Roberto Calvi: differenze tra le versioni
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Dal [[1975]] al [[1982]] è stato il [[presidente]] del [[Banco Ambrosiano]], una delle principali [[Banca|banche]] private [[Chiesa cattolica|cattoliche]], al centro di una [[bancarotta]] considerata uno dei più gravi scandali finanziari italiani che coinvolse la [[criminalità organizzata]], la [[loggia massonica P2]], parti del sistema [[politico]] e del [[Vaticano]]. È stato infatti soprannominato ''Il banchiere di Dio'' per i suoi stretti legami con l'[[Istituto per le opere di religione|Istituto per le Opere di Religione]] (IOR), la banca del Vaticano, maggiore [[azionista]] dell'Ambrosiano.
Sono rimaste avvolte nel mistero le circostanze della sua morte, che, dopo la prima frettolosa sentenza che parlava di [[suicidio]], venne chiaramente indicata come un [[omicidio]] i cui autori sono ancora oggi ignoti.
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== Biografia ==
=== Anni giovanili ===
Figlio di Giacomo Calvi e Maria Rubini, suo padre era un dirigente della [[Banca Commerciale Italiana]], dove poi verrà assunto anche lui<ref name="SAN2">{{Cita web|url=http://www.imprese.san.beniculturali.it/web/imprese/protagonisti/scheda-protagonista?p_p_id=56_INSTANCE_6uZ0&articleId=127517&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&groupId=18701&viewMode=normal|titolo=Roberto Calvi|sito=SAN - Portale degli Archivi d'impresa|accesso=5 febbraio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180205185101/http://www.imprese.san.beniculturali.it/web/imprese/protagonisti/scheda-protagonista?p_p_id=56_INSTANCE_6uZ0&articleId=127517&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&groupId=18701&viewMode=normal|dataarchivio=5 febbraio 2018|urlmorto=no}}</ref>. Si diplomò al Liceo Classico; nel [[1939]] si iscrisse alla facoltà di [[Economia e commercio]] dell'[[Università Bocconi]], dedicandosi nel contempo ad attività politiche, dirigendo l'Ufficio Stampa e Propaganda dei [[Gruppi Universitari Fascisti]]. L'entrata dell'Italia nella [[
Dopo la fine del conflitto ottenne un posto alla Banca Commerciale, ma vi rimase solo fino al [[1947]], quando venne assunto come impiegato dal [[Banco Ambrosiano]] grazie ai buoni rapporti del padre con uno dei dirigenti della banca, [[Alessandro Canesi]] (futuro direttore generale nel [[1959]] e, dal [[1965]], presidente).
=== Carriera nel mondo finanziario ===
Il Banco era una [[banca privata]] strettamente legata allo [[Istituto per le opere di religione|IOR]], la banca vaticana. Lavorando nel settore esteri della banca, Calvi acquisì una notevole esperienza nell'ambito dei [[Paradiso fiscale|paradisi fiscali]]. Nel [[1958]] divenne assistente personale di Canesi. Nel [[1960]], con la riorganizzazione del settore esteri, venne nominato responsabile per le operazioni di carattere finanziario; ottenne anche molti incarichi in consigli di amministrazione di diverse controllate estere del [[Banco Ambrosiano]].
Nel [[1968]] conobbe [[Michele Sindona]], divenendone socio in affari; nel [[1975]], tramite Sindona, conobbe [[Licio Gelli]] e [[Umberto Ortolani]], che lo fecero [[Appartenenti alla P2#C|entrare nella loggia massonica P2]] il 23 agosto di quell'anno e fu registrato col numero di
Nel [[1971]] fu sempre Sindona, dopo il clamoroso fallimento dell'[[OPA]] sulla [[Bastogi (azienda)|Bastogi]] (considerato l'inizio della fine dell'impero finanziario sindoniano), a cedere a Calvi il controllo della società finanziaria [[La Centrale (società finanziaria)|La Centrale]] (che deteneva partecipazioni azionarie in molte industrie e banche italiane), la quale fu trasformata da holding industriale a bancario-assicurativa e utilizzata dall'Ambrosiano per acquisire partecipazioni nel [[Credito Varesino]], nella [[Toro Assicurazioni]] e nella [[Banca Cattolica del Veneto]]<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/09/28/quel-magliaro-che-scalo-il-cielo.html|titolo=QUEL MAGLIARO CHE SCALO' IL CIELO - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=28 settembre 1984|lingua=it|accesso=3 dicembre 2022}}</ref><ref name=":023">{{Cita web|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1982/06/27/page_002.pdf|titolo=Calvi, una carriera tra segreti e ricatti|editore=L'Unità|data=27 giugno 1982}}</ref>.
Nel [[1972]] Calvi partecipò alla [[truffa]] sulla vendita delle [[Azione (finanza)|azioni]] della Pacchetti S.p.A., cedute da Sindona alla [[holding]] [[Lussemburgo|lussemburghese]] "Zitropo" legata al Banco Ambrosiano
In poco tempo divenne infatti uno dei finanzieri più aggressivi: acquistò la svizzera [[Banca del Gottardo]], fondò una [[società finanziaria]] in [[Lussemburgo]], la Banco Ambrosiano Holding, aprì [[Società consociata|consociate]] del Banco Ambrosiano in [[Sudamerica]] (il Banco Ambrosiano Andino di [[Lima (Perù)|Lima]] e il Banco Ambrosiano Group Comercial di [[Managua]]) e, insieme all'arcivescovo [[Paul Marcinkus|Marcinkus]] e a Sindona, fondò la Cisalpine Overseas Bank (poi rinominata Banco Ambrosiano Overseas) a [[Nassau]] ([[Bahamas]])<ref name=":023" /><ref name=":1">{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/02/26/ricercati-gli-uomini-oro-dello-ior.html|titolo=RICERCATI GLI UOMINI D'ORO DELLO IOR - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=26 febbraio 1987|lingua=it|accesso=14 dicembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/2006/b/sezioni/esteri/marcinkus/marcinkus/marcinkus.html|titolo=Repubblica.it » esteri » È morto Marcinkus il "banchiere di Dio"|sito=www.repubblica.it|data=21 febbraio 2006|lingua=it|accesso=29 dicembre 2022}}</ref>. Sempre insieme allo IOR, creò una fitta rete di [[società offshore]] in [[Paradiso fiscale|paradisi fiscali]] come il [[Lussemburgo]], [[Panama]] o il [[Liechtenstein]]<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2007/08_Agosto/06/ambrosiano_crac_draghi.html|titolo=Corriere della Sera - La lezione del crac Ambrosiano|sito=www.corriere.it|data=6 agosto 2007|lingua=it|accesso=14 dicembre 2022}}</ref><ref>{{cita libro|autore=[[Ferruccio Pinotti]]|titolo=Poteri forti|editore=Editore Biblioteca Universale Rizzoli|citazione=È la galassia delle società panamensi – Astolfine, Bellatrix, Belrosa, Erin, Laramie, Starfiled -, registrate nel più accogliente dei paradisi fiscali mondiali e gestite dagli uomini di fiducia di Pierre Siegenthaler. Lo scopo era quello di riempire le scatole vuote di Panama con i soldi scippati al Banco Ambrosiano. Costituire una società a Panama era ancora più semplice che a Nassau. Il costo da sostenere era di soli 285 dollari. Con un capitale minimo queste società potevano indebitarsi per milioni di dollari
