Delta-9-tetraidrocannabinolo: differenze tra le versioni
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Il '''delta-9-tetraidrocannabinolo''' (detto comunemente '''THC''', Δ⁹-THC o tetraidrocannabinolo) è uno dei maggiori e più noti [[principi attivi]] della ''[[cannabis]]'' e può essere considerato il capostipite della famiglia dei [[cannabinoidi|fitocannabinoidi]].
Sono noti vari isomeri del THC, due dei quali presenti naturalmente nella cannabis. Il più rilevante è l'isomero [[Isomeria cis-trans|(-)-trans]], noto farmacologicamente come [[dronabinol]].<ref>{{Cita web|url=https://www.unodc.org/unodc/en/data-and-analysis/bulletin/bulletin_1968-01-01_2_page010.html|titolo=UNODC - Bulletin on Narcotics - 1968 Issue 2 - 009|accesso=23 gennaio 2019}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Leo E.|cognome=Hollister|data=1970-08|titolo=Tetrahydrocannabinol Isomers and Homologues: Contrasted Effects of Smoking|rivista=Nature|volume=227|numero=5261|pp=
È una [[sostanza psicotropa]] prodotta dai fiori di cannabis, può essere ingerito, fumato o inalato grazie ad un vaporizzatore a scopo terapeutico o ricreativo. Gli effetti del THC sono numerosi e complessi e possono variare da persona a persona in funzione anche del dosaggio e della via di somministrazione.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Lourdes|cognome=Poyatos|nome2=Ana Pilar|cognome2=Pérez-Acevedo|nome3=Esther|cognome3=Papaseit|data=23 giugno 2020|titolo=Oral Administration of Cannabis and Δ-9-tetrahydrocannabinol (THC) Preparations: A Systematic Review|rivista=Medicina|volume=56|numero=6|
* Euforia: Sensazione di benessere e rilassamento.
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È stato isolato da [[Raphael Mechoulam]], Yechiel Gaoni, e Habib Edery dall'[[istituto Weizmann]], [[Israele]], nel [[1964]].
In forma pura, a basse temperature, è un [[solido]] cristallino, di color leggermente rosa<ref>{{Cita pubblicazione|data=14 giugno 2006|titolo=Compositions comprising crystalline trans-(+/-)-delta-9-tetrahydrocannabinol|accesso=23 gennaio 2019|url=https://patents.google.com/patent/EP2263667A2/tr}}</ref>, con una [[Temperatura di transizione vetrosa|transizione vetrosa]] che lo rende viscoso e appiccicoso se riscaldato. Commercialmente il THC si presenta in soluzione come un liquido oleoso giallo/marrone.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Michael|cognome=Williams|data=3 luglio 2013|titolo=The Merck Index: An Encyclopedia of Chemicals, Drugs, and Biologicals, 15th Edition Edited by M.J.O'Neil, Royal Society of Chemistry, Cambridge, UK ISBN 9781849736701; 2708 pages. April 2013, $150 with 1-year free access to The Merck Index Online.|rivista=Drug Development Research|volume=74|numero=5|pp=
Il THC ha una bassissima [[solubilità]] in [[acqua]], ma buona solubilità nella maggior parte dei [[solventi organici]].
