Striano: differenze tra le versioni

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Nel [[III secolo|III]] - [[IV secolo]] la vita riprese; le ville rustiche ripresero la loro attività. Queste ville tardo-imperiali erano fornite di una ''pars dominica'', diretto possesso del proprietario e una ''pars massaricia'' assegnata ai coloni-[[Servitù della gleba|servi della gleba]].
 
Nel [[1066]] viene eretta la [[Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno|Diocesidiocesi di Sarno]] dal Arcivescovodall'arcivescovo di [[Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno|Salerno]] [[Alfano di Salerno|Alfano I]], con la bolla convalidata da [[Papa Alessandro II]], dove vengono specificati i confini della [[Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno|diocesi]]. Tra questi troviamo il toponimo ''Histricanum'', che indicava il territorio alla destra del [[sarno|fiume Sarno]], disseminato di capanne di paglia e fango, abitate da agricoltori e pastori. In una pergamena del [[1107]] del Monasteromonastero di [[Sant'Angelo in Formis]] il territorio strianese viene definito come una immensa palude estesa dal fiume Sarno ai limiti della foresta della ''[[Silva mala]]'' (nei pressi di [[Boscoreale]]). Ruggero, Signore di [[Lauro (Italia)|Lauro]] e di Striano, proprietario dei pascoli nella palude ''al Frasso'' di Striano, lo dona a Bonomo, Priorepriore della chiesa di [[San Pietro (Scafati)|San Pietro]] di [[Scafati]].
 
L'inizio di una vera e propria ripresa di vita si ebbe solamente dal [[1123]] con la donazione fatta ai monaci benedettini del [[Chiesa dei Santi Severino e Sossio|Monasteromonastero dei Santi Severino e Sossio di Napoli]], da parte del Vescovo[[Diocesi di Nola|vescovo di [[Nola]], Guglielmo, della chiesa di [[Arcangelo Michele|San Michele Arcangelo]] con l'annessa masseria.
 
Grazie all'opera dei Benedettinibenedettini, i terreni macchiosi vennero disboscati e furono rese coltivabili le aree paludose e migliorate le colture esistenti.
 
Nel [[1188]] il [[Conti di Caserta|Conte di Caserta Guglielmo di Lauro]] e il figlio Roberto, Signorisignori di Striano, concessero a Ruggero, abate del Monasteromonastero dei Santi Severino e Sossio di Napoli, e ai suoi successori, la facoltà di costruire mulini nel Casale di Striano.
 
Si formò così il vero e proprio centro abitato di Striano.
[[File:Ingresso Villa De Sparano Pisani Striano.jpg|thumb|304x304px|Ingresso della villa ''De' Sparano - Pisani'', già ''palazzo baronale'']]
Nel [[1225]] il territorio di Striano che da un secolo faceva parte della Conteacontea di [[Caserta]], passò alla Contea[[contea di [[Sarno]] in seguito all'arresto dei [[Conti di Caserta]] da parte dell'Imperatoreimperatore Federico XI. Così il Conte di [[Contea di Sarno|Sarno]], Roberto I Vohburg divenne così anche Signoresignore del Casale di Striano.
 
In epoca angioina, nel [[1270]], fu eretta la [[Chiesa di San Severino abate (Striano)|chiesa regia di San Severino Abate]] e nominato rettore [[Chiesa di San Giovanni Battista (Striano)|don Simone de Foresta]]. Dal [[1200]] al [[1400]] Striano è appartenuto a diversi feudi e contee. Sotto gli [[Orsini]] il borgo fu cinto di mura munite di due porte di accesso: la [[Porta civica di San Nicola]], unica superstite, e la Porta civica di Minicone.
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Nasce tra il [[1400]] e il [[1500]] l'Università della Terra di Striano, una comunità autonoma simile al moderno comune, con a capo un Sindaco e due eletti. Tale comunità si basava su di uno [[Statuto comunale|statuto municipale]] del [[XV secolo]].
 
Nel [[1520]] Striano passò al Marchesemarchese di [[Castellaneta]] e Vescovo[[Arcidiocesi di Catania|vescovo di [[Catania]], [[Nicola Maria Caracciolo]], che lo tenne fino al [[1529]] fino alla confisca da parte degli Spagnoli, in quanto, vittoriosi sui Francesi, aveva parteggiato per questi ultimi.
 
