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Nel [[1860]] partecipò alla [[spedizione dei Mille]], ancora tra le file del corpo delle Guide, e attorno a lui si riunivano tutti i trentini dell'esercito. Fu dei primissimi con [[Francesco Nullo]] a penetrare nelle difese di [[Palermo]]: primo fu a mettere il piede in [[Calabria]] con [[Alberto Mario]].
Conquistò i galloni di [[Ufficiale (forze armate)|ufficiale]] sul campo: [[sottotenente]] a [[Palermo]], luogotenente dopo la presa di [[Milazzo]], capitano dopo [[Reggio Calabria]], aiutante di campo del [[generale]] [[Stefano Türr]], del quale però non approvava la facile transigenza politica, ritornò a [[Milano]] inflessibile repubblicano rifiutando la [[croce di cavaliere di Savoia]] seppure assegnatagli. Il 13 novembre del [[1864]] tentò l'insurrezione del [[Trentino]], difatti mosse con 150 uomini per la [[Val Trompia]], ma arrestato dai carabinieri fu rinchiuso nel carcere di [[Brescia]] poi di [[Alessandria]].
Nella [[terza guerra di indipendenza italiana|terza guerra di indipendenza]] del [[1866]], di nuovo arruolato volontario come [[capitano]] nelle Guide, partecipò da valoroso a tutti gli scontri di quella campagna: alla [[battaglia di Ponte Caffaro]], [[battaglia di Monte Suello|Monte Suello]] e alla [[battaglia di Bezzecca]] ove fu ferito alla gamba. Fu il promotore degli [[Indirizzi di fedeltà dei comuni trentini a [[Vittorio Emanuele II]] nel 1866|indirizzi di fedeltà che i comuni trentini liberati e il clero spedirono a Vittorio Emanuele II e a Garibaldi per essere uniti al Regno d'Italia]].
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