Sulla posizione del Vaticano circa l'attendibilità della lettera, vedi l'articolo del quotidiano ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'' del 22 aprile [[1992]]: {{Cita libro|autore=|titolo='Quella lettera non arrivò mai'|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/04/22/quella-lettera-non-arrivo-mai.html| La consacrazione come membro del cosiddetto "''salotto buono della finanza italiana''" si concretizzò con il suo ingresso nel consiglio di amministrazione della [[Università Bocconi|Bocconi]], in qualità di vicepresidente di [[Giovanni Spadolini]], il quale era molto insofferente della sua presenza. Risalgono a questo periodo ([[1979]]-[[1982]]) donazioni di centinaia di milioni di lire del Banco Ambrosiano, per mezzo di sue controllate ([[Banca Cattolica del Veneto]] e [[Credito Varesino]]), all'università<ref>{{Cita libro|nome=Mario|cognome=Pisani|titolo=Roberto Calvi e il Banco ambrosiano: da un'arringa di parte civile|url=https://books.google.it/books?id=4WdxquFnGJUC&pg=PA35&lpg=PA35&dq=bocconi+roberto+calvi&source=bl&ots=9KYhJeYgrM&sig=Nlq8CEr_o1duR1DeuDgtl6W6x-8&hl=en&sa=X&ei=n7RLT4XfMoGfOorSkfII&redir_esc=y|accesso=17 giugno 2019|data=2010|editore=CEDAM|lingua=it|ISBN=9788813298975|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181128210831/https://books.google.it/books?id=4WdxquFnGJUC&pg=PA35&lpg=PA35&dq=bocconi+roberto+calvi&source=bl&ots=9KYhJeYgrM&sig=Nlq8CEr_o1duR1DeuDgtl6W6x-8&hl=en&sa=X&ei=n7RLT4XfMoGfOorSkfII&redir_esc=y|dataarchivio=28 novembre 2018|urlmorto=no}}</ref>. Tali rapporti con l'ateneo italiano suscitarono polemiche e un'[[interrogazione parlamentare]] da parte dei [[Partito Radicale (Italia)|Radicali]] nel [[1982]]<ref>{{Cita web|url=http://www.radioradicale.it/exagora/calvi-e-luniversita-bocconi-0|titolo=L'interrogazione parlamentare|accesso=27 febbraio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151222150321/http://www.radioradicale.it/exagora/calvi-e-luniversita-bocconi-0|dataarchivio=22 dicembre 2015|urlmorto=sì}}</ref>.
Nel [[1979]], con la mediazione di Gelli e Ortolani<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/02/14/quando-roma-ci-scippo-quell-inchiesta.html|titolo=' QUANDO ROMA CI SCIPPO' QUELL' INCHIESTA SU GELLI' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=14 febbraio 1993|lingua=it|accesso=14 dicembre 2022}}</ref>, Calvi stipulò un accordo con l'industriale [[Carlo Pesenti]], ''patron'' di [[Italcementi]], il quale entrò nel [[Consiglio di amministrazione|c.d.a.]] della Centrale
=== Crisi del Banco Ambrosiano ===
{{Vedi anche|Crack del Banco Ambrosiano}}
{{Doppia immagine|destra|Francesco Pazienza.jpg|150|Flavio Carboni.jpg|150|[[Francesco Pazienza]] (a sinistra) e [[Flavio Carboni]] (a destra), stretti collaboratori di Calvi nell'ultimo periodo della sua vita e condannati per aver sottratto dalle casse del Banco Ambrosiano ben 7 miliardi e mezzo di lire in veste di finanziamenti<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/03/07/dal-crack-ambrosiano-al-supersismi.html|titolo=DAL CRACK AMBROSIANO AL 'SUPERSISMI' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=7 marzo 1985|lingua=it|accesso=12 dicembre 2022}}</ref>.}}
Il 9 novembre [[1977]] furono affissi nel centro di Milano numerosi manifesti in cui si accusava Calvi di diversi reati nella gestione del Banco Ambrosiano<ref name=":3">{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/05/22/una-vita-di-intrighi-dal-sindacato-giallo.html|titolo=UNA VITA DI INTRIGHI DAL SINDACATO GIALLO ALLA VICENDA CALVI - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=22 maggio 1984|lingua=it|accesso=14 dicembre 2022}}</ref>. L'iniziativa avvenne
Dopo la comparsa dei manifesti, alcuni ispettori della [[Banca d'Italia]] guidati dal dottor [[Giulio Padalino]] furono inviati dall'allora [[Governatore della Banca d'Italia|governatore]] [[Paolo Baffi]] e dal vice direttore generale [[Mario Sarcinelli]] per verificare la veridicità delle accuse e con un dettagliato rapporto denunciarono molte irregolarità del Banco Ambrosiano alla magistratura<ref name=":0222">{{Cita web|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1982/07/14/page_004.pdf|titolo=La Bankitalia nel 78 definiva «incontrollabile» l'Ambrosiano|editore=L'Unità|data=14 luglio 1982}}</ref>: l'inchiesta venne affidata al [[sostituto procuratore]] di [[Milano]] [[Emilio Alessandrini]], il quale venne ucciso il 29 gennaio [[1979]] da un commando di [[Terrorismo|terroristi]] di [[Prima Linea (organizzazione)|Prima Linea]]<ref name=":022">{{Cita web|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1981/04/08/page_004.pdf|titolo=Banco Ambrosiano: improvviso vertice a Roma con Pertini?|editore=L'Unità|data=8 aprile 1981}}</ref>. Il 24 marzo successivo, Baffi e Sarcinelli, artefici dell'ispezione, vennero arrestati e costretti alle dimissioni<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/07/22/ora-qualcuno-chiedera-scusa-paolo-baffi-sarcinelli.html|titolo=ORA QUALCUNO CHIEDERA' SCUSA A PAOLO BAFFI E SARCINELLI? - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=22 luglio 1984|lingua=it|accesso=14 dicembre 2022}}</ref> ma poi completamente prosciolti nel [[1983]], in seguito all'accertamento dell'assoluta infondatezza delle accuse mosse a loro carico<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfoglio.it/politica/2016/09/20/news/ciampi-e-il-metodo-baffi-alla-prova-dellattacco-affaristico-giudiziario-104272/|titolo=Ciampi e il “metodo Baffi” alla prova dell'attacco affaristico-giudiziario|sito=www.ilfoglio.it|lingua=it|accesso=2022-12-14}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2005/09/29/Economia/BANKITALIA-BAFFI-INCRIMINATO-E-SARCINELLI-ARRESTATO-IL-PRECEDENTE-DEL-79_155543.php|titolo=BANKITALIA: BAFFI INCRIMINATO E SARCINELLI ARRESTATO, IL PRECEDENTE DEL '79|sito=www1.adnkronos.com|accesso=2022-12-14}}</ref>.
