Indiana: differenze tra le versioni
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A partire dalla [[battaglia di Fallen Timbers]] del [[1794]] e dal [[trattato di Greenville]] del [[1795]], i diritti dei nativi americani sulle terre dell'Indiana vennero estirpati per usurpazione, acquisto oppure tramite la guerra e i trattati. Circa metà dello stato venne acquisito nell'ambito del Trattato di St. Mary's con i [[Miami (popolo)|Miami]] del [[1818]]. Le acquisizioni non furono complete finché il [[trattato di Mississinewas]] del [[1826]] non acquisì l'ultima delle terre dei nativi americani nel nord-est.
Intorno al 1810 la frontiera dell'Indiana era definita dal [[trattato di Fort Wayne]] del 1809, che aggiunse al territorio parte delle terre sud-occidentali intorno a Vincennes e le terre sud-orientali vicine a [[Cincinnati]], fino alle aree lungo il [[Ohio (fiume)|fiume Ohio]]. Gli insediamenti erano avamposti militari come Fort Ouiatenon nel nord-ovest, Fort Miami (in seguito Fort Wayne) nel nord-est, Fort Knox e Vincennes sul fiume
Nel 1810 il capo tribale [[Shawnee]] [[Tecumseh]] e suo fratello [[Tenskwatawa]] incoraggiarono altre tribù indigene del territorio a resistere ai coloni europei. Crebbero le tensioni e gli Stati Uniti autorizzarono Harrison a lanciare una spedizione preventiva contro la confederazione di Tecumseh. Gli Stati Uniti vinsero alla [[battaglia di Tippecanoe]] il 7 novembre [[1811]] e Tecumseh venne ucciso nel [[1813]] nella battaglia del Thames. Dopo la sua morte ebbe fine la resistenza armata contro gli Stati Uniti nella regione. Molte tribù native americane nello stato furono in seguito spostate ad ovest del [[Mississippi (fiume)|fiume Mississippi]] negli anni 1820 e 1830, dopo i negoziati che portarono all'acquisto delle loro terre.<ref>Brill, pp. 36–37.</ref>
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