Tolleranza zero: differenze tra le versioni

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Loïc Wacquant
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La [[Corte costituzionale]] italiana «ha progressivamente riconosciuto, anche in materia penale, il [[Principio di proporzionalità|principio di proporzione]] tra illecito e sanzione, quale ulteriore implicazione della ragionevolezza – o meglio, della “ragionevolezza intrinseca” – capace di spostare il sindacato sull'equilibrio interno alla fattispecie»<ref>[https://www.cortecostituzionale.it/documenti/convegni_seminari/PRINCIPI_COSTITUZIONALI_IN_MATERIA_PENALE.pdf ''PRINCIPI COSTITUZIONALI IN MATERIA PENALE (DIRITTO PENALE SOSTANZIALE)'', Quaderno predisposto in occasione dell'incontro trilaterale delle Corti costituzionali italiana, spagnola e portoghese, Madrid 13 – 15 ottobre 2011, p. 53].</ref>: infatti «il principio di uguaglianza (...) esige che la pena sia proporzionata al disvalore del fatto illecito commesso, in modo che il sistema sanzionatorio adempia, nel contempo, alla funzione di difesa sociale ed a quella di tutela delle posizioni individuali» (sentenza n. 409 del 1989).
 
Nel libro ''Parola d'ordine: Tolleranza zero'', [[LoicLoïc Wacquant]] scrive che, per averne la prova dell'inefficacia di questa politica, basta confrontare i dati statistici sui reati di New York con quelli di [[San Diego]]: tra il 1993 e il 1996, la metropoli californiana può vantare una diminuzione della criminalità identica a quella di New York, avendo adottato tutt'altre politiche.
 
== Note ==