In seguito il Banco si trovò ad affrontare una prima crisi di liquidità che si risolse grazie a finanziamenti della [[Banca Nazionale del Lavoro|BNL]] e dell'[[Eni]] per circa 150 milioni di [[Dollaro statunitense|dollari]]; una seconda crisi di liquidità nel 1980 fu risolta grazie a un nuovo finanziamento dell'ENI di 50 milioni di dollari, per ottenere i quali Calvi — come risulta dagli atti processuali — pagò una tangente di 7 milioni di dollari a [[Claudio Martelli]]<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1993/febbraio/11/Martelli_sotto_inchiesta_dimette_co_0_9302114862.shtml Martelli sotto inchiesta si dimette] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100711022650/http://archiviostorico.corriere.it/1993/febbraio/11/Martelli_sotto_inchiesta_dimette_co_0_9302114862.shtml |data=11 luglio 2010 }}, ''[[Corriere della Sera]]'', 11 febbraio 1993
Nel marzo [[1981]], con la scoperta delle liste degli appartenenti alla loggia [[P2]], Calvi rimase senza protezioni e cercò l'aiuto del Vaticano e dello [[Istituto per le opere di religione|IOR]], ma poco meno di due mesi dopo, il 21 maggio, venne arrestato su ordine del magistrato [[Gerardo D'Ambrosio]]<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/04/01/ambrosio-il-magistrato-che-dispiaceva-alla-loggia.html|titolo=D'Ambrosio il magistrato che dispiaceva alla loggia P2 - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=1º aprile 2014|lingua=it|accesso=4 dicembre 2022}}</ref> per esportazione illecita di [[valuta]], processato e condannato a 4 anni di reclusione<ref name=":023" />. In carcere, Calvi, in preda
In attesa del processo di appello, Calvi fu messo in libertà, tornando a presiedere il Banco con una chiara insoddisfazione intima per mancanza di libertà di agire. Iniziò perciò le manovre per salvarlo dal fallimento: su sua richiesta, vennero firmate dall'arcivescovo Marcinkus e dai dirigenti Luigi Mennini e Pellegrino de Strobel delle [[Lettera di gradimento|lettere di patronage]] (garanzia di copertura del debito) in cui lo IOR ammetteva di possedere le [[società offshore]] estere fortemente indebitate con il [[Banco Ambrosiano]]
Vedi: [[David Yallop]], ''[[In nome di Dio]]'', Pironti, 1997; [[Gianluigi Nuzzi]], ''[[Vaticano S.p.A.]]'', Chiarelettere, 2009.</ref>. Inoltre, nel disperato tentativo di trovare fondi per il salvataggio, strinse rapporti con [[Francesco Pazienza]] (legato al [[SISMI]]) e con [[Flavio Carboni]], un discusso [[imprenditore]] [[Sardegna|sardo]] legato al boss mafioso [[sicilia]]no [[Pippo Calò]] e alla [[banda della Magliana]], con il quale entrò in operazioni [[Settore immobiliare|immobiliari]] finalizzate al [[riciclaggio di denaro sporco]]<ref name="carboni">{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/aprile/11/Calvi_indagate_sorelle_legate_Flavio_co_0_9704113863.shtml|titolo=Calvi: indagate sorelle legate a Flavio Carboni|editore=Corriere della Sera|data=11 aprile 1997|accesso=17 giugno 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140108223835/http://archiviostorico.corriere.it/1997/aprile/11/Calvi_indagate_sorelle_legate_Flavio_co_0_9704113863.shtml|dataarchivio=8 gennaio 2014|urlmorto=no}}</ref>; Carboni venne poi condannato e infine assolto con altri come mandante del tentato omicidio di [[Roberto Rosone]], vicepresidente del Banco Ambrosiano, al quale era passata la gestione della banca dopo l'arresto di Calvi<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1994/gennaio/15/condannati_Carboni_boss_della_Magliana_co_0_940115795.shtml|titolo=Condannati Carboni e un boss della Magliana. Sono i mandanti del tentato omicidio di Rosone|editore=Corriere della Sera|data=15 gennaio 1994|lingua=it|accesso=17 giugno 2009|autore=Paolo Biondani|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140108223740/http://archiviostorico.corriere.it/1994/gennaio/15/condannati_Carboni_boss_della_Magliana_co_0_940115795.shtml|dataarchivio=8 gennaio 2014|urlmorto=no}}</ref>.
Rosone fu vittima di un attentato da parte di [[Danilo Abbruciati]], un boss della [[banda della Magliana]], perché aveva cominciato a tenere ordine nei conti del [[Banco Ambrosiano]], anche vietando ulteriori crediti senza garanzia concessi a [[Flavio Carboni]]<ref>{{Cita web|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=CronologiaCalvi|titolo=Il caso Calvi, un mistero italiano<!-- Titolo generato automaticamente -->|accesso=13 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130121203247/http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=cronologiaCalvi|dataarchivio=21 gennaio 2013|urlmorto=no}}</ref>. Lo stesso Carboni, durante il processo, dichiarò<ref name="carboni" />: {{Citazione|Non capisco che interesse potevo avere a fare del male a Calvi. Al contrario, potevo avere l'interesse opposto, visto che mi aspettavo da lui un premio piuttosto consistente.}} La situazione comunque precipitò e Calvi e Carboni cercarono ancora l'intervento dello IOR, che rifiutò di fornire aiuto di fronte ai numerosi fatti criminosi che via via emergevano.▼
▲Rosone fu vittima di un attentato da parte di [[Danilo Abbruciati]], un boss della [[banda della Magliana]], perché aveva cominciato a tenere ordine nei conti del [[Banco Ambrosiano]], anche vietando ulteriori crediti senza garanzia concessi a [[Flavio Carboni]]<ref>{{Cita web|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=CronologiaCalvi|titolo=Il caso Calvi, un mistero italiano<!-- Titolo generato automaticamente -->|accesso=13 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130121203247/http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=cronologiaCalvi|dataarchivio=21 gennaio 2013|urlmorto=no}}</ref>. Lo stesso Carboni, durante il processo, dichiarò<ref name="carboni" />: {{Citazione|Non capisco che interesse potevo avere a fare del male a Calvi. Al contrario, potevo avere l'interesse opposto, visto che mi aspettavo da lui un premio piuttosto consistente
=== L'ultimo viaggio e la morte ===
[[File:Blackfriars Bridge, River Thames, London, with St Pauls Cathedral.jpg|thumb|Il [[Ponte dei Frati Neri|Blackfriars Bridge]] a [[Londra]], sotto al quale Roberto Calvi fu ritrovato impiccato]]
Il [[7 giugno]] [[1982]] Calvi incaricò Carboni di organizzare il suo espatrio clandestino a [[Zurigo]], in [[Svizzera]], al fine di cercare fondi
Il 14 giugno incontrò nuovamente Carboni a [[Bregenz]], al confine con la [[Svizzera]], in attesa di partire per Zurigo, ma avvenne un cambio di programma: il 15 giugno partì invece verso [[Londra]] dall'[[aeroporto di Innsbruck]] con un jet privato messo a disposizione dal finanziere svizzero Hans Albert Kunz; il 16 giugno Carboni partì da [[Amsterdam]] insieme alle sorelle Kleinszig per raggiungere Calvi a [[Londra]], dove alloggiava nel residence
La mattina del [[18 giugno]], Calvi venne trovato impiccato
