Policlinico Umberto I: differenze tra le versioni
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Il '''Policlinico Umberto I''' è un [[Ospedale|policlinico]] [[Università|universitario]]
Il nosocomio è amministrato dall'Azienda-Ospedaliero Universitaria Policlinico Umberto I (in acronimo PUI) ed è riconosciuto come sede di centri di riferimento per: il trasporto neonatale, la [[fibrosi cistica]], la cura dell'[[epilessia]] e della [[psoriasi]], la valutazione dell'[[Malattia di Alzheimer|Alzheimer]], la [[terapia del dolore]] oltre che per la cura di numerose malattie [[Ematologia|ematologiche]] e [[Malattia rara|malattie rare]].
== Storia ==
Dopo la [[presa di Roma]]
Con la promulgazione della legge 14 maggio 1881, n. 209 sull'approvazione del concorso dello Stato nelle spese per lo sviluppo edilizio di Roma, il nuovo policlinico ricevette i primi fondi sebbene dovesse ancora essere individuato il sito per la sua costruzione. Il progetto fu affidato agli architetti [[Giulio Podesti]] (a cui subentrò poi il figlio Luigi) e Filippo Laccetti<ref name=":2">{{Cita web|url=https://mostrevirtuali.uniroma1.it/mostra/luigiconcetti/it/7/storia-del-policlinico-umberto-i|titolo=Storia del Policlinico Umberto I|accesso=1° agosto 2024}}</ref> e la prima pietra del complesso, esteso su un'area di 160 000 metri quadrati (dei quali solo 40 000 coperti da edifici) isolata dal resto della città, fu posta il 19 gennaio 1888 alla presenza di re [[Umberto I di Savoia]] e della regina [[Margherita di Savoia|Margherita]] oltre che del [[Principe di Napoli]] [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele]] e di numerosi ministri, parlamentari, professori e funzionari pubblici. Durante la cerimonia Baccelli apostrofò così i due sovrani: "A Voi dunque spetta o Sire, (…) porre la prima pietra di questo grande istituto, a Voi decorarlo del vostro nome, perché qui verranno i derelitti della fortuna, a sentire gli effetti benefici di quell'amplesso immortale che si daranno nel vostro nome augusto la Scienza e la Carità. (...) Mentre la pietra, spalmata di calce da Re Umberto, calava nella fossa preparata a custodirla (...) dalla circostante immensa folla, composta per la maggior parte di medici e di studenti universitari, si elevavano entusiastiche grida plaudenti alla nobile istituzione e bene auguranti al prospero suo avvenire"; in risposta il re puntualizzò che "per quanto gratificante potesse essere quell’occasione, sarebbe stato per lui un giorno più felice quello in cui, completato l’edificio, vi avrebbe potuto visitare i malati".<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.sovraintendenzaroma.it/cosa_facciamo/attivita_sul_territorio/didattica/incontro_sul_tema_la_storia_del_policlinico_umberto_i_quando_scienza_e_carita_si_diedero_appuntamento_a_roma|titolo=Incontro sul tema "La storia del Policlinico Umberto I: quando scienza e carità si diedero appuntamento a Roma" {{!}} Sovrintendenza|editore=[[Sovrintendenza capitolina ai beni culturali]]|accesso=1 gennaio 2022}}</ref> I lavori iniziarono infatti nel settembre 1889 e si protrassero per i successivi 12 anni, a causa soprattutto della carenza di fondi. Il policlinico fu inaugurato nel 1902 alla presenza del rettore della Sapienza [[Luigi Galassi]] e del re Vittorio Emanuele III, iniziando ad essere operativo nei primi mesi del 1903.<ref name=":2" /> Il complesso ultimato comprendeva sei padiglioni col palazzo dell'amministrazione, realizzati in uno stile monumentale neo-rinascimentale, oltre che bagni, cucine, una cappella, un locale caldaie ed una ciminiera.<ref name=":3">{{Cita web|url=https://www.policlinicoumberto1.it/il-policlinico/storia-e-futuro/|titolo=Storia e futuro|accesso=1° agosto 2024}}</ref>[[File:Umberto I old.jpg|thumb|L'atrio del palazzo dell'amministrazione nel 1902.|270x270px]]Contestualmente, sempre su iniziativa di Baccelli, nacque un giornale di medicina denominato, per l'appunto, ''Il Policlinico'', il cui primo numero uscì il 15 dicembre 1893.<ref>{{Cita web|url=http://www.edizioniluigipozzi.it/riviste/0439337297/Il_Policlinico_-_Sezione_Pratica|titolo=Il Policlinico - Sezione pratica|accesso=1 gennaio 2022}}</ref>
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