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I cannabinoidi condividono un percorso iniziale comune: la tetraketide sintasi (TKS)<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Lewis J.|cognome=Kearsey|nome2=Nicole|cognome2=Prandi|nome3=Vijaykumar|cognome3=Karuppiah|data=2020-4|titolo=Structure of the Cannabis sativa olivetol‐producing enzyme reveals cyclization plasticity in type III polyketide synthases|rivista=The Febs Journal|volume=287|numero=8|pp=
[[File:THC-COOH biosynthesis v2.svg|512px]]
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=== Concentrazione ===
La concentrazione di THC nella pianta di ''cannabis sativa'' varia sensibilmente in funzione della cultivar e delle condizioni ambientali.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Gianmaria|cognome=Magagnini|nome2=Gianpaolo|cognome2=Grassi|nome3=Stiina|cognome3=Kotiranta|data=2018-06|titolo=The Effect of Light Spectrum on the Morphology and Cannabinoid Content of Cannabis sativa L|rivista=Medical Cannabis and Cannabinoids|volume=1|numero=1|pp=
Il contenuto di THC nella [[marijuana]] (''[[Cannabis sativa]]'') è nell'ordine di 0,5-1% nelle foglie grandi, 1-3% nelle foglie piccole, variabile nei [[fiore|fiori]] dal 10 al 27%, 5-10% nelle [[brattea|brattee]]. Negli estratti può essere il 10-60% nell'hashish e oltre il 60% fino a 99% nell'[[olio di hashish]]. I cannabinoidi precursori del THC sono presenti all’interno dei tricomi, per cui la concentrazione è maggiore, per quanto riguarda la pianta viva, nell’area delle infiorescenze ed è ancora più elevata nel caso di prodotti a base di estrazione della resina.
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Fino ad oggi, non vi è mai stata una fatalità umana documentata da sola overdose di tetraidrocannabinolo o cannabis.<ref>[http://www.galileonet.it/dossier/9082/la-cannabis-unerba-benefica Galileo - Giornale di Scienza | La cannabis? Un'erba benefica<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
La valutazione della pericolosità del THC nei confronti dell'uomo è largo oggetto di dispute non solo scientifiche, ma anche politiche e ideologiche. Secondo il [[Merck & Co.|Merck]]<ref>{{cita libro|autore=S. Budavari|coautori=et al.|titolo=The Merck Index.
An Encyclopedia of Chemicals, Drugs, and Biologicals|anno=1996|editore=Merck & Co.|ISBN 0-911910-12-3|lingua=en}}</ref>, la [[LD50|LD<sub>50</sub>]] del tetraidrocannabinolo è di 1270 [[milligrammo|mg]]/[[chilogrammo|Kg]] di peso vivo se somministrata per via orale (veicolato in [[olio di sesamo]]) nei [[ratto|ratti]] maschi e di 730 mg/Kg nei ratti femmine; la dose scende a 482 mg/Kg di peso vivo se somministrato per [[inalazione]].<ref>{{cita web|url=https://www.erowid.org/plants/cannabis/cannabis_chemistry.shtml|titolo=Cannabis Chemistry|accesso=28 novembre 2007|sito=The Vaults of Erowid|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071202120129/http://www.erowid.org/plants/cannabis/cannabis_chemistry.shtml|dataarchivio=2 dicembre 2007|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Robert B.|cognome=Forney|data=1º dicembre 1971|titolo=Toxicology of Marihuana|rivista=Pharmacological Reviews|volume=23|numero=4|pp=
Gli effetti avversi di dosi elevate di THC possono includere psicosi, paura, sfiducia e un profondo stato di disagio, allucinazioni, atassia, stupore e convulsioni. L'uso a lungo termine può causare tossicità respiratoria e cardiovascolare<ref>{{Cita pubblicazione|rivista=Clinical Practice and Cases in Emergency Medicine|pp=168-170|volume=1|numero=3|data= agosto 2017|autore=Thomas M. Nappe, Christopher O. Hoyte|titolo=Pediatric Death Due to Myocarditis After Exposure to Cannabis|url=https://escholarship.org/uc/item/1n10w5pc}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Thompson|cognome=Gr|nome2=Rosenkrantz|cognome2=H|nome3=Schaeppi|cognome3=Uh|data=1973 Jul|titolo=Comparison of acute oral toxicity of cannabinoids in rats, dogs and monkeys|rivista=Toxicology and applied pharmacology|volume=25|numero=3|lingua=en|accesso=5 ottobre 2024|doi=10.1016/0041-008x(73)90310-4|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/4199474/}}</ref> ed è stato associato a una serie di condizioni psichiatriche. La sindrome da iperemesi da cannabinoidi può verificarsi con l'uso cronico.