Quattro giorni dopo la misteriosa morte del banchiere, il ministro del Tesoro [[Beniamino Andreatta]], su proposta della [[Banca d'Italia]], dispose lo scioglimento degli organi amministrativi del Banco Ambrosiano e il 6 agosto successivo la banca venne messa in [[liquidazione]]<ref>F. Belli e S. Maccarone (a cura di), «Le crisi bancarie: il caso del Banco Ambrosiano», Milano, Giuffrè, 1985, pp. 37-44.</ref>. I commissari liquidatori della Banca d'Italia chiesero all'arcivescovo Marcinkus di saldare il debito dello IOR nei confronti del Banco (1,2 miliardi di dollari), ottenendo una risposta negativa<ref name=":9" /><ref name="Nuzzi">{{cita libro|autore=[[Gianluigi Nuzzi]]|titolo=Vaticano Spa|editore=Editore Chiarelettere}}</ref>. Lo IOR, senza ammettere alcuna responsabilità, pagò volontariamente, definendolo ''contributo volontario''<ref name="Corriere">[http://archiviostorico.corriere.it/1998/luglio/20/Quando_monsignor_Marcinkus_era_vero_co_0_980720110.shtml Corriere della Sera]
==Indagini sulla morte==
===Indagini della magistratura inglese===
Per la magistratura inglese la morte di Calvi venne archiviata come [[suicidio]], come affermato da una perizia medico-legale. Sei mesi dopo, la [[Corte suprema del Regno Unito]] annullò la sentenza per vizi formali e sostanziali e il giudice che l'aveva emessa venne incriminato per irregolarità; il secondo processo britannico lasciò aperta sia la porta del suicidio, sia quella dell'omicidio. Le indagini caddero nella competenza territoriale della polizia
Lo scrittore [[Leonardo Sciascia]], in un articolo del 24 luglio 1982 comparso sul quotidiano ''[[Il Globo (Italia)|Il Globo]]'', sostenne che Calvi si fosse suicidato e giudicò assurda l'ipotesi dell'omicidio<ref>{{cita news | autore = Leonardo Sciascia | rivista = Il Globo | data = 24 luglio 1982 | url = http://ilpatrimonioculturaledelmeridione.blogspot.com/2013/04/il-globo-24-luglio-1982.html | urlarchivio = https://archive.today/20191214172807/http://ilpatrimonioculturaledelmeridione.blogspot.com/2013/04/il-globo-24-luglio-1982.html | dataarchivio = 14 dicembre 2019 | urlmorto = no | titolo = Copia archiviata | pubblicazione = | accesso = 14 dicembre 2019 }}, in "A futura memoria", Bompiani, Sonzogno, 1990</ref>.
Calvi venne tumulato nel cimitero di [[Drezzo]],
In [[Inghilterra]], nel settembre 2003, è stato aperto un nuovo procedimento legale sulla morte di Calvi.
===Causa civile intentata dai familiari di Calvi===
Nel [[1988]] iniziò in Italia una [[causa civile]] intentata dai familiari del banchiere che, al contrario della giustizia inglese, stabilì che Roberto Calvi era stato ucciso e impose alle [[Assicurazioni Generali]] di versare alla famiglia
===La ricettazione della borsa di Calvi===
Nel [[1986]], nel corso della sua trasmissione su [[Rai 1]], il giornalista [[Enzo Biagi]] mostrò ai telespettatori la borsa scomparsa che Calvi portava al momento della morte, portatagli dal senatore missino [[Giorgio Pisanò]],
Indagando su Guido Lena, un [[falsario]] romano, si scoprì che Carboni avrebbe trattato il contenuto della borsa di Calvi con il [[Città del Vaticano|Vaticano]], tramite monsignor [[Pavol Hnilica]]<ref>Mario Almerighi, ''La borsa di Calvi. Ior, P2, mafia: le lettere e i segreti mai svelati del banchiere di Dio'', Chiarelettere, 2015.</ref>. Per tale [[ricettazione]] nel [[1993]] Carboni, Lena e monsignor Hnilica furono condannati<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/03/24/la-borsa-di-calvi-tre-anni-al.html|titolo=LA BORSA DI CALVI TRE ANNI AL VESCOVO - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2022-12-01}}</ref>. La prima sentenza fu dichiarata nulla per vizio di procedura, ma ne seguì dopo poco un'altra che confermava
===Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia===
Una prima indagine sulla morte di Calvi della Procura di [[Milano]] condotta dal
{{Citazione|Calvi fu strangolato da [[Francesco Di Carlo]] su ordine di Pippo Calò. Calvi si era impadronito di una grossa somma di danaro che apparteneva a [[Licio Gelli]] e a [[Pippo Calò]]. Prima di fare fuori Calvi, Calò e Gelli erano riusciti a recuperare decine di miliardi e, quel che più conta, Calò si era tolto una preoccupazione perché Calvi si era dimostrato inaffidabile
Nel 1993, Valerio Viccei (rapinatore ed ex terrorista dei [[Nuclei Armati Rivoluzionari|NAR]], espatriato dall'Italia a Londra) dichiarò alla magistratura inglese
▲{{Citazione|Calvi fu strangolato da [[Francesco Di Carlo]] su ordine di Pippo Calò. Calvi si era impadronito di una grossa somma di danaro che apparteneva a [[Licio Gelli]] e a [[Pippo Calò]]. Prima di fare fuori Calvi, Calò e Gelli erano riusciti a recuperare decine di miliardi e, quel che più conta, Calò si era tolto una preoccupazione perché Calvi si era dimostrato inaffidabile.<ref>{{Cita web |url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/04/18/calvi-storia-di-banche-di-cosche.html?ref=search |titolo=CALVI, STORIA DI BANCHE E DI COSCHE - la Repubblica.it<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=3 marzo 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140102201813/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/04/18/calvi-storia-di-banche-di-cosche.html?ref=search |dataarchivio=2 gennaio 2014 |urlmorto=no }}</ref>}}
Nel [[1994]], [[Antonio Mancini (criminale)|Antonio Mancini]], ex esponente della [[banda della Magliana]] divenuto collaboratore di giustizia, dichiarò che Calvi venne ucciso su ordine di Pippo Calò e del faccendiere [[Flavio Carboni]], che costituiva un anello di raccordo tra la banda della Magliana, la mafia di Pippo Calò e gli esponenti della loggia [[P2]] di [[Licio Gelli]]<ref>{{Cita news|url=http://www.philipwillan.com/images/calvi%5B1%5D.pdf|titolo=Motivazione della sentenza per il processo per l'omicidio di Roberto Calvi - Tribunale di Roma|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.today/20140102110216/www.philipwillan.com/images/calvi%5B1%5D.pdf|dataarchivio=2 gennaio 2014}}</ref>. Nello stesso anno, un altro collaboratore di giustizia siciliano, [[Vincenzo Calcara]], sostenne di avere personalmente partecipato, pochi mesi prima dell'[[attentato a Giovanni Paolo II]] nel [[1981]], al trasferimento di due valigie, contenenti ciascuna cinque miliardi di lire,
