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|titolo = Il manicomio di Pechino
|titoloalfa = Manicomio di Pechino, Il
|autore = [[Mario Tobino]]
|annoorig = 1990
|genere = [[romanzo]]
|sottogenere = [[autobiografia|autobiografico]]
|lingua = it
|ambientazione = [[LuccaMaggiano]]
[[Lucca]]
|protagonista = *Alfeo Ottaviani
*Gli abitanti dell'ospedale psichiatrico di Lucca
}}
 
'''''Il manicomio di Pechino''''' è un [[romanzo]] [[autobiografia|autobiografico]] di [[Mario Tobino]], scrittore e psichiatra italiano. La pubblicazione è avvenuta nel maggio del [[1990]].
 
Nel 1990, con ''Il manicomio di Pechino'', l'autore ha vinto il [[Premio letterario Elba]]<ref>{{Cita web|url=https://www.premioletterarioelba.it/albo-doro-del-premio/|titolo=Albo d’Oro del Premio|accesso=12 ottobre 2023}}</ref>.
 
== Storia editoriale ==
La stesura della prima redazione è coeva con le date di ambientazione del romanzo e, dunque, risale a molti anni prima della pubblicazione<ref> OPERE SCELTE</ref>. Alcune notizie della stesura del testo, infatti, si hanno nel momento della scrittura de [[Le libere donne di Magliano]]<ref> Tobino medico di manicomio attraverso il diario, Primo De Vecchis</ref>, ma nessun estratto di questo diario romanzato emerge in pubblicazioni successive.
Il proposito originario di scrittura era probabilmente quello di proseguire la narrazione del diario dall'ospedale di [[Maggiano]] contenuta in [[Le libere donne di Magliano]], che aveva riscontrato una grande accoglienza da parte del pubblico. Il secondo "diario da Maggiano" avrebbe dovuto dunque completarlo, con la narrazione di altri aspetti della vita e della gestione dell'ospedale psichiatrico.
 
Le prime notizie pubbliche dell'esistenza del testo appaiono nello stesso anno della pubblicazione, il [[1990]], in coincidenza con gli ottanta anni di Tobino. Già nel gennaio alcune notizie escono sui principali quotidiani nazionali<ref>Pardini 1990</ref>. Il volume esce nel maggio, e l'accoglienza critica è varia e nazionalmente rilevante.
 
== Trama ==
L'autore, che per la narrazione assume il nome di EvandroAlfeo Ottaviani, scrive un diario che comprende il periodo tra il 21 settembre 1955 e il 15 agosto 1956. Nel periodo dichiarato, Ottaviani è direttore incaricato del manicomio di Lucca, ma sostiene che la vicenda si svolga a [[Pechino]]. {{Citazione|Sia ben chiaro: quando dico manicomio di Lucca dico manicomio di Pechino. I nomi naturalmente sono tutti di persone cinesi. Soltanto che li ho tradotti in lingua italiana, tutti quei c, k, y, j, mi davano noia e forse disturbavano anche un probabile futuro lettore. Ma sia chiaro: manicomio di Pechino, di Pechino'! Siamo tutti cinesi<ref>M. Tobino, ''Il manicomio di Pechino'', p. 16</ref>.}}
 
Durante tutto il periodo dell'incarico, il direttore si impone perché ci sia un trattamento migliore per i malati. La cura del sonno è praticata su larga scala, per non ricorrere quasi mai all'[[elettroshock]]. Ma la cura è molto costosa e gli organi amministrativi provinciali non vedono di buon occhio la gestione di Ottaviani. Inoltre lui dà l'impulso aper molte migliorie nellall'ambiente: vuole un giardino ben tenuto, una sala mensa per il personale, alcuni reparti con laboratori di sartoria oe artigianato per i pazienti prossimi alla guarigione. In occasione del [[Natale]], si allestisce un grande [[presepio]] che, sottoposto a un concorso, vince il primo premio. Vi hanno lavorato pazienti, guidati da artigiani che seguono volentieri le iniziative del direttore.
 
Sei mesi dopo, Ottaviani (che per tutti è un [[anticlericale]]) si impegna per la processione del [[Corpus Domini]], alla quale invita gli infermieri in pensione e i frati che in passato avevano il loro convento dove ora c'è il manicomio. Tutto riesce molto bene ed è accolto con gratitudine dagli ex dipendenti, ma il direttore, in costante attrito con l'amministrazione, sa che si è fatto altri nemici. Il direttore in congedo, De Ambrosis, cerca di riprendere i contatti con il suo ruolo, ma Ottaviani gli dice apertamente che, o il direttore ritorna in servizio, oppure il responsabile è lui e si atterrà a quanto gli è richiesto. Intransigente, Ottaviani sostiene di esserlo per amore dei matti.
 
Per questo, quando a metà luglio, De Ambrosis apprende che sarà sottoposto a una visita per appurare la sua idoneità a dirigere un manicomio, Ottaviani dice che vuole tornare a fare il primario, occuparsi di un reparto e non ambire in alcun modo alla carica. Raccomanda anzi che un suo stimato collega sia elevato alla direzione dell'istituto di cura. Ciò si svolge proprio in questo modo: Ottaviani sarà primario del reparto femminile, Alfonsine (il collega) direttore provvisorio, fino al concorso che nominerà il direttore definitivo. Ottaviani, appassionato di letteratura, ha dovuto accontentarsi del diario durante i mesi precedenti e ora, appagato e relativamente libero, ritrova tempo e voglia per la scrittura.
 
== Personaggi ==
 
== Ricezione critica ==
 
Le prime notizie del testo appaiono nel gennaio del 1990 sui principali quotidiani nazionali, in occasione degli ottanta anni dell'autore. Le prime anticipazioni parlano del «libro a cui attendevo con indicibili sofferenze»<ref>Pardini 1990</ref>.
 
== Contesto storico ==