Giuseppe Calò: differenze tra le versioni

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=== Il trasferimento a Roma: la banda della Magliana, l'eversione nera e i legami con il mondo imprenditoriale e finanziario ===
{{Vedi anche|Banda della Magliana|Crack del Banco Ambrosiano|Strage del Rapido 904}}
All'inizio degli anni settanta Calò si trasferì a [[Roma]] sotto la falsa identità di ''Mario Aglialoro'' e si legò alla [[Banda della Magliana]], tenendo rapporti con frange eversive dell'[[estrema destra]] e ambienti finanziari. Infatti, secondo la testimonianza di [[Maurizio Abbatino]], nel primo periodo a [[Roma]], Calò si occupò inizialmente del gioco clandestino e poi, insieme al ''boss'' [[Stefano Bontate]], controllò la distribuzione dell'[[eroina]] ai gruppi malavitosi di [[Testaccio]], della [[Magliana]] e di [[Ostia (Roma)|Ostia]]-[[Acilia]]; dopo l'uccisione di Bontate da parte dei [[Clan dei Corleonesi|Corleonesi]], il traffico di eroina dalla [[Sicilia]] a [[Roma]] continuò, controllato soltanto da Calò.<ref name=":2">{{Cita news|url=http://www.philipwillan.com/images/calvi%5B1%5D.pdf|titolo=Motivazione della sentenza per il processo per l'omicidio di Roberto Calvi - Tribunale di Roma|urlarchivio=https://archive.todayis/20140102110216/www.philipwillan.com/images/calvi%5B1%5D.pdf|dataarchivio=2 gennaio 2014|urlmorto=sì}}</ref>
 
Tuttavia il grosso degli investimenti di Calò riguardava il [[mercato immobiliare]]: servendosi di costruttori-prestanome (come Danilo Sbarra e Luigi Faldetta), avviò diverse [[Speculazione edilizia|speculazioni edilizie]] in [[Sardegna]] insieme a due faccendieri appartenenti alla [[Banda della Magliana]], [[Domenico Balducci]] e [[Ernesto Diotallevi]], e con l'aiuto determinante di [[Flavio Carboni]], il quale, grazie ai suoi legami [[Politico|politici]] e [[Massoneria|massonici]], procurava le licenze, le autorizzazioni e nuovi soci in affari; l'obiettivo del gruppo era [[Riciclaggio di denaro|riciclare il denaro]] proveniente dai sequestri di persona e dal traffico di eroina<ref name=":3">{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/10/05/killer-neri-camorristi-007-nuovi-vassalli-di.html|titolo=KILLER NERI, CAMORRISTI E 007 I NUOVI 'VASSALLI' DI DON CALO' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=5 ottobre 1985|lingua=it|accesso=23 novembre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://espresso.repubblica.it/inchieste/2018/02/23/news/berlusconi-e-la-mafia-la-vera-storia-della-villa-in-sardegna-1.318648/|titolo=Berlusconi e la mafia: la vera storia della villa in Sardegna|sito=L&apos;Espresso|data=23 febbraio 2018|lingua=it|accesso=26 novembre 2022}}</ref><ref name=":2" />. Calò cercò anche di accaparrarsi la cosiddetta ''operazione Siracusa'' (il progettato risanamento del [[centro storico]] e del porto di [[Isola di Ortigia|Ortigia]]), per la quale creò diverse società insieme a Carboni e versò diversi milioni di lire a Balducci come anticipo: tuttavia, l'operazione non andò in porto e, siccome Balducci non volle restituire la somma versata, nel 1981 Calò lo fece assassinare dai testaccini [[Danilo Abbruciati]], [[Enrico De Pedis]] e [[Raffaele Pernasetti]].<ref name=":2" />