmente appropriato prodotto con metodi ecologicamente sani e sostenibili e il loro diritto di delineare i propri sistemi alimentari e agricoli.<ref>P. Rosset, ''Food Is Different: Why We Must Get the Wto Out of Agriculture'', Fernwood e Zed Books, Halifax e Londra, 2007</ref>
 
===La sovranità alimentare===