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La critica principale che viene rivolta dagli studiosi musulmani è quella della falsificazione ('''taḥrīf''',{{arabo|تحريف}}) dei testi di Torah e Vangelo rispetto a quello che era stato il messaggio originale di Dio. Appena dopo la venuta di [[Maometto]] la maggior parte degli studiosi pensava che il testo fosse stato intenzionalmente falsificato (''taḥrīf al-naṣṣ'', {{arabo|تحريف الناس}}), mentre successivamente gli studiosi mutano parere verso l'idea che la falsificazione fosse semplicemente una falsa interpretazione del testo (''taḥrīf al- maʿnā'', {{arabo|تحريف المنى}})<ref name=Adang1/>.
Ibn Hazm si inserisce nel filone della falsificazione del testo della Bibbia, ma portando alcune considerazioni innovative. Infatti, era l'unico studioso ad avere una conoscenza estesa e approfondita del testo della [[Bibbia]], avendolo studiato dal punto di vista lessicale e [[linguistica|linguistico]]<ref name=Adang2>{{Cita|Adang|pp.460}}</ref>. Secondo Hazm le falsificazioni sono proprio delle modifiche di carattere testuali che fanno differire il testo da quanto trasmesso inizialmente da [[Dio]]. Queste considerazioni sono inserite in un testo chiamato ''"La rivelazione delle modifiche apportate dagli ebrei e dai cristiani alla Torah e ai Vangeli"'', oggi andato perduto, ma poi inserite in un altro testo
All'interno di questi testi lo studioso delinea varie argomentazione: storiche, logiche e di conoscenza di fatti naturali-scientifici. Come prima '''prova storica''' riporta l'argomento storico: i Vangeli sono stati scritti nell'epoca in cui i cristiani erano [[Persecuzione dei cristiani nell'Impero romano|perseguitati]], per questo motivo non sarebbero stati in grado di conservare in maniera precisa il testo del messaggio di [[Gesù]]. Un'altra prova storica viene presa direttamente dalle dichiarazioni dei cristiani, che ritengono che i Vangeli siano stati scritti da quattro [[evangelista|uomini]]. Infine, viene presa ad esempio la tardiva [[Conversione religiosa|conversione]] di [[Costantino I|Costantino]], che non seguì mai la dottrina ufficiale della Chiesa sulla divinità di Cristo, ma invece la teoria di [[Arianesimo|Ario]] che sosteneva come Gesù fosse un uomo e un [[profeta]]<ref>{{Cita|Adang|pp.461-462}}</ref>. Soprattutto la lenta conversione di
A conseguenza di queste teorie, il cristianesimo viene considerato da Ibn Hazm come una stolta [[idolatria]], proprio perchè in netta contraddizione con il senso comune. Infatti, secondo Ibn Hazm la percezione sensoriale è l'unico mezzo messo a disposizione dell'uomo per distinguere verità falsità. Tramite questo mezzo lo studioso analizza il materiale narrativo dei Vangeli e ne trova le incompatibilità con le leggi di natura e la logica della mente umana. Esse non possono nemmeno essere interpretate tramite metafore e allegorie, rifiutate dalla sua interpretazione. Ibn Hazm ritiene l'Islam come unica religione naturale ({{latino|religio naturalis}}), questo le conferisce la possibilità di correggere ogni altra fede o religione<ref>{{Cita|Adang|p.476}}</ref>.
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