Franco Freda: differenze tra le versioni
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Il suo nome emerse anche in relazione alla figura dell'amico e collaboratore [[Adriano Romualdi]], figlio del presidente del Movimento Sociale Italiano [[Pino Romualdi]] e considerato l'allievo prediletto di Julius Evola nonché una delle figure di punta della destra radicale. Il nome di Romualdi, era infatti emerso nel corso delle indagini sulla strage di Piazza Fontana per un suo ipotetico coinvolgimento nella strage: era infatti stato indicato come l'unico personaggio che poteva chiarire circostanze fondamentali sui rapporti tra la cellula veneta di Freda e il SID di Guido Giannettini, ma morì nell'agosto del 1973 in un incidente stradale sulla via Aurelia di cui non furono mai ricostruite chiaramente le dinamiche prima che venisse interrogato in merito. La sua morte suscitò sospetti sul fatto che non si fosse trattato di un banale incidente a causa di un suo ipotetico coinvolgimento con la strage di Piazza Fontana e coi servizi segreti<ref>{{Cita web|url=https://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2008/10/19/Cultura/Libri/LIBRI-IL-SANGUE-E-LA-CELTICA-UNA-STORIA-ARMATA-DEL-NEOFASCISMO-2_141816.php|titolo=I dubbi sulla morte di Adriano Romualdi - Il "vicario" Freda non ama gli amarcord}}</ref>.
La rivista clandestina ''Quex'', legata ai Nuclei Armati Rivoluzionari, fondata da Fabrizio Zani, Mario Tuti, Maurizio Murelli, [[Edgardo Bonazzi]] e Angelo Izzo e pubblicata con cadenza irregolare tra il [[1978]] e il [[1981]] era apertamente ispirata agli ideali di Freda espressi nel suo saggio ''La disintegrazione del sistema''. Nonostante ciò lo stesso nome di Freda finirà nella rubrica "''Écrasez l'infâme''" ("schiacciate l'infame"), il cui scopo era smascherare i traditori o gli infiltrati e di causarne l'annientamento morale ed eventualmente l'eliminazione fisica, accusato di coinvolgimento con i [[servizi segreti italiani]], il quale verrà aggredito da alcuni esponenti di estrema destra all'interno del carcere di [[Trani]], tra cui il NAR [[Egidio Giuliani]], compagno di cella di [[Pierluigi Concutelli]], ordinovista autore dell'omicidio del magistrato [[Vittorio Occorsio]] nel 1976<ref>{{Cita web|url=https://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/15_giugno_15/freda-sulla-strage-brescia-non-si-scoprira-mai-verita-dda94944-133c-11e5-8f7b-8677cfd62f52.shtml|titolo=Freda: «Sulla strage di Brescia non si scoprirà mai la verità|data=15 giugno 2015}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://firenze.repubblica.it/cronaca/2023/09/24/news/egidio_giuliani_uffizi_estremismo_nero_nar-415553436/|titolo=Dall’estremismo nero alla massoneria: Egidio Giuliani, omicidi e misteri|autore=Luca Serranò|data=24 settembre 2023}}</ref>.
Alcune frasi estrapolate da libri di Franco Freda furono citate nella sentenza sulla [[strage di Bologna]], come prova che la strage ebbe matrice ideologica neofascista, in particolare il testo ''La disintegrazione del sistema'' e un testo anonimo pubblicato dalle Edizioni di Ar, da taluni commentatori attribuito a Freda, in cui si dice che «bisognava fare [...] una strage dalla quale non uscissero che fantasmi».<ref>Marco Belpoliti, Gianni Canova, Stefano Chiodi, ''Annisettanta - Il decennio lungo del secolo breve'', Skira, 2007, pag. 248</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.ferdinandocamon.it/articolo_B_Occidente.htm |titolo=Ferdinando Camon, ''Occidente e la strage di Bologna'' |accesso=3 agosto 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924011810/http://www.ferdinandocamon.it/articolo_B_Occidente.htm |urlmorto=sì }}</ref><ref>[http://www.stragi.it/2agost80/Capit2.htm ''Strage di Bologna del 2 agosto 1980 - 1a Corte di Assise di Appello di Bologna - SENTENZA 16 MAGGIO 1994''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150924110751/http://www.stragi.it/2agost80/Capit2.htm |data=24 settembre 2015 }}</ref> Ad ogni modo Freda fu citato solo come ideologo di estrema destra, senza responsabilità penali nella strage della stazione del 2 agosto 1980, per la quale sono stati condannati i [[Nuclei Armati Rivoluzionari]] di [[Valerio Fioravanti]], sostenitori, ispirati dalla ''Disintegrazione'', del «fronte unito rivoluzionario» tra [[terrorismo nero]] e [[terrorismo rosso]].<ref>[http://storicamente.org/sessantotto-guerrieri_link18 Recensione a Franco Freda, La disintegrazione del sistema]</ref> Nel 2018 Freda ha espresso sostegno al ministro dell'Interno e vicepremier [[Lega Nord|leghista]] [[Matteo Salvini]] definendolo un "salvatore della razza bianca".<ref>[http://www.dire.it/29-11-2018/267763-terrorista-nero-freda-salvini-salvatore-razza-bianca/ Parla l’ex terrorista nero Freda: “Salvini è il salvatore della razza bianca in Europa”]</ref>
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