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== Evoluzione storica del concetto ==
Il [[concetto]] si sviluppa fin dell’[[Antica Grecia]], quando, in una serie di trattati filosofici si inizia a far riferimento ad un “senso di riservatezza”. [[Aristotele]], nella sua Politica, distingue tra [[Polis]], sfera pubblica dell'individuo, correlata alle attività cittadine, ed [[Oikos]], sfera privata, associata alla vita domestica. Viene così stabilito l’ambito personale, distinto da pubblico e politico. Per gli antichi greci il coinvolgimento da parte degli uomini nella vita pubblica era di fondamentale importanza; parallelamente, però, riconoscevano al singolo la necessità di una sfera propria e riservata, da intendersi come luogo in cui occuparsi dei propri bisogni. L’affermarsi di [[Città-Stato|città-stato]] significa per l’uomo ricevere una personale ''vita activa'', marcando il discrimine tra ciò che è proprio contro ciò che è comune. La vita privata è rispettata in quanto considerata elemento necessario a far scaturire uno stimolo d’interesse cittadino. Ogni uomo che ha proprietà nella città sarà interessato al suo corretto funzionamento.
 
Durante l’[[Feudalesimo|età feudale]] si espande l’ideale di libertà personale e, successivamente, grazie allo [[Stato assoluto]], ciò che separa privato e pubblico viene delineato al punto da originare la sfera del privato. Riforme religiose e diffusione dell’[[alfabetizzazione]] sono tra gli elementi che condizionano fortemente la società occidentale del [[XVI secolo|XVI]] e [[XVII secolo|XVII]] secolo. Tali elementi portano proprio ad un mutamento radicale della mentalità sociale, diffondendo un nuovo costume d’appartenenza.