▲Nel 1993, Valerio Viccei (rapinatore ed ex terrorista dei [[Nuclei Armati Rivoluzionari|NAR]], espatriato dall'Italia a Londra) dichiarò alla magistratura inglese e italiana che, durante una maxi-rapina a [[Knightsbridge]] nel 1987, sarebbe venuto in possesso di alcuni documenti scottanti appartenenti a Calvi e al boss [[Francesco Di Carlo]] ma non furono mai trovate conferme a tali rivelazioni<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/11/09/ma-forzieri-svizzeri-per-ora-non-svelano.html|titolo=MA I FORZIERI SVIZZERI PER ORA NON SVELANO IL GIALLO DEL CASO CALVI - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2023-03-13}}</ref><ref name=":02323">{{Cita web|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1993/11/08/page_009.pdf|titolo=Londra, caccia ai documenti di Calvi|editore=L'Unità|data=8 novembre 1993}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/04/19/quel-playboy-dei-nar-che-rubo-140.html|titolo=Quel playboy dei Nar che rubò 140 miliardi - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2023-03-13}}</ref> (Viccei sarà ucciso nel 2000 nel corso di un conflitto a fuoco con la polizia mentre era in [[Regime di semilibertà|semilibertà]])<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/04/19/ex-terrorista-in-semiliberta-ucciso-prima-della.html|titolo=Ex terrorista in semilibertà ucciso prima della rapina - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2023-03-13}}</ref>. Nel 1996 Francesco Di Carlo, diventato a sua volta [[collaboratore di giustizia]], negò di essere l'assassino di Calvi, ma ammise che Pippo Calò gli aveva chiesto di ucciderlo, ma che poi si organizzò diversamente e gli venne detto che «''la questione era stata risolta con i napoletani''»<ref>{{Cita web |url=https://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/italy/1505250/Mafia-wanted-me-to-kill-Calvi-says-jailed-gangster.html |titolo=Mafia wanted me to kill Calvi, says jailed gangster - Telegraph<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=4 maggio 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190926000834/https://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/italy/1505250/Mafia-wanted-me-to-kill-Calvi-says-jailed-gangster.html |dataarchivio=26 settembre 2019 |urlmorto=no }}</ref>. Infatti nel 1993, i collaboratori di giustizia [[Pasquale Galasso]] e [[Carmine Alfieri]], un tempo capi indiscussi della cosiddetta [[Nuova Famiglia]], avevano raccontato che un uomo di punta della [[Nuova Camorra Organizzata|NCO]], tale Giuseppe Cillari, avrebbe confidato loro che [[Vincenzo Casillo]] (braccio destro di [[Raffaele Cutolo]]) era stato l'esecutore materiale dell'omicidio Calvi perché era passato segretamente dalla parte del [[clan Nuvoletta]] e per questo doveva fare un favore a Pippo Calò<ref>{{Cita web |url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2003/12_Dicembre/13/calvi.shtml |titolo=Corriere della Sera - Omicidio Calvi: le ultime verità<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=11 marzo 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130319044830/http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2003/12_Dicembre/13/calvi.shtml |dataarchivio=19 marzo 2013 |urlmorto=no }}</ref>. Già nella seconda metà degli [[anni 1980]], nel contesto dell'inchiesta riguardante il sequestro e la liberazione dell'assessore campano [[Ciro Cirillo]] condotta dal giudice istruttore [[Carlo Alemi]], diversi [[Collaboratore di giustizia (Italia)|collaboratori di giustizia]] provenienti dalle file della [[Nuova Camorra Organizzata]] e della [[banda della Magliana]] rivelarono che Casillo sarebbe stato coinvolto nell'omicidio Calvi<ref name=":023232">{{Cita web|url=https://archivio.unita.news/assets/main/1988/09/03/page_005.pdf|titolo=Alemi riapre il capitolo del «suicidio» di Calvi|editore=L'Unità|data=3 settembre 1988}}</ref>.
Nel [[2003]], Eligio Paoli (ex contrabbandiere [[Trieste|triestino]]
▲Nel 1994, [[Antonio Mancini (criminale)|Antonio Mancini]], ex esponente della [[banda della Magliana]] divenuto collaboratore di giustizia, dichiarò che Calvi venne ucciso su ordine di Pippo Calò e del faccendiere [[Flavio Carboni]], che costituiva un anello di raccordo tra la banda della Magliana, la mafia di Pippo Calò e gli esponenti della loggia [[P2]] di [[Licio Gelli]]<ref>{{Cita news|url=http://www.philipwillan.com/images/calvi%5B1%5D.pdf|titolo=Motivazione della sentenza per il processo per l'omicidio di Roberto Calvi - Tribunale di Roma|urlmorto=sì|urlarchivio=https://archive.today/20140102110216/www.philipwillan.com/images/calvi%5B1%5D.pdf|dataarchivio=2 gennaio 2014}}</ref>. Nello stesso anno, un altro collaboratore di giustizia siciliano, [[Vincenzo Calcara]], sostenne di avere personalmente partecipato, pochi mesi prima dell'[[attentato a Giovanni Paolo II]] nel 1981, al trasferimento di due valigie, contenenti ciascuna cinque miliardi di lire, dall'abitazione siciliana di [[Francesco Messina Denaro]] (capo della "[[Famiglia (mafia)|famiglia]]" di [[Castelvetrano]]) a quella romana del notaio Salvatore Albano (a detta di Calcara membro, come Marcinkus, dell'[[Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme|Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro]], "contatto" fra Cosa nostra e il Vaticano, nonché notaio personale di [[Giulio Andreotti]]<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/10/22/caso-calvi-pentito-accusa-notaio-cosi-riciclava.html|titolo=Caso Calvi, pentito accusa notaio Così riciclava i soldi della mafia - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2023-01-05}}</ref>) per essere investiti in [[America Meridionale|Sud America]] e nei [[Caraibi]] attraverso Calvi e Marcinkus<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/11/17/il-pentito-racconta-portai-10-miliardi.html|titolo=IL PENTITO RACCONTA ' PORTAI 10 MILIARDI A MARCINKUS' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2023-01-05}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/10/15/portai-marcinkus-calvi-due-valigie-con-10.html|titolo=Portai a Marcinkus e a Calvi due valigie con 10 miliardi dei clan - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2023-01-05}}</ref>. Altri due collaboratori di giustizia provenienti dalle file di Cosa nostra, [[Angelo Siino]] e [[Gioacchino Pennino]], parlarono del ruolo svolto da Calvi nel riciclaggio di denaro sporco di pertinenza dell'organizzazione mafiosa.<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/03/23/siino-conferma-il-movente-aveva-rubato-denari.html|titolo=Siino conferma il movente 'Aveva rubato i denari di tutti' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=2004-03-23|lingua=it|accesso=2023-08-30}}</ref><ref name=":2" />
▲Nel 2003, Eligio Paoli (ex contrabbandiere [[Trieste|triestino]] e amico di Silvano Vittor con un passato di informatore della [[Guardia di Finanza]]) rivelò ai pubblici ministeri Anna Maria Monteleone e Luca Tescaroli che Calvi sarebbe caduto vittima di una trappola architettata da [[Licio Gelli]] e [[Umberto Ortolani]] e che uno degli assassini del banchiere sarebbe stato l'[[antiquario]] e trafficante di droga romano Sergio Vaccari, da tempo residente a Londra e a sua volta ucciso in circostanze poco chiare il 16 settembre 1982, a soli due mesi dalla morte di Calvi<ref name=":2" /><ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/12/14/cosi-calvi-fini-in-trappola.html|titolo=Così Calvi finì in trappola - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2023-03-13}}</ref>. Il presunto coinvolgimento di Vaccari era già emerso nel 1992, nel corso di un [[reportage]] del giornalista del ''[[Sunday Times]]'' Charles Raw<ref name=":02323" />.
