Józef Piłsudski: differenze tra le versioni

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di controverso non c'e' assolutamente niente, quello di Pilsudski fu un regime autoritario. Evitare le buzzwords.
riordino grammaticale e temporale.
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[[File:Warszawaid4.jpg|left|thumb|Statua di Piłsudski davanti al [[palazzo del Belweder]] di [[Varsavia]], residenza ufficiale di Piłsudski durante i suoi anni al potere]]
 
Wacław Jędrzejewicz, nel suo scritto ''Piłsudski: A Life for Poland'' (''Piłsudski: Una vita per la Polonia''), descriveva "il Comandante" come assai cauto nei processi decisionali: Piłsudski raccoglieva tutte le informazioni pertinenti disponibili, ragion per cui si prendeva il suo tempo per valutarle prima di arrivare a una decisione finale.<ref name="mac219"/>

Preservava uno stile di vita semplice, mangiando pasti spesso da solo in ristorante economici e lavorando talvolta fino a notte fonda.<ref name="mac219" /> Malgrado fosse popolare tra molti polacchi in pubblico, la sua reputazione di lupo solitario (risultato di molti anni di lavoro clandestino) e di uomo che diffidava di quasi tutti gli costò la fama di persona sfuggente e poco collaborativa agli occhi degli altri politici polacchi.<ref name="mac214" />
 
Piłsudski e il primo governo polacco erano guardati con sospetto in Occidente, in quanto aveva collaborato con gli [[Imperi centrali]] dal 1914 al 1917 e perché i governi di Daszyński e Jędrzej Moraczewski erano guidati perlopiù da socialisti.<ref name="cie2002"/> Fu solo nel gennaio 1919, quando il famoso pianista e compositore [[Ignacy Jan Paderewski]] divenne [[primo ministro della Polonia]] e ministro degli esteri di un nuovo governo, che il resto del continente guardò con maggiore tranquillità a quanto accadeva a Varsavia.<ref name="cie2002"/>
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Il piano di Piłsudski incontrò l'opposizione della maggior parte dei potenziali Stati membri, i quali si rifiutarono di rinunciare a qualsiasi loro indipendenza, conquistata con la fatica, nonché delle potenze alleate, le quali ritenevano che un simile cambiamento geopolitico avrebbe potuto sconvolgere gli equilibri di potere tanto faticosamente indicati dai trattati post-bellici.<ref>{{cita web|lingua=en|accesso=31 agosto 2021|url=http://www.historynet.com/wars_conflicts/20_21_century/3038436.html?featured=y&c=y|sito=historynet.com|autore=Robert Szymczak|titolo=Polish-Soviet War: Battle of Warsaw|dataarchivio=7 ottobre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071007194853/http://www.historynet.com/wars_conflicts/20_21_century/3038436.html?featured=y&c=y|urlmorto=sì}}</ref> Secondo lo storico George Sanford, fu intorno al 1920 che Piłsudski si rese conto dell'infattibilità del suo ambizioso piano.<ref>{{cita libro|autore=George Sanford|anno=2002|titolo=Democratic Government in Poland: Constitutional Politics Since 1989|città=New York|editore=Palgrave Macmillan|isbn=978-0-333-77475-5|url=https://books.google.it/books?id=upWHDAAAQBAJ&printsec=frontcover&dq=Democratic+Government+in+Poland:+Constitutional+Politics+Since+1989&hl=it&sa=X&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false|lingua=en|pp=5-6}}</ref>
 
Invece di raggiungere un'alleanza dell'[[Europa centrale]] e [[Europa orientale|orientale]], si profilò presto all'orizzonte una serie di conflitti lungo i confini, tra cui la [[guerra polacco-ucraina]] (1918-1919), la [[guerra polacco-lituana]] (1920, culminata con l'[[ammutinamento di Żeligowski]]), gli scontri con la [[Cecoslovacchia]] (a partire dal 1918), e, forse la schermaglia più enfatica, la [[guerra polacco-sovietica]] (1919–1921).<ref name="pwn"/>

