Augusto Del Noce: differenze tra le versioni
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Studioso del [[razionalismo]] [[Cartesio|cartesiano]] e del [[filosofia moderna|pensiero moderno]] ([[Georg Wilhelm Friedrich Hegel|Hegel]], [[Karl Marx|Marx]]), analizzò le radici [[storia della filosofia occidentale|filosofiche]] e [[teologia|teologiche]] della crisi della [[modernità]], che attribuiva a contraddizioni interne all'[[immanenza|immanentismo]] da lui ricostruite con cura, partendo da una prospettiva [[filosofia cristiana|filosofica cristiana]] anche critica, continuamente in dialogo con l'intellettualismo [[laico]].<ref name=treccani/>
{{Citazione|Certo i cattolici hanno un vizio maledetto: pensare alla forza della modernità e ignorare come questa modernità, nei limiti in cui pensa di voler negare la trascendenza religiosa, attraversi oggi la sua massima crisi, riconosciuta anche da certi scrittori laici.|''Risposte alla scristianità'', da ''[[Il Sabato]]'', 7 giugno 1985}}
Argomentò l'incompatibilità
[[Filosofia politica|Filosofo della politica]], preconizzò la crisi del [[socialismo reale]], mentre esso viveva la sua massima espansione a livello mondiale. Argomentò che tale sistema, da una parte applicava coerentemente la filosofia di Marx, ma dall'altra negava le premesse del marxismo: ciò in quanto - mostrava Del Noce - lo stesso sistema di Marx si basava sulla contraddizione tra [[dialettica]] e [[materialismo storico]]. Ribadiva infine la necessità dei valori di verità e di [[morale|moralità]].
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L'amicizia con [[Piero Martinetti]] lo porta inizialmente a familiarizzare con concezioni [[gnosticismo|gnostiche]] e [[manicheismo|manichee]], ispirate a un [[dualismo]] kantiano segnato da un profondo [[pessimismo]],<ref>{{cita web|url=https://www.30giorni.it/articoli_id_21817_l1.htm|titolo=Augusto Del Noce: un pensiero non manicheo|autore=Massimo Borghesi|rivista=30 Giorni|numero=10/11|anno=2009}}</ref> oltre che con temi dell'[[anticlericalismo]] nonostante la sua educazione nella [[fede cattolica]].<ref>Paolo Armellini, [https://books.google.it/books?id=LftDDwAAQBAJ&pg=PA99#v=onepage&q&f=false ''Le avventure della modernità in Augusto del Noce'', pag. 99], Edizioni Nuova Cultura, 2017.</ref>
Nel [[1936]] legge con entusiasmo ''Umanesimo integrale'' di [[Jacques Maritain]], che lo aiuta a superare la crisi esistenziale di quegli anni, rafforzando in lui, tra l'altro, una sempre più convinta opposizione al [[fascismo]]. Cerca invano di farsi trasferire a Torino e di accedere qui alla carriera universitaria. Nel [[1941]] si trasferisce a [[Roma]] per un distacco propostogli dall'amico [[Enrico Castelli]]. A Roma frequenta [[Franco Rodano]] che, con [[Felice Balbo]] e altri, anima l'esperienza di «[[Sinistra Cristiana]]», un tentativo di conciliazione di [[comunismo]] e [[Cristianesimo]] dal quale Del Noce resta per breve tempo affascinato, per poi però discostarsene per il rifiuto della [[violenza]] come prassi ideologica della [[Resistenza italiana|Resistenza]].<ref name=treccani/>
Nel [[1944]] viene accolta la sua richiesta di trasferimento presso un istituto superiore di Torino, dove torna a risiedere. Accompagna all'insegnamento<ref>Del Noce insegnò nel capoluogo [[piemonte]]se fino al [[1957]].</ref> un'intensa attività di studio e di collaborazione a diversi periodici, tra cui ''[[Cronache Sociali]]'' che gli dà occasione di incontrare [[Giuseppe Dossetti]].<ref name=treccani/>
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Nel 1946 scrive e pubblica il saggio ''La non filosofia di Marx'', che ripubblicherà vent'anni dopo nella sua opera maggiore (''Il problema dell'ateismo'') e nel quale fissa i termini complessivi della sua interpretazione del [[marxismo]]. Nello stesso anno cura l'edizione italiana di ''Concupiscentia irresistibilis'' di [[Lev Isaakovič Šestov]]. Nel [[1948]], nasce suo figlio [[Fabrizio Del Noce]]. Nel [[1954]] inizia la collaborazione alla ''Enciclopedia filosofica'' del [[Centro Studi Filosofici Cristiani]] di [[Gallarate]], diretta da [[Luigi Pareyson]]. Dal 1957 al [[1961]] è distaccato a [[Bologna]] presso il centro di documentazione diretto da Giuseppe Dossetti. Nel capoluogo emiliano frequenta [[Nicola Matteucci]] e collabora stabilmente al neonato periodico «[[Il Mulino (rivista)|Il Mulino]]». Scrive su ''Ordine Civile'' alcuni saggi, uno dei quali, «Idee per l'interpretazione del fascismo»<ref>Augusto Del Noce, «Idee per l'interpretazione del fascismo», ''Ordine Civile'', 15 aprile 1960.</ref>, sarà all'origine delle future revisioni storiografiche di [[Renzo De Felice|De Felice]] e [[Ernst Nolte|Nolte]]. Nel [[1959]] partecipa al convegno organizzato dalla [[Democrazia Cristiana]] a [[Santa Margherita Ligure]] con una relazione intitolata ''L'incidenza della cultura sulla politica nella presente situazione italiana'': sugli stessi temi Del Noce intratterrà per anni un rapporto difficile con il partito cattolico (altri interventi nei convegni di [[San Pellegrino Terme|San Pellegrino]] del [[1963]] e di [[Lucca]] nel [[1967]]).
Intorno agli [[anni 60]] riscopre inoltre la [[attualismo (filosofia)|filosofia attualista]] di [[Giovanni Gentile]], nel periodo del suo maggior declino, che egli interpretò come una [[filosofia della prassi]] sul modello di quella [[marx]]iana, ma declinata in senso [[idealista]].<ref name=treccani/> Egli
Nel 1963 partecipa a un concorso a cattedra a [[Trieste]], ma non ottiene il posto; nel [[1964]] pubblica ''Il problema dell'ateismo'' e l'anno successivo ''Riforma cattolica e filosofia moderna, Volume I, [[Cartesio]]''. Il 30 aprile del 1966 partecipa alla «Giornata rensiana» con una relazione intitolata ''[[Giuseppe Rensi]] fra [[Giacomo Leopardi|Leopardi]] e [[Blaise Pascal|Pascal]]. Ovvero l'autocritica dell'ateismo negativo in Giuseppe Rensi'', nella quale espone la sua fondamentale [[fenomenologia]] del [[pessimismo]] come pensiero religioso. Nello stesso anno vince il concorso per una cattedra di Storia della filosofia moderna e contemporanea all'[[Università degli Studi di Trieste]], dove diventerà professore ordinario e rimarrà a insegnare fino al [[1970]]. In quell'anno esce ''L'epoca della [[secolarizzazione]]'', che raccoglie molti dei saggi e degli interventi degli [[Anni 1960|anni sessanta]]. Sempre nel 1970 si realizza il tanto atteso trasferimento a Roma, dove, all'[[Università degli Studi di Roma "La Sapienza"|Università "La Sapienza"]], insegna prima Storia delle dottrine politiche e poi - dal [[1974]] - Filosofia della politica.
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