<ref>{{Cita web|url=http://www.dronet.org/comunicazioni/res_news.php?id=2671#:~:text=L'iperemesi%20da%20cannabinoidi%20%C3%A8,alleviati%20temporaneamente%20da%20bagni%20caldi.|titolo=DRONET :: news & Comunicazioni|sito=www.dronet.org|accesso=5 ottobre 2024}}</ref> Guidare sotto l'effetto del THC è associato a circa il doppio del rischio di incidenti automobilistici. L'intensità e la durata dei sintomi sono proporzionali alla concentrazione di THC nel sangue. Dopo un uso acuto, il THC rimane nel sangue solo per diverse ore prima di essere convertito in un derivato carbossilico del THC e questo si ripartisce nel grasso, da dove fuoriesce e può essere rilevato nelle urine per settimane dopo l'uso. Il trattamento dell'intossicazione acuta consiste principalmente in cure di supporto appropriate e mirate ai sintomi. I bambini sono più suscettibili alla tossicità della cannabis, in particolare convulsioni e coma, e quindi potrebbero richiedere cure di supporto aggiuntive per questi potenziali sintomi.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Leo J.|cognome=Schep|nome2=Robin J.|cognome2=Slaughter|nome3=Paul|cognome3=Glue|data=9 ottobre 2020|titolo=The clinical toxicology of cannabis|rivista=The New Zealand Medical Journal|volume=133|numero=1523|pp=
Alcuni studi condotti, relativi all'assimilazione del THC, concludono che la sostanza induca la perdita di [[neuroni]] nell'[[ippocampo (anatomia)|ippocampo]], area del [[cervello]] responsabile della fissazione della memoria da breve a lungo termine<ref name="brain">{{Cita pubblicazione|rivista=Prog Neurobiol|anno= 1999|mese=luglio|volume=58|numero=4|pp=315-48|titolo=The effects of cannabinoids on the brain|autore=Ameri A|pmid=10368032|doi=10.1016/S0301-0082(98)00087-2}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.drugabuse.gov/publications/research-reports/marijuana/what-are-marijuanas-long-term-effects-brain|titolo=What are marijuana's long-term effects on the brain?|sito=National institut of drug Abuse}}</ref>; numerosi altri studi hanno dimostrato le capacità neuroprotettive e antinfiammatorie del THC<ref>{{Cita pubblicazione|nome=A. J.|cognome=Hampson|data=7 luglio 1998|titolo=Cannabidiol and (−)Δ9-tetrahydrocannabinol are neuroprotective antioxidants|rivista=Proceedings of the National Academy of Sciences|volume=95|numero=14|pp=
A favore della prima tesi (cioè quella che sostiene provochi danni all'ippocampo), in uno studio [[in vivo]]<ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Delta 9-tetrahydrocannabinol produces naloxone-blockable enhancement of presynaptic basal dopamine efflux in nucleus accumbens of conscious, freely-moving rats as measured by intracerebral microdialysis.|url = https://archive.org/details/sim_psychopharmacology_1990-10_102_2/page/156|autore = Chen JP|coautori = Paredes W, Li J, Smith D, Lowinson J, Gardner EL|rivista = Psychopharmacology|volume = 102|numero = 2|pp = 156-62|anno = 1990|pmid = 2177204}}</ref> ratti esposti a THC ogni giorno per 8 mesi (approssimativamente 30% della loro aspettativa di vita), esaminati a 11 o 12 mesi di età, dimostravano una perdita di cellule nervose equivalente ad animali con il doppio della loro età.<ref>[http://www.dronet.org/sostanze/schedu.php?categoria=3&titolo=Cannabis Dronet :: Approfondimenti Per Operatori<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