===Il processo in Italia===
L'indagine proseguì con l'ordinanza di [[custodia cautelare]] emessa nel [[1997]] dal
Nel [[2002]], ancor prima dell'inizio del processo, si aggiunsero le dichiarazioni di nuovi collaboratori di giustizia: [[Nino Giuffrè]], ex fedelissimo di [[Bernardo Provenzano]], affermò di aver saputo da Lorenzo Di Gesù (braccio destro di Calò) che Calvi era stato "suicidato" per volere di tre entità (mafia, [[massoneria]] e [[Città del Vaticano|Vaticano]]) che avevano perso i loro investimenti nelle sue banche<ref>{{Cita libro|nome=Jacques de Saint|cognome=Victor|titolo=Patti scellerati (Utet): Una storia politica delle mafie in Europa|url=https://books.google.it/books?id=2aHPAQAAQBAJ&pg=PT180&dq=nino+giuffr%C3%A8+calvi&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjU18n2ydXzAhUB3KQKHbxiCrMQ6AF6BAgJEAM#v=onepage&q=nino%20giuffr%C3%A8%20calvi&f=false|accesso=2021-10-19|data=2013-10-21|editore=UTET|lingua=it|ISBN=978-88-418-9858-1}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.repubblica.it/online/politica/calvi/giuffre/giuffre.html|titolo=La Repubblica/politica: Anche Antonino Giuffré nell'inchiesta Calvi|accesso=2021-10-19}}</ref> mentre [[Luigi Giuliano]] (ex capo dell'[[Clan Giuliano|omonimo clan camorristico]] di [[Forcella (Napoli)|Forcella]]) affermò di essere stato incaricato da Pippo Calò e [[Gaetano Badalamenti]] di compiere una rapina alla [[Banca Antonveneta]] di [[Padova]] (1975), nella quale, per conto di Calvi, doveva recuperare dei documenti compromettenti che avrebbero salvato la vita al banchiere ma la rapina fallì per
Il processo penale iniziò il 5 ottobre 2005 in una speciale aula approntata all'interno del [[carcere di Rebibbia]], a Roma con imputati Pippo Calò e Flavio Carboni, accusati di omicidio, [[Ernesto Diotallevi]], esponente della banda della Magliana, [[Silvano Vittor]] ([[contrabbandiere]]) e la compagna di Carboni, Manuela Kleinszig.
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L'accusa fece leva sulle circostanze della morte di Calvi per dimostrare la colpevolezza degli imputati (tra cui una telefonata effettuata dalla camera dove alloggiava il banchiere, i tempi morti nella ricostruzione, ecc.), sulle difficoltà di accesso per un uomo di 60 anni al luogo in cui era stata legata la corda, e su una serie di perizie sul livello del Tamigi. Dall'altro lato, la difesa puntò sulla sostanziale assenza di prove contro gli imputati e sull'assenza di un movente forte per scagionare Carboni e Calò.
Nel marzo 2007 il
Il capo d'imputazione recitava:
{{Citazione|Gli imputati, avvalendosi delle organizzazioni di tipo mafioso denominate Cosa nostra e [[camorra]], cagionavano la morte di Roberto Calvi al fine di: punirlo per essersi impadronito di notevoli quantitativi di denaro appartenenti alle predette organizzazioni; conseguire l'impunità, ottenere e conservare il profitto dei crimini commessi all'impiego e alla sostituzione di denaro di provenienza delittuosa; impedire a Calvi di esercitare il potere ricattatorio nei confronti dei referenti politico-istituzionali della [[massoneria]], della Loggia P2 e dello [[Istituto per le Opere di Religione|IOR]], con i quali avevano gestito investimenti e finanziamenti di cospicue somme di denaro
Il [[6 giugno]] [[2007]] la seconda Corte d'assise di Roma, presieduta da Mario Lucio d'Andria, emise una sentenza di assoluzione per tutti gli imputati per il processo Calvi. Flavio Carboni, Pippo Calò, Ernesto Diotallevi e Silvano Vittor furono assolti ai sensi dell'articolo 530
▲{{Citazione|Gli imputati, avvalendosi delle organizzazioni di tipo mafioso denominate Cosa nostra e [[camorra]], cagionavano la morte di Roberto Calvi al fine di: punirlo per essersi impadronito di notevoli quantitativi di denaro appartenenti alle predette organizzazioni; conseguire l'impunità, ottenere e conservare il profitto dei crimini commessi all'impiego e alla sostituzione di denaro di provenienza delittuosa; impedire a Calvi di esercitare il potere ricattatorio nei confronti dei referenti politico-istituzionali della [[massoneria]], della Loggia P2 e dello [[Istituto per le Opere di Religione|IOR]], con i quali avevano gestito investimenti e finanziamenti di cospicue somme di denaro.}}
▲Il 6 giugno 2007 la seconda Corte d'assise di Roma, presieduta da Mario Lucio d'Andria, emise una sentenza di assoluzione per tutti gli imputati per il processo Calvi. Flavio Carboni, Pippo Calò, Ernesto Diotallevi e Silvano Vittor furono assolti ai sensi dell'articolo 530, 2º comma, c.p.p., ossia per insufficienza di prove. Assolta con formula piena invece Manuela Kleinszig, come chiesto dallo stesso PM. Le accuse dei [[Collaboratore di giustizia (Italia)|collaboratori di giustizia]] furono ritenute contraddittorie, non provate e, in certi casi, non attendibili ma, secondo i giudici, la tesi del suicidio "''è impossibile e assurda''". Risulta però provato che Cosa nostra utilizzava "''il Banco Ambrosiano e lo IOR come tramite per massicce operazioni di riciclaggio''"<ref name=":2" />.
