Luigi Cavallo: differenze tra le versioni

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Fu accreditato all'[[Unione Europea Occidentale|UEO]], all'[[OCDE]] e all'[[OPEC]] sin dalla loro fondazione e membro dell{{'}}''International Institute for Strategic studies'' di Londra. Ha intervistato i maggiori esponenti militari europei. Dal 1977 risiedé in Francia, a [[Parigi]] e a [[Montigny (Loiret)|Montigny sur Loing]]. È stato implicato (e, poi, prosciolto) nel presunto [[Golpegolpe bianco]], con [[Edgardo Sogno]], e nella vicenda [[Roberto Calvi|Calvi]]-[[Michele Sindona|Sindona]].
 
== Biografia ==
=== Gli studi e i primi contatti con l'antifascismo ===
Giovanissimo, Luigi Cavallo partecipò alle riunioni, all'[[Università di Torino]] o sotto i portici di via Sacchi, di un gruppo di giovani universitari (tra 17 e i 21 anni nel [[1937]]) che, in seguito, presero tutti posizioni antifasciste. Trattavasi di Mario Arnò, Paolo Faraggiana, Antonio Micheletti, Alberto Vergnano, Giuseppe Regis (poi passato all'[[Università di Roma]]), Leone Diena, Giorgio Diena, Silvia Pons, Lisetta Giua, Liliana De Benedetti, [[Natalia Ginzburg]], Letterio Savoia, Vito Pandolfi (successivamente professore di Storia del Teatro all'Università di Roma e regista; non era iscritto all'Università, ma frequentava l'Ateneo, soprattutto per ascoltare le conferenze del professore di letteratura italiana, prof. Pastonchi) e Giulio Tavernari (successivamente scrittore con lo pseudonimo di [[Stefano Terra]]; anche lui non iscritto all'Università. Il gruppo manteneva anche contatti con un analogo gruppo romano di [[Vezio Crisafulli]] (diventato successivamente presidente della [[Corte Costituzionale]]) e [[Tullio Vecchietti]] (poi segretario del [[PSIUP]])<ref>Ruggero Zangrandi, ''Il lungo viaggio attraverso il fascismo: contributo alla storia di una generazione'', Feltrinelli,
Milano, 1962, pag. 555, n.</ref>.
 
{{Citazione necessaria|Nel maggio 1937, Cavallo fu arrestato, incarcerato al "Ferrante Aporti" - il carcere minorile di Torino - messo a disposizione della polizia politica fascista e processato, a causa di scritte a matita contro la [[Guerraguerra di Spagna]] e [[papa [[Pio XI]] (nel marzo era stata pubblicata l'[[enciclica]] ''Divini Redemptoris'' di condanna del comunismo) a margine della rivista “Critica fascista” di Bottai. Gli fu annotata una segnalazione nei registri dell'[[OVRA]] e quindi successivamente fu escluso dai corsi per allievo ufficiale. Nel 1939, vinse una borsa di studio della [[Humboldt-Universität zu Berlin]] e partì per [[Berlino]] ove, nell'ottobre 1942, discutendo la tesi “Hegels Wissenschaft der Logik”, con il prof. Nikolaï Hartmann, conseguì la laurea in Filosofia.
 
Nel luglio 1943, a [[Torino]], si laureò in Scienze[[scienze politiche]] (all'epoca corso di laurea della facoltà di Giurisprudenza[[giurisprudenza]]), discutendo la tesi su “La filosofia e la dottrina politica di Carl von Clausewitz” con il prof. Passerin d'Entrèves. Frequentò il laboratorio di [[Luigi Einaudi]]}}.
 
=== La Resistenza ===