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== Descrizione ==
Venne edificato nel [[1911]] su progetto dell'architetto [[Manfredo Manfredi (architetto)|Manfredo Manfredi]]. È costruito in [[marmo botticino]]:<ref name="proloc">{{cita web|url=https://www.prolocoroma.it/faro-del-gianicolo/|titolo=Faro del Gianicolo|accesso=1 gennaio 2024}}</ref> su un [[basamento (architettura)|basamento]] circolare si erge una [[colonna]] cannellata che costituisce il corpo principale della costruzione. Più in alto, il [[capitello]] della colonna si conclude con un [[abaco (architettura)|abaco]] a pianta circolare riportante la seguente dedica:
{{citazione|A ROMA CAPITALE - GLI ITALIANI D’ARGENTINA - MCMXI|iscrizione scolpita intorno al capitello}}
A sua volta, il capitello è sormontato da quattro [[volute]] coronate da teste di felino e collegate tra di loro da altrettanti [[festone (arte)|festoni]].<ref name="proloc">{{cita web|url=https://www.prolocoroma.it/faro-del-gianicolo/|titolo=Faro del Gianicolo|accesso=1 gennaio 2024}}</ref> La lanterna in vetro sormonta infine il tutto. All'interno, che non è accessibile al pubblico, una [[scala a chiocciola]] conduce dall'entrata del faro alle parti superiori per concludere poi l'ascesa con una scala a pioli.<ref name="faro">{{cita web|url= /|titolo=Il Faro del Gianicolo. Imponente luce tricolore in cento anni di storia della città eterna|accesso=1 gennaio 2024}}</ref>
Dal punto di vista espressivo, la scelta di progettarlo sotto forma di colonna rappresenta, come nel caso del [[Vittoriano]], una proposta di tardo [[neoclassicismo]] dall'impronta preindustriale;<ref name=„ proloc"/>
se si tiene conto conto il fatto che in quel periodo storico gli sviluppi stilistici in corso e i progressi tecnici dell'[[illuminazione pubblica]] stavano avanzando a un ritmo non indifferente, si tratta in conclusione di un'opera caratterizzata da tratti formali prevalentemenete conservatori. A proposito delle decorazioni apportate alla costruzione, si ricorda incidentalmente che in dialetto romanesco il detto ''sembri er faro der Giannicolo'' indica una persona vestita in maniera eccentrica.
== Note ==▼
<references />▼
== Progetto ==
Come accennato, non funge da [[faro]] vero e proprio, ma ha funzione commemorativa, di monumento nazionale. Fu eretto grazie all'iniziativa di un comitato di italiani residenti a [[Buenos Aires]] per festeggiare il cinquantesimo anniversario dell'[[Unità d'Italia]] e testimoniare il loro legame con la patria di origine. Tra gli iniziatori, si ricorda il Conte [[Vincenzo Macchi di Cellere (diplomatico)|Vincenzo Macchi di Cellere]], Ministro d'Italia presso la [[Repubblica Argentina]].<ref name=„ faro"/>
Furono i membri del comitato stesso a finanziare il progetto: del resto l'Argentina era all'epoca un paese assai ricco e anche la meta dell'emigrazione italiana per antonomasia. Il comitato offriva anche di assicurare l’alimentazione della lanterna, che avrebbe funzionato a olio.
I promotori si erano rivolti a Manfredo Manfredi non solo in funzione di architetto, ma anche di deputato; fu infatti quest'ultimo ad occuparsi delle formalità burocratiche presso il Comune di Roma, principalmente nella persona del sindaco [[Ernesto Nathan]].
Dal canto suo, il Comune accettò volentieri l'iniziativa e il faro venne costruito nel giro di un anno (anche se lo scoppio della [[grande guerra]] ne avrebbe fatto slittare l'inaugurazione ufficiale al 1920). Il Comune aveva scelto un sito distante appena 400 metri dal [[Monumento a Giuseppe Garibaldi (Roma)|Monumento a Giuseppe Garibaldi]]. In occasioni speciali, il faro veniva infiocchettato.<ref>''[[Domenica del Corriere]]''</ref>
== Posizione ==
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Per svariati decenni, la [[balconata]] presso il faro è servita da parlatorio di comunicazione informale per cittadini romani che gridavano messaggi ai loro parenti e conoscenti reclusi nel [[carcere di Regina Coeli]], distante poche decine di metri. La pratica è documentata almeno sin dal ventennio fascista e ha avuto strascichi fino ai giorni nostri (vedi [[Carcere_di_Regina_Coeli#Tradizioni_popolari|sezione sulle tradizioni del carcere]]).
▲== Note ==
▲<references />
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