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Vi sono inoltre alcuni [[Studio clinico|studi clinici]] che dimostrano la [[Correlazione (statistica)|correlazione]] tra la presenza di significativi danni cerebrali e cognitivi e l'assunzione di THC, senza però potere, in via definitiva, postulare una [[Causa (filosofia)|causalità]], data la presenza di numerosi [[Interazione|effetti di interazione]] con altri fattori, che sovrastano l'effetto semplice del solo THC.<ref name=brain /><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Heishman SJ|coautori=Arasteh K, Stitzer ML|titolo=Comparative effects of alcohol and marijuana on mood, memory, and performance|rivista=Pharmacol Biochem Behav|anno=1997|mese=settembre|volume=58|numero=1|pagine|93-101|pmid=9264076|doi=10.1016/S0091-3057(96)00456-X}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Fletcher JM|coautori= Page JB, Francis DJ, Copeland K, Naus MJ, Davis CM, Morris R, Krauskopf D, Satz P|titolo= Cognitive correlates of long-term cannabis use in Costa Rican men|rivista= Arch Gen Psychiatry|anno= 1996|mese=novembre|volume=53|numero=11|pp=1051-7|pmid=8911228|doi=10.1001/archpsyc.1996.01830110089011}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Block RI|coautori= Ghoneim MM|titolo= Effects of chronic marijuana use on human cognition|url=https://archive.org/details/sim_psychopharmacology_1993-01_110_1-2/page/219|rivista= Psychopharmacology (Berl)|anno=1993|volume=110|numero=1-2|pp=219-28|pmid=7870889|doi=10.1007/BF02246977}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Patrick G|coautori= Straumanis JJ, Struve FA, Fitz-Gerald MJ, Leavitt J, Manno JE|titolo=Reduced P50 auditory gating response in psychiatrically normal chronic marihuana users: a pilot study|url=https://archive.org/details/sim_biological-psychiatry_1999-05-15_45_10/page/n86|rivista= Biol Psychiatry|anno= 1999|mese=maggio|volume 45|numero=10|pp=1307-12|pmid=10349037|doi=10.1016/S0006-3223(98)00155-3}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|autore=Patrick G|coautori=Struve FA|titolo= Reduction of auditory P50 gating response in marihuana users: further supporting data|rivista= Clin Electroencephalogr|anno= 2000|mese= aprile|volume= 31|numero=2|pp=88-93|pmid=10840631}}</ref>
A favore della seconda tesi uno studio [[in vitro]], effettuato su neuroni di ratto, ha mostrato che il cannabinoide HU210 è immunoreattivo col recettore CB1 per i cannabinoidi, portando gli autori ad ipotizzare che possa avere un ruolo nella proliferazione neuronale. Tale ipotesi è supportata dall'osservazione che il cannabinoide HU210 stimola la proliferazione (ma non la differenziazione) di cellule neuronali embrionali di ratto in vitro.<ref>{{Cita pubblicazione |url=https://www.jci.org/articles/view/25509 |titolo=Cannabinoids promote embryonic and adult hippocampus neurogenesis and produce anxiolytic- and antidepressant-like effects |autore=Wen Jiang|coautori=Yun Zhang; Lan Xiao; Jamie Van Cleemput; Shao-Ping Ji; Guang Bai; Xia Zhang|rivista=[[Journal of Clinical Investigation]] |volume=115 |numero=11 |data=1º novembre 2005 |doi=10.1172/JCI25509 |accesso=7 marzo 2011 }}</ref> Un altro studio ha dimostrato in maniera precisa come il CBD e il THC abbiano effetti neuroprotettivi su cellule neuronale corticali<ref>{{Cita pubblicazione|nome=A. J.|cognome=Hampson|data=7 luglio 1998|titolo=Cannabidiol and (−)Δ9-tetrahydrocannabinol are neuroprotective antioxidants|rivista=Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America|volume=95|numero=14|pp=
== Utilizzo terapeutico ==
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