[[Winston Churchill]] commentò in maniera caustica il tormentato scenario dell'[[Europa orientale]] affermando; "La guerra dei giganti è finita e sono cominciate quelle dei pigmei".<ref>{{cita|Davies (1993)|p. 1035}}.</ref>
 
=== Guerra polacco-sovietica ===
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{{citazione|Piłsudski non aveva nulla del suo futuro prestigio. In veste di rivoluzionario prebellico, condusse il suo partito a divisioni e dissidi interni; come generale nella prima guerra mondiale guidò le sue legioni all'internamento e allo scioglimento; quale maresciallo dell'esercito polacco lo condusse a Kiev e Vilnius, entrambe ormai perdute per i polacchi. Abbandonato il partito socialista polacco e i suoi alleati austro-tedeschi, rifiutò di allearsi con l'Intesa. In Francia e in Inghilterra era considerato un alleato traditore che avrebbe condotto la Polonia alla deriva; in Russia veniva visto come un falso simpatizzante degli Alleati, che avrebbe portato l'imperialismo alla rovina. Tutti, da Lenin a [[David Lloyd George|Lloyd George]], dalla ''[[Pravda]]'' al ''[[Morning Star (quotidiano)|Morning Star]]'', lo consideravano un esempio di fallimento politico e militare. Nell'agosto 1920, praticamente ognuno concordava che la sua catastrofica carriera sarebbe culminata con la caduta di Varsavia.<ref>{{cita|Davies (2011)|p. 225}}.</ref>}}
 
TuttaviaI detrattori di Pilsudski si sbagliarono, perche' ,nelle settimane successive, la strategia rischiosanon convenzionale e non convenzionalepriva di rischi della Polonia nell'agosto 1920 con la [[Battaglia di Varsavia (1920)|battaglia di Varsavia]] alla fine fermò, inaspettatamentetra lo stupore dei commentatori dell'epoca, l'avanzata sovietica verso la capitale polacca e l'occidente.<ref name="dav12"/>

Il piano polacco fu ideato di Piłsudski e da altri combattenti, incluso Tadeusz Rozwadowski.<ref>{{cita|Lenkiewicz (2019)|p. 185}}.</ref>

In seguito, alcuni sostenitori di Piłsudski avrebbero cercato di dipingerlo come l'unico autore della strategia polacca, mentre gli avversari minimizzavano il suo ruolo.<ref name="bry10">{{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=BzsSDAAAQBAJ&pg=PA10|p=10|titolo=Primed for Violence: Murder, Antisemitism, and Democratic Politics in Interwar Poland|autore=Paul Brykczynski|editore=University of Wisconsin Pres|anno=2016|isbn=978-02-99-30700-4}}</ref> In Occidente per lungo tempo persistette l'ipotesi secondo cui fosse stato il generale [[Maxime Weygand]] della missione militare francese a salvare la Polonia; gli studiosi moderni, tuttavia, sono d'accordo sul fatto che il ruolo del transalpino fosse stato invece minimo.<ref name="cie2002" /><ref name="bry10" /><ref>{{cita pubblicazione|titolo=Battle on the Vistula: The Soviet-Polish Campaign of 1920|autore=Clarence A. Manning|rivista=The Journal of the American Military Institute|volume=3|numero=1|data=primavera 1939|pp=14-25|doi=10.2307/3038664|url=https://www.jstor.org/stable/3038664|lingua=en|accesso=31 agosto 2021}}</ref>
 
