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Nel XVII secolo, l’intero territorio di Secondigliano era caratterizzato dalla presenza di numerose masserie, le cui strutture, integrate con quelle di primaria importanza, costituivano il casale. L’economia locale si fondava prevalentemente sull’agricoltura, favorita dalla straordinaria fertilità del suolo. Il Casale di Secondigliano, successivamente evolutosi in Universitas, ospitava uno dei mercati agroalimentari più dinamici dell’area napoletana, situato nell’attuale Piazza Di Nocera. Da questo centro giungevano a Napoli prodotti agricoli di eccellente qualità, tra cui frutta, grano, piselli, fragole, orzo, vino e gelso.
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<mark>Agli inizi del 1800 le Universitas, istituzioni ormai obsolete, furono abolite e convertite in comuni autonomi</mark>.
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, il Comune di Secondigliano attraversò una fase di significativa crescita, sia sotto il profilo economico che urbanistico. L’incremento dello sviluppo industriale fu favorito dalla nascita di numerosi opifici, dotati di macchinari a vapore, che impiegavano una vasta forza lavoro composta da decine di operai. Contestualmente, si affermò un fiorente settore artigianale, con particolare rilievo nella produzione e nel commercio tessile. La prosperità economica incentivò i commercianti locali a espandere le proprie attività oltre i confini nazionali, rafforzando il ruolo di Secondigliano nel panorama economico dell’epoca.
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Dopo la restaurazione i casali non ancora inclusi nella cittadina diventarono comuni suburbani. Secondigliano resterà tale fino al settimo anno dell’era fascista (1929), quando entra a far parte del comune di Napoli. FONTE TISCALI)
Negli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale, nel 1945, il quartiere di Secondigliano fu colpito da una grave carestia alimentare. Un episodio significativo legato a questo periodo riguarda un gruppo di partigiani provenienti dal quartiere Vomero, che si recò a Secondigliano con l’obiettivo di recuperare provviste da un grande mulino situato nei pressi dell’attuale via De Pinedo, non lontano dal campo di aviazione di Capodichino, all’epoca occupato dalle truppe tedesche (oggi sede dell’Aeroporto di Napoli-Capodichino). Nonostante le difficoltà dell’operazione, la missione ebbe esito positivo e consentì alla popolazione di ottenere diverse razioni di pane, alleviando temporaneamente la crisi alimentare.https://unavocepersecondigliano.blogspot.com/2023/04/quando-i-partigiani-vennero-prendere-le.html?m=1
Fino agli anni Cinquanta, Secondigliano mantenne intatte le sue caratteristiche di borgo rurale, divenendo una meta privilegiata per le scampagnate delle famiglie napoletane. Il quartiere era apprezzato per l’aria salubre e per la presenza di numerose trattorie.https://www.sauroerricopascoli.edu.it/la-scuola/la-storia/
Nel periodo successivo alla Seconda guerra mondiale, Secondigliano fu interessata da una profonda trasformazione del tessuto urbano, determinata da un’intensa attività edilizia sia privata che pubblica. Con il completamento dell’insediamento a scacchiera adiacente a via De Pinedo, negli anni Cinquanta e Sessanta vennero realizzati numerosi interventi di edilizia popolare. Tra i principali complessi residenziali sorti in questo periodo si annoverano il rione INA Casa - Don Guanella, il rione Berlingieri e il rione INA Casa lungo corso Secondigliano in direzione di Scampia. Successivamente, con l’approvazione della legge n. 167 del 1962, l’area nord-occidentale di Secondigliano vide la nascita di un quartiere a vocazione popolare, che sarebbe poi divenuto parte della circoscrizione di Scampia.
Durante gli anni Sessanta e Settanta, si verificò una significativa espansione edilizia anche al di fuori delle previsioni del piano regolatore vigente. Alcune aree adiacenti al centro storico furono oggetto di costruzioni abusive, come nel caso del rione Kennedy e, più tardi, di alcune zone nei pressi di corso Italia, in contrasto con il piano regolatore del 1972.
Nel 1976, Secondigliano venne incluso nel Piano delle Periferie, un programma di intervento urbano che interessava l’intera cintura settentrionale di Napoli. Tale piano fu successivamente modificato e ampliato con il Programma Straordinario di Edilizia Residenziale (PSER), elaborato in seguito al terremoto del 1980. Sebbene caratterizzati da alcune criticità, tra cui problematiche gestionali e incertezze estetico-architettoniche, questi interventi rappresentarono un primo tentativo di modernizzazione urbanistica, avvicinandosi ai principi dei Piani di Terza Generazione.
Negli anni Ottanta e Novanta, gli interventi urbanistici si concentrarono sulla riqualificazione dell’area dei Censi, mediante opere di conservazione, completamento e sostituzione edilizia. Inoltre, si assistette alla nascita di un nuovo quartiere a carattere popolare, il Rione dei Fiori, nel quale furono decentrate alcune importanti funzioni amministrative del quartiere, tra cui la sede municipale, la ASL e il comando della polizia municipale. Tali interventi contribuirono alla progressiva riqualificazione urbana di Secondigliano, incidendo sullo sviluppo del quartiere nel lungo periodo.
'''<mark>Nel 1973</mark>''' fu inaugurato il circolo Claudio Villa, sul '''corso Secondigliano''' a cui l’omonimo cantante fu presente. <nowiki>https://unavocepersecondigliano.blogspot.com/2017/02/la-foto-claudio-villa-circolo-secondigliano.html?m=1</nowiki>
=== Dal 1800 al 1900 ===
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