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* fase pre-romana e romana (fino al 923 d.C.): a questo periodo risalgono le prime testimonianze storiche della presenza di popolazioni in questi territori durante l'epoca imperiale romana. In particolare, risalgono al V e VI secolo alcune tracce di insediamenti e sono state ritrovate sepolture, con presenza di utensili di bronzo riconducibili al VI-VII secolo, segno che in epoca alto-medievale vi erano popolazioni che qui si erano stanziate.
* fase antica (923-1404 d.C.): nel 568 d.C. i [[Longobardi]] migrarono nei territori dell'Agordino per cui si pensa che ci sia stata una fusione tra cultura romana e barbarica. Nel 923 d.C. il [[Berengario del Friuli|re Berengario I]] concede al Vescovado di Belluno le [[Decima|decime]] delle zone del Cadore e dell'Agordino, stilando un documento (il Diploma di Berengario) che diviene la prima fonte storica che attesta la stretta correlazione tra la storia di Agordo e di Belluno. Queste due città furono negli anni in contesa tra loro, volendo affermare la supremazia l'una sull'altra come attesta la rivolta del 1190 (rivolta generale) a causa del malcontento diffusosi per la sottomissione di Agordo a Belluno e alimentato dalla richiesta di una nuova imposta da parte del potestà di Belluno, Tisone Maltraversi. Solo nel 1224, grazie alla mediazione di [[Gabriele III da Camino]], si attenuano i conflitti e si riuscì ad ottenere una pace con la quale si garantivano due consoli in rappresentanza di Agordo presso Belluno, in modo tale da consentire la partecipazione della città alle decisioni di carattere politico-economico. Fino a metà del XIII secolo viene stabilito un reggente, chiamato poi Capitano, che aveva principalmente un ruolo militare. Il più famoso fu Guadagnino Avoscano. In questo periodo, inoltre, anche Agordo vedeva le lotte tra gli schieramenti dei guelfi e dei ghibellini come avveniva in altre città d'Italia per tutto il XII secolo. La famiglia degli Avoscano, appartenente ai ghibellini, si dimostrò spesso in lotta con le altre casate fino a che nel 1349, Jacopo, figlio di Guadagnino Avoscano, uccise il vicario imperiale e, in conseguenza di quest'atto, la casata degli Avoscano perse la sua supremazia.
* fase veneziana (1404-1797): a partire dal 1436 hanno inizio invasioni da parte dei tirolesi verso i territori dell'Agordino. A più riprese tentano di occupare questi territori, probabilmente perché attirati dalla presenza di miniere, ma anche dalle caratteristiche del territorio che rendevano Agordo una possibile posizione strategica contro eventuali invasioni nemiche. Così nel 1447, invasero Caprile. Nel 1500 Venezia rinforzòarinforzò le fortificazioni Agordine e Cadorine al fine di proteggere questi territori dalle mire espansionistiche di [[Ludovico il Moro]] e Carlo V. Ci fu una battaglia tra Venezia e le truppe imperiali che si concluse con la vittoria di Venezia. Successivamente gli Agordini si unirono ai veneziani per liberare Belluno dalle truppe francesi e imperiali, costringendole alla resa. Nel 1517 fu firmata la pace di Bruxelles e da quel momento in poi l'Agordino non subì più invasioni. Nel 1600 lo sviluppo delle Miniere di Val Imperina fu una fonte di ricchezza e di ripresa economica, ma nel 1701, una terribile catastrofe naturale distrusse gran parte degli opifici, danneggiò fortemente i territori e distrusse l'archivio storico del comune. Successivamente ingenti danni furono causati dal verificarsi di altri due eventi disastrosi: le frane del 1771.
* fase napoleonica (1797-1813): nel 1797 fu firmato il [[Trattato di Campoformio]] che sanciva l'assoggettamento dell'Europa all'impero di Napoleone Bonaparte e con il quale veniva imposto un limite alle autonomie locali. Anche Agordo risentì delle condizioni stabilite dal Trattato e il governo della città venne dato ad un'autorità austriaca. Nel 1800 ci fu una rivolta popolare contro la tirannia austriaca, ma fu repressa duramente. Nel 1801, con la tregua di [[Treviso]], fu sancito il dominio di Napoleone sui territori dell'Agordino e del Bellunese.
* fase austriaca (1813-1866): gradualmente l'Impero Napoleonico iniziò a perdere potere e dal 1813 l'Agordino passò sotto il potere degli Austriaci. Nel 1848 gli Agordini parteciparono ai moti di liberazione, tuttavia rimasero sotto il dominio austriaco fino al 1866, anno dell'annessione all'Italia.
* fase moderna (1866-2018): nel 1867 ad Agordo venne fondato l'Istituto Minerario, testimonianza che le miniere rappresentavano una delle attività economiche principali. Le caratteristiche del territorio, la posizione protetta e nascosta della città fece sì che nei secoli molte popolazioni scelsero di stanziarvisi e di utilizzare questi luoghi come rifugio da invasioni, lotte, guerra. Durante la prima guerra mondiale, i territori dell'Agordino furono testimoni di tre anni di guerra di posizione; durante la seconda guerra mondiale i nazisti rinforzarono il forte della Tagliata di San Martino. Nel 1925 fu costruita una linea ferroviaria per facilitare i collegamenti tra Agordo e [[Sedico|Bribano]] e il trasporto delle merci. Negli anni delle [[seconda guerra mondiale]], tra il 1940 e il 1943, furono internati a Agordo una ventina di profughi ebrei.<ref>[http://www.annapizzuti.it/regioni/veneto.php Ebrei stranieri internati in Veneto].</ref> Con l'occupazione tedesca nel settembre 1943, il gruppo si disperse in cerca di salvezza. Riuscirono quasi tutti a salvarsi (alcuni rifugiandosi in [[Svizzera]], altri vivendo in clandestinità in varie località fino alla Liberazione), con l'eccezione della famiglia Kapper (padre, madre e due bambini), i quali, arrestati a [[Padova]] nell'aprile 1944, perirono ad [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]] nell'agosto dello stesso anno.<ref>[https://www.internamentoveneto.it/centro-studi-internamento-deportazione/ebrei-stranieri-internati-in-veneto/ebrei-stranieri-internati-in-provincia-di-belluno/ebrei-internati-ad-agordo/ Ebrei internati ad Agordo]</ref> Nel 1966 l'Agordino fu vittima nuovamente di una spaventosa alluvione che danneggiò irrimediabilmente il territorio; pochi anni dopo questi luoghi vennero conosciuti per l'elezione al papato di papa [[Papa Giovanni Paolo I|Giovanni Paolo I]] ([[Papa Giovanni Paolo I|Albino Luciani]]) che era originario di [[Canale d'Agordo]]. Nel 2009, le [[Dolomiti]], di cui una parte sono situate nel territorio Agordino, vengono dichiarate [[Patrimonio dell'umanità|patrimonio naturale dell'umanità]] dall'[[UNESCO|Unesco]]. Infine, un evento recente, avvenuto il 29 ottobre 2018, ha nuovamente messo alla prova gli Agordini che si sono trovati a dover fronteggiare danni inestimabili per la violenta [[tempesta Vaia]] che ha causato la distruzione di intere foreste e di abitazioni e che ha visto il coinvolgimento di tutta Italia che ha inviato aiuti e favorito iniziative di sostegno economico per la popolazione locale.
 