Il piano di Piłsudski prevedeva che le forze polacche si ritirassero attraverso il fiume [[Vistola]] e difendessero le teste di ponte a Varsavia e sul [[Wieprz]] mentre circa il 25% delle divisioni disponibili si concentrava a sud per una controffensiva strategica. Il piano richiedeva poi che due eserciti sotto il generale [[Józef Haller]], di fronte all'attacco frontale sovietico a Varsavia da est, mantenessero le loro posizioni in trincea a tutti i costi.<ref name="cis140141"/><ref name="urb346441"/> Allo stesso tempo, le truppe sotto il generale [[Władysław Sikorski]] dovevano colpire a nord dalla parte esterna della capitale, tagliando fuori le forze sovietiche che cercavano di avviluppare la città da quella direzione. Il ruolo più importante, tuttavia, venne assegnato a un "esercito di riserva" relativamente piccolo, composto da circa 20.000 uomini, appena allestito (noto anche come "Gruppo d'assalto", "''Grupa Uderzeniowa''"), che comprendeva le unità polacche più agguerrite e preparate comandate personalmente da Piłsudski.<ref name="cis140141"/><ref name="urb346441"/> Il loro compito appariva quello di guidare un'offensiva fulminea verso nord, dal triangolo Vistola-Wieprz a sud di Varsavia, attraverso un punto debole che era stato identificato dall'intelligence polacca tra il fronte occidentale sovietico. Quell'offensiva avrebbe separato il fronte occidentale bolscevico dalla sua retroguardia e ne avrebbe confuso gli spostamenti. Alla fine, il divario tra l'esercito di Sikorski e il "Gruppo d'assalto" si sarebbe ridotto vicino al confine della [[Prussia Orientale]], provocando l'annientamento delle forze sovietiche accerchiate.<ref name="cis140141">{{cita|Cisek (2002)|pp. 140-141}}.</ref><ref name="urb346441">{{cita|Urbankowski (1997)|vol. 1, pp. 346, 357-358, 441}}.</ref>
 
A quel tempo, il piano di Piłsudski subì delle critiche e solo la situazione disperata delle forze polacche persuase altri comandanti ad assecondarlo. Anche se basato su informazioni affidabili, non ultime le comunicazioni radio sovietiche decifrate, il piano fu definito "dilettantistico" da ufficiali dell'esercito di alto rango ed esperti militari, pronti a sottolineare la mancanza di istruzione militare formale di Piłsudski.<ref name="dav1045"/> Dopo che una copia del piano cadde nelle mani dei sovietici, il comandante del fronte occidentale [[Michail Nikolaevič Tuchačevskij|Michail Tuchačevskij]] pensò che si trattasse di uno stratagemma o una falsa pista e la ignorò, convinto dell'efficacia della sua tattica.<ref name="dav1045">{{cita|Davies (1993)|p. 1045}}.</ref> Giorni dopo, i sovietici pagarono a caro prezzo l'eccessiva sicurezza subendo una delle peggiori sconfitte della loro storia militare.<ref name="dav12"/><ref name="urb346441"/>
 
Un deputato nazionaldemocratico del Sejm, Stanisław Stroński, coniò l'espressione "miracolo della Vistola" ("''Cud nad Wisłą''") allo scopo di sottolineare come la vittoria fosse stata frutto di autentica fortuna e di rimarcare come ad un simile tragico scenario non si sarebbe mai arrivati se Piłsudski non avesse dato il via alla sua "escursione in Ucraina".<ref>{{cita web|url=https://www.osservatoreromano.va/it/news/2020-08/il-miracolo-della-vistola.html|accesso=31 agosto 2021|titolo=Il miracolo della Vistola|sito=[[L'Osservatore Romano]]|data=17 agosto 2020}}</ref> Paradossalmente, la frase di Stroński finì per diventare un proclama dei sostenitori di Piłsudski alle orecchie di alcuni polacchi patriottici o devoti, i quali non erano a conoscenza dell'originale intento ironico di Stroński. Un giovane membro della missione militare francese, [[Charles de Gaulle]], adottò alcune lezioni dalla guerra polacco-sovietica e dalla carriera di Piłsudski.<ref name="urb346441"/><ref name="dav1045"/>
 
Paradossalmente, la frase di Stroński finì per diventare un proclama dei sostenitori di Piłsudski alle orecchie di alcuni polacchi patriottici o devoti, i quali non erano a conoscenza dell'originale intento ironico di Stroński.
 