Restava aperto invece il secondo filone dell'inchiesta romana, a proposito dei mandanti dell'omicidio, tra i cui indagati figurava anche [[Licio Gelli]].
Il 7 maggio [[2010]] la Corte d'assise d'appello di Roma confermò le assoluzioni di Carboni, Calò e Diotallevi per l'
===L'archiviazione nei confronti di Gelli, Carboni, Pazienza
A novembre 2016, su richiesta del
==Ipotesi alternative sulla morte di Calvi==
Le modalità sospette della morte di Calvi, riconosciuta come [[omicidio]] dalla [[magistratura italiana]] soltanto nel 2007<ref name=":2" />, hanno dato vita
===Il presunto coinvolgimento dell'Opus Dei e la ricostruzione di Pinotti===
{{vedi anche|Opus Dei}}
Il giornalista [[Ferruccio Pinotti]] nel libro ''Poteri forti'' (BUR, 2005) ha indagato sulla morte di Calvi, dopo avere ripetutamente ascoltato il figlio del banchiere, Carlo, che per anni ha ricostruito le vicende legate alla carriera e alla misteriosa morte del padre. Pinotti descrive le operazioni finanziarie con le quali Calvi riuscì a rendere il Banco Ambrosiano padrone di
Quando si manifestarono difficoltà finanziarie, l'Ambrosiano cercò di recuperare il denaro prestato all'Istituto vaticano senza riuscirvi. Calvi allora avrebbe provato a rivolgersi ad ambienti religiosi vicini all'[[Opus Dei]], che sarebbero stati disponibili a coprire i debiti dello IOR per ottenere maggior peso in Vaticano. Secondo la testimonianza di Carlo Calvi, il personaggio chiave che aveva stabilito i rapporti tra Roberto Calvi e
I segreti e gli interessi economici legati alla mancata restituzione da parte dello IOR del denaro ricevuto dal Banco Ambrosiano e connessi alle operazioni finanziarie che lo IOR realizzava per conto di propri clienti italiani desiderosi di esportare valuta aggirando le norme bancarie sarebbero quindi all'origine della decisione di uccidere Roberto Calvi, che, disperato e temendo di finire in carcere, avrebbe potuto rivelare quanto sapeva ai magistrati. L'ultimo viaggio del banchiere a Londra sarebbe stato finalizzato a prendere contatto con i vertici finanziari dell'Opus Dei per trovare i fondi necessari per il salvataggio del Banco<ref name=":6" />.
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===Il ruolo della massoneria internazionale===
Nell'intervista resa a [[Nick Tosches]] prima di finire avvelenato in carcere, [[Michele Sindona]] affermò: «''Calvi è stato assassinato, e quelli che lo hanno ucciso hanno fatto apparire la cosa come una sorta di rituale massonico''»<ref name=":5">Nick Tosches, ''Il Mistero Sindona'', Milano, SugarCo, 1986, pag. 280
===Il presunto ruolo di Andreotti===
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===Coinvolgimento dei servizi segreti inglesi===
Secondo l'ex magistrato [[Carlo Palermo]], Calvi sarebbe stato eliminato dai [[Secret Intelligence Service|servizi segreti inglesi]] perché nel [[1980]] il Banco Ambrosiano avrebbe finanziato una partita di missili acquistati dall'[[Argentina]]
===Il collegamento con la strage di Bologna===
{{Vedi anche|Strage di Bologna}}
Nella memoria della [[Procura generale della Repubblica|Procura generale]] di [[Bologna]], a conclusione del processo che nel [[2022]] ha condannato in primo grado [[Paolo Bellini]]
===Il presunto ruolo dei cartelli sudamericani della droga===
Nel suo libro [[Autobiografia|autobiografico]] ''Il re della cocaina'' ([[2012]]), edito in [[Italia]] da [[Mondadori]], Ayda Suarez Levy, vedova del narcotrafficante [[bolivia]]no Roberto Suarez Gomez, afferma che Calvi stava riciclando i soldi del [[Cartello di Medellín]] attraverso la filiale del Banco Ambrosiano a [[Nassau]], nelle [[Bahamas]]. Infatti raccontò che, sei mesi prima della sua morte a Londra, il banchiere italiano avrebbe richiesto l'intervento di suo marito attraverso l'uomo d'affari tedesco [[Gunter Sachs]] per placare le richieste di [[Pablo Escobar]], il quale voleva restituito il denaro investito nel Banco<ref>{{Cita web|url=https://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/italy/9703479/Gods-banker-linked-to-Pablo-Escobar.html?onwardjourney=584162_c1|titolo=God's banker linked to Pablo Escobar|sito=www.telegraph.co.uk|accesso=2022-12-18}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Ayda|cognome=Levy|titolo=Il re della cocaina|url=https://books.google.it/books?id=iFiAk4Ar5u4C&pg=PT79&lpg=PT79&dq=roberto+calvi+gunther+sachs&source=bl&ots=d6-bbMQEKN&sig=ACfU3U0v9HXy3rxNh5GBycW3YClHO_kU7A&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwi9n7Wag4T8AhW7QvEDHRK9BUkQ6AF6BAgZEAI#v=onepage&q=roberto%20calvi%20gunther%20sachs&f=false|accesso=2022-12-18|data=2012-11-30|editore=Edizioni Mondadori|lingua=it|ISBN=978-88-520-3169-4}}</ref>.
