Riguardo all'Islam, Ibn Hazm sviluppa una sua concezione della salvezza e del peccato all'interno del testo ''"Epistola concisa sulle vie della salvezza"'' (Risālat al-Talkhīṣ fī wujūh al-takhlā in {{arabo|رسالة التلخيص في وجوه التخلي}}). All'interno di questo testo si trattano i seguenti temi divisi in capitoli: la categorizzazione dei peccati come peccati minori o gravi, la definizione e le condizioni del pentimento, il principio dell'equilibrio tra azioni buone e cattive, il principio dell'espiazione sproporzionata delle azioni cattive attraverso le azioni buone e l'intercessione del [[Maometto|Profeta]]<ref>{{Cita|Adang|p.431}}</ref>. Interessante notare come i peccati principali ricordati da Ibn Hazm siano il politeismo, stregoneria, omicidio, l'usurpazione dell'eredità degli orfani, la fuga dal campo di battaglia e la calunnia rivolta a ignare donne musulmane sposate, la menzogna, lo spergiuro (shahādat al-zūr in {{arabo|شهادة الزور}}), la mancanza di rispetto verso i genitori, mentire sul Profeta e esporre i propri genitori all'insulto insultando i progenitori di altre persone<ref>{{Cita|Adang|p.433}}</ref>. Questi peccati gravi non sempre sono citati all'interno del Corano, ma la loro individuazione arriva dalla vera fede, ciò sembrerebbe persino andare contro la filosofia zhayrita di cui Ibn Hazm era uno dei maestri. I peccati gravi sono difficilmente perdonabili da Allah, mentre i peccati minori sono sempre perdonati. A questo lungo elenco sono aggiunti circa altri 20 peccati gravi che portano il computo totale a 39 peccati gravi. All'interno di questo elenco non sono inseriti alcuni peccati che comunemente erano inseriti da altri maestri musulmani, come: sodomia (liwāṭ in {{arabo|اللواط}}), il comportamento effeminato degli uomini (taḥannuth {{arabo|السلوك الانثوي للرجل}}), compreso il vestirsi di seta o d'oro, la creazione di immagini e il gioco d'azzardo. Allo stesso modo, non vengono menzionati i peccati tradizionalmente associati alle donne, come l'ostinazione (nushūz). Insomma, come suggerito da Christian Lange nel libro di Adang, le omissioni dello studioso non suggeriscono esattamente un atteggiamento puritano da parte della comunità musulmana di al-Andalus, ma anzi la vita bohémien delle classi alto nobiliari musulmane in epoca medievale<ref>{{Cita|Adang|p.476}}</ref>.