Nel [[1698]] Striano diviene possesso della famiglia ''De Marinis'' (o ''Marino'') fino all'abolizione della feudalità.
 
La città è stata travolta nel [[1707]] dalla caduta abbondante di [[Piroclasto|piroclasti]] insieme ai comuni di [[Scafati]], [[Torre del Greco]] e [[Boscotrecase]]. Danni alle coltivazioni, centinaia di feriti.
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Il 12 febbraio [[1718]] il feudo della famiglia Marino si fregia del titolo di Principato.
 
Nel [[1799]] il Principeprincipe [[Repubblicani napoletani giustiziati nel 1799-1800|Filippetto Marino]] prese parte attiva nei moti della [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica napoletana]] a favore dei francesi. Al ritorno dei [[Borbone delle Due Sicilie|Borboni]] nel [[Regno di Napoli|regno]], il 1º ottobre [[1799]] viene decapitato a [[Napoli]], baciando il boia e perdonando tutti.
 
Nel [[1806]], con l'abolizione della [[Feudalesimo|feudalità]] e la creazione dei [[Comuni d'Italia|comuni]], sotto il regno di [[Giuseppe Bonaparte]], l'Università di Striano viene divisa in due comuni Striano e [[Poggiomarino]], suo antico casale nato nel [[1600]]. Nel [[1808]] i due comuni vengono unificati e Poggiomarino da antico casale diviene capoluogo. L'anno successivo Striano si rese autonomo da Poggiomarino.
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=== Simboli ===
[[File:Sanseverinoabate-crivelli-striano.jpg|thumb|273x273px|''[[Severino (abate)|San Severino abate]] e [[Stemma|scudo comunale]]'', particolare della [[Madonna col Bambino in trono tra San Severino Abate e San Sossio Levita e Martire|pala d'altare di Protasio Crivelli, datata]] [[1506]], conservata presso la [[Chiesa di San Giovanni Battista (Striano)|Chiesachiesa Matricematrice]]]]
 
L'Università di Striano, come tutte le altre del [[Regno di Napoli]], fin dalla sua nascita ebbe un simbolo che rappresentò la comunità. Lo stemma è raffigurato sulla [[Madonna col Bambino in trono tra San Severino Abate e San Sossio Levita e Martire|pala d'altare del pittore milanese Protasio Crivelli]], dono del barone di Striano Luigi di [[Casalnuovo di Napoli|Casalnuovo]], datata [[1506]], conservata attualmente presso la [[Chiesa di San Giovanni Battista (Striano)|chiesa matrice parrocchiale di San Giovanni Battista]]. Al centro della pala è raffigurata la [[Maestà (arte)|Maestà della Vergine]], seduta su un trono marmoreo con il [[Bambino Gesù|Bambino]], ai lati sono raffigurati [[Severino (abate)|san Severino]] a destra, [[Santo patrono|patrono]] della città, e [[Sossio di Miseno|san Sossio]] a sinistra.<ref name="Comune"/> Nel fondo della tavola è riprodotto lo scudo che si presenta ''d'argento, a tre bande di rosso, al [[Crescente (araldica)|crescente di luna]] montante d'oro''.
 
{{Vedi anche|Madonna col Bambino in trono tra San Severino Abate e San Sossio Levita e Martire}}
 
Lo stemma attualmente in uso deriva dai sigilli del Comunecomune in uso tra il 1897 e il 1992<ref name="Comune">{{Cita web|url=https://www.araldicacivicacomune.striano.na.it/comunecontent/stemma-comunale-di-striano/|titolosito=Comune di Striano |titolo= Stemma comunale di Striano |autore= Raffaele Massa (NA)}}</ref> ed è così descritto all'art. 5 dello statuto comunale:
{{Citazione|Arma d'argento, a tre bande di rosso, al [[Gallo (araldica)|gallo]] [[Attributi araldici di azione#Ardito|ardito]] d'oro, attraversante.<ref>{{cita testo|autore= Comune di Striano |titolo= Statuto comunale |url= https://www.comune.striano.na.it/sites/default/files/Statuto%20Comune%20di%20Striano.pdf |posizione= Art. 5 ''Gonfalone e stemma'' }}</ref>}}