===Il presunto coinvolgimento della banca Rothschild===
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===Il presunto collegamento con il rapimento di Emanuela Orlandi===
{{Vedi anche|Sparizione di Emanuela Orlandi}}
Nel 2006 e nel 2009 Sabrina Minardi, ex moglie del calciatore [[Bruno Giordano (calciatore)|Bruno Giordano]] e amante di [[Enrico De Pedis]] (boss della [[
"Rapita per ordine di Marcinkus"|autore=Marino Bisso|autore2=Giovanni Gagliardi|data=23 giugno 2008}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Fabrizio Caccia|url=http://www.corriere.it/cronache/08_agosto_14/sequestro_orlandi_3ce7cffe-69ce-11dd-af27-00144f02aabc.shtml|titolo=«Sequestro Orlandi, ecco l'auto». Parcheggiata da 13 anni|accesso=15 agosto 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080816074014/http://www.corriere.it/cronache/08_agosto_14/sequestro_orlandi_3ce7cffe-69ce-11dd-af27-00144f02aabc.shtml|urlmorto=no|giorno=14|mese=8|anno=2008}}</ref> Carboni in
{{Citazione|Per i soldi che aveva dato a personaggi del Vaticano. Soldi finiti nelle casse dello [[Istituto per le opere di religione|IOR]] e mai restituiti. E non c'erano solo i miliardi dei Testaccini ma pure i soldi della mafia. L'omicidio di [[Michele Sindona]] e quello di Roberto Calvi sono legati al sequestro Orlandi. Se non si risolve il primo non si arriverà mai alla verità sul presunto suicidio di Calvi e sulla scomparsa della ragazza. Secondo me non fu un ordine [della mafia, ndr] ma una cosa fatta in accordo. So dei rapporti di ''Renatino'' [De Pedis, ndr] con monsignor [[Agostino Casaroli|Casaroli]]. Posso confermare i rapporti della banda con il Vaticano. Ma non ho mai conosciuto don Vergari. Può anche aver fatto beneficenza ma sicuramente non era cattolico, Renato era buddhista. I rapporti tra Vaticano e banda della Magliana risalgono a quegli anni lì [almeno al 1976, ndr]. E si devono alle amicizie di [[Franco Giuseppucci|Franco]] [Giuseppucci, ndr]. C'era un ragazzo omosessuale, si chiamava Nando. Fu lui a portare Franco da Casaroli. Di Casaroli si sapeva. Giuseppucci lo conosceva. E so che poi questa amicizia fu "ereditata" da ''Renatino''.|Maurizio Abbatino intervistato dalla giornalista Raffaella Fanelli nel 2018<ref>{{cita libro| nome=Raffaella | cognome=Fanelli | titolo=La verità del Freddo| anno=2018 | editore=[[Chiarelettere]] | città=Milano | ed=1 | pp=16, 215-216| ISBN=978-88-329-6038-9 }}</ref>}}▼
▲Secondo la versione riportata in diverse interviste da due collaboratori di giustizia un tempo appartenenti alla [[Banda della Magliana]], [[Antonio Mancini (criminale)|Antonio Mancini]] e [[Maurizio Abbatino]], la criminalità organizzata avrebbe prima ucciso Calvi e poi avrebbe rapito la Orlandi per ricattare il Vaticano al fine di riavere indietro i soldi perduti nel crack del [[Banco Ambrosiano]]:{{Citazione|Per i soldi che aveva dato a personaggi del Vaticano. Soldi finiti nelle casse dello [[Istituto per le opere di religione|IOR]] e mai restituiti. E non c'erano solo i miliardi dei Testaccini ma pure i soldi della mafia. L'omicidio di [[Michele Sindona]] e quello di Roberto Calvi sono legati al sequestro Orlandi. Se non si risolve il primo non si arriverà mai alla verità sul presunto suicidio di Calvi e sulla scomparsa della ragazza. Secondo me non fu un ordine [della mafia, ndr] ma una cosa fatta in accordo. So dei rapporti di ''Renatino'' [De Pedis, ndr] con monsignor [[Agostino Casaroli|Casaroli]]. Posso confermare i rapporti della banda con il Vaticano. Ma non ho mai conosciuto don Vergari. Può anche aver fatto beneficenza ma sicuramente non era cattolico, Renato era buddhista. I rapporti tra Vaticano e banda della Magliana risalgono a quegli anni lì [almeno al 1976, ndr]. E si devono alle amicizie di [[Franco Giuseppucci|Franco]] [Giuseppucci, ndr]. C'era un ragazzo omosessuale, si chiamava Nando. Fu lui a portare Franco da Casaroli. Di Casaroli si sapeva. Giuseppucci lo conosceva. E so che poi questa amicizia fu "ereditata" da ''Renatino''
Va specificato che al di là
==Influenza culturale==
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*[[Corrado Augias]], ''[[Telefono giallo]]: Il caso Calvi'', [[Rai 3]], 6 giugno 1988.
*[[Carlo Lucarelli]], ''[[Blu notte - Misteri italiani]]'': ep. 7x04, ''Roberto Calvi'', [[Rai 3]], 28 novembre 2001.
* ''Enzo Biagi: C'era una volta Roberto Calvi'', regia di [[Sarah Nicora]] – documentario (2011)
* ''L'assassinio del banchiere di Dio'', (tit. or. ''Murder of God's Banker''), regia di [[Tom Donahue (regista)|Tom Donahue]] - serie
==Note==
Riga 191 ⟶ 189:
==Bibliografia==
* [[Nick Tosches]], ''Il mistero Sindona. Le memorie e le rivelazioni di Michele Sindona'', Milano, [[SugarCo Edizioni|SugarCo]], 1986; con uno scritto di [[Gianni Barbacetto]], Alet Edizioni, 2009, ISBN 978-88-7520-120-3.
* [[David Yallop]], ''[[In nome di Dio|In nome di Dio. La morte di Papa Luciani]]'', Napoli, [[Tullio Pironti|Tullio Pironti Editore]], 1997. ISBN 8879370561
* Carlo Bellavite Pellegrini, ''Storia del Banco Ambrosiano: fondazione, ascesa e dissesto: 1896-1982,'' Laterza, Roma-Bari, 2001.
* [[Carlo Lucarelli]]. ''Misteri d'Italia. I casi di Blu notte''. Torino, Einaudi, 2002, pp. 127–149. ISBN 88-06-15445-1.
Riga 199 ⟶ 197:
* [[Gianluigi Nuzzi]], ''[[Vaticano S.p.A.|Vaticano Spa]]'', Editore Chiarelettere, 2009.
* [https://web.archive.org/web/20140831021138/http://www.carlobellavitepellegrini.it/ Carlo Bellavite Pellegrini], ''Storia del Banco Ambrosiano. Fondazione, ascesa e dissesto 1896-1982'', Laterza, Roma-Bari 2001.
* Mario Almerighi, ''I banchieri di Dio. Il caso Calvi'', prefazione di [[Marco Travaglio]], postfazione di [[Giuseppe Ferrara]]; Editori Riuniti, Roma 2002. {{ISBN|978-88-359-8159-6}}
* Mario Almerighi, ''La borsa di Calvi. Ior, P2, mafia: le lettere e i segreti mai svelati del banchiere di Dio'', Chiarelettere, 2015.
* Gianfranco Piazzesi, Sandra Bonsanti, ''La storia di Roberto Calvi'', Longanesi, Milano 1984.
* Charles Raw, ''La grande truffa: Il caso Calvi e il crack del Banco Ambrosiano'', Mondadori, Milano 1993.
* Larry Gurwin, ''The Calvi Affair: Death of a Banker'', MacMillan, London 1983. ISBN 978-0333353219
*Achille Melchionda, ''Piombo contro la Giustizia. Mario Amato e i magistrati assassinati dai terroristi'', Pendragon 2010
==Voci correlate==
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