Un giovane membro della missione militare francese, [[Charles de Gaulle]], fece tesoro di alcune lezioni dalla guerra polacco-sovietica e dalla carriera di Piłsudski, finendo per adottarle come proprie molti anni dopo.<ref name="urb346441" /><ref name="dav1045" />
Un deputato nazionaldemocratico del Sejm, Stanisław Stroński, coniò l'espressione "miracolo della Vistola" ("''Cud nad Wisłą''") allo scopo di sottolineare come la vittoria fosse stata frutto di autentica fortuna e di rimarcare come ad un simile tragico scenario non si sarebbe mai arrivati se Piłsudski non avesse dato il via alla sua "escursione in Ucraina".<ref>{{cita web|url=https://www.osservatoreromano.va/it/news/2020-08/il-miracolo-della-vistola.html|accesso=31 agosto 2021|titolo=Il miracolo della Vistola|sito=[[L'Osservatore Romano]]|data=17 agosto 2020}}</ref> Paradossalmente, la frase di Stroński finì per diventare un proclama dei sostenitori di Piłsudski alle orecchie di alcuni polacchi patriottici o devoti, i quali non erano a conoscenza dell'originale intento ironico di Stroński. Un giovane membro della missione militare francese, [[Charles de Gaulle]], adottò alcune lezioni dalla guerra polacco-sovietica e dalla carriera di Piłsudski.<ref name="urb346441"/><ref name="dav1045"/>
 
Nel febbraio 1921, Piłsudski visitò Parigi, dove, nel corso dei negoziati con il presidente francese [[Alexandre Millerand]], gettò le basi per l'alleanza militare franco-polacca, che sarebbe divenuta realtà nello stesso anno.<ref>{{cita|Urbankowski (1997)|vol. 1, p. 484}}.</ref> Poiché la guerra volgeva ormai a favore di Varsavia, i bolscevichi tentarono di negoziare un accordo, proponendo di cedere i territori già assoggettati dai polacchi se questi avessero arrestato la loro avanzata entro dieci giorni dalla sottoscrizione dell'intesa. Benché alla fine avesse accettato, Piłsudski definì il trattato un "atto di codardia" ad opera della controparte, ma le conseguenze della battaglia di Varsavia erano state talmente acute per Lenin che egli stesso non mancò di sottolinearlo in una conversazione con la comunista tedesca Clara Zetkin.<ref name="dav297">{{cita|Davies (2005)|p. 297}}.</ref> La [[pace di Riga]], che pose definitivamente fine alla guerra polacco-sovietica nel marzo 1921, spartiva le odierne Bielorussia e [[Ucraina]] tra Polonia e RSFS Russa.<ref name="dav297"/> La firma di questo trattato e la sua segreta approvazione dell'[[ammutinamento di Żeligowski]], ovvero il piano di conquista di Vilnius compiuto a scapito dei lituani falsamente bollato da Varsavia come frutto della sola iniziativa del generale polacco [[Lucjan Żeligowski]], segnò il tramonto del progetto federalista immaginato dal politico.<ref name="pwn"/> Dopo che Vilnius fu occupata dall'esercito della Lituania Centrale, Piłsudski disse che "non poteva fare a meno di considerarli [i lituani] come fratelli".<ref>{{cita|Snyder (2004)|p. 70}}.</ref><ref group="nota">L'innegabile coinvolgimento di Piłsudski, poi ammesso da lui stesso, ebbe dunque solo l'effetto opposto. La costituzione dello Stato fantoccio della [[Lituania Centrale]], il sostegno alla precedente [[rivolta di Sejny]] e per il [[Colpo di stato in Lituania del 1919|tentato golpe del 1919]] non fecero altro che ledere l'opinione del polacco agli occhi dei lituani, i quali si convinsero della necessità di mantenere quanto più possibile le distanze dalle mire di Varsavia: [https://polishhistory.pl/without-emotions-polish-lithuanian-dialogue-about-jozef-pilsudski/ Stanisławski].</ref>