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Le due torri sul fiume sono un chiaro emblema dei diritti di transito fluitazione (transito di tronchi sull'acqua) vantati sul Cordevole, come più in generale del diritto ad una gestione autonoma, motivo di grandi scontri con Belluno, fin dal XII secolo.<ref>{{Cita libro |titolo=Stemmi di Comuni e Province venete. Analisi araldica dei Comuni mandamentali del Veneto |autore=Mary Falco Moretti |editore=Edizioni In Castello |città=Venezia |anno=1985 |p=39 |ISBN=no}}</ref>
 
Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del [[Capo del governo primo ministro segretario di Stato|Capo del governo]] del 3 marzo 1929 mentre con decreto regio del 13 settembre 1928, e [[lettere patenti]] del 28 febbraio 1929<ref>{{Cita pubblicazione |rivista=Bollettino ufficiale della Consulta Araldica |volume=vol. IX |numero=n. 41 |editore=Istituto Poligrafico dello Stato - Libreria |città=Roma |anno=1931 |mese=maggio |p=104}}</ref>, Vittorio Emanuele III approvò il [[gonfalone]] comunale costituito da un drappo di bianco<ref name="AralCiv" /><ref name="ACSFascCom">{{cita web|url=http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.detail.html?5944 |titolo=Agordo |sito=Ufficio araldico - Fascicoli comunali |editore=Archivio Centrale dello Stato |accesso=20 gennaio 2023 }}</ref>.
 
=== Onorificenze ===