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====Al tempo delle guerre marcomanniche (166-188)====
[[File:Marschlager des Pseudo-Hygin.png|thumb|L'accampamento da marcia secondo [[Pseudo-Igino]] della fine del [[II secolo]], all'epoca delle [[guerre marcomanniche]] di [[Marco Aurelio]]. In questo caso le aperture delle porte sono a forma di ''titulum'' (vedi sotto).]]
{{Vedi anche|guerre marcomanniche}}
[[File:Marschlager des Pseudo-Hygin.png|thumb|L'accampamento da marcia secondo [[Pseudo-Igino]] della fine del [[II secolo]], all'epoca delle [[guerre marcomanniche]] di [[Marco Aurelio]]. In questo caso le aperture delle porte sono a forma di ''titulum'' (vedi sotto).]]
 
Qui viene invece rappresentato un accampamento da marcia al tempo delle [[guerre marcomanniche]] (166-188), che di viene descritto nel ''[[De munitionibus castrorum]]''. Si tratta della più particolareggiata descrizione di un accampamento romano e della sua costruzione della fine del [[II secolo]]. Fu scritta, ormai lo si sa con certezza, al tempo di [[Marco Aurelio]].<ref>J.M. Carriè, ''Eserciti e strategie'', vol.18, in "Storia Einaudi dei Greci e dei Romani", Milano, Einaudi, 2008, pp.104-105.</ref>
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===Accampamenti permanenti (''castra stativa'' e ''hiberna'')===
[[File:Incensiere in forma di accampamento romano 13S9732.tif|thumb|[[Incensiere]] in terraccotta in forma di accampamento romano, tra il 30 a.C. e il 395, [[Egitto (provincia romana)|Periodo romano dell'Egitto]]. [[Museo egizio (Torino)|Museo Egizio, Torino]].]]
{{Vedi anche|Limes romano}}
[[File:Incensiere in forma di accampamento romano 13S9732.tif|thumb|[[Incensiere]] in terraccotta in forma di accampamento romano, tra il 30 a.C. e il 395, [[Egitto (provincia romana)|Periodo romano dell'Egitto]]. [[Museo egizio (Torino)|Museo Egizio, Torino]].]]
 
Fu solo grazie ad [[Augusto]] ([[30 a.C.|30]]-[[29 a.C.]]) che si ottenne una prima e vera riorganizzazione del sistema di difese dell'[[Impero romano]], acquartierando in modo permanente [[legione romana|legioni]] ed ''[[truppe ausiliarie dell'esercito romano|auxilia]]'' in [[Lista di fortezze legionarie romane|fortezze]] e forti permanenti (''stativa''<ref name="Le Bohec208"/><ref name="TacitoStorieAnnali"/>), non solo quindi per l'inverno (''hiberna''<ref name="Le Bohec208"/><ref name="TacitoStorieAnnali"/>) lungo l'intero ''[[Limes romano|limes]]''.
 
====Fortezze legionarie==== <!-- sezione oggetto di redirect -->
[[File:Pianta di Carnutum.png|thumb|left|Pianta della fortezza legionaria permanente di ''[[Carnuntum]]'', lungo il [[limes romano|''limes'' danubiano]].]]
{{Vedi anche|Legione romana|Fortezze legionarie romane}}
[[File:Pianta di Carnutum.png|thumb|left|Pianta della fortezza legionaria permanente di ''[[Carnuntum]]'', lungo il [[limes romano|''limes'' danubiano]].]]
 
Le fortezze legionarie permanenti derivavano la loro struttura dagli accampamenti di marcia o «da campagna». La loro struttura era pertanto simile, pur avendo rispetto ai ''castra'' mobili dimensioni ridotte, pari normalmente a 16-20 [[ettari]].<ref name="Le Bohec215">{{Cita|Le Bohec 1992|p. 215}}.</ref><ref name="Le Bohec216"/> È vero anche che, almeno fino a [[Domiziano]] ([[89]]), erano presenti lungo il ''[[limes romano|limes]]'' alcune fortezze legionarie doppie, dove erano acquartierate insieme due [[legione romana|legioni]], come ad esempio a ''[[Castra Vetera]]'' in 50 ettari e a ''[[Mogontiacum]]'' in 36 ettari,<ref name="Le Bohec216">{{Cita|Le Bohec 1992|p. 216}}.</ref> con dimensioni che si avvicinarono ai 40-50 ettari.<ref name="Le Bohec216"/> A partire però da [[Diocleziano]] e dalla sua riforma [[tetrarchia|tetrarchica]], le dimensioni delle fortezze andarono sempre più diminuendo, poiché le legioni romane erano state ridotte alla metà degli effettivi.
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=====Edifici interni alla fortezza=====
[[File:DevaMinervaPlan(bq).jpg|thumb|left|Modellino della fortezza legionaria di [[Deva Victrix|Deva]] in [[Britannia (provincia romana)|Britannia]].]]
{{Vedi anche|Principia (esercito romano)|Praetorium|Valetudinarium|Horrea}}
[[File:DevaMinervaPlan(bq).jpg|thumb|left|Modellino della fortezza legionaria di [[Deva Victrix|Deva]] in [[Britannia (provincia romana)|Britannia]].]]
 
Vale la pena ricordare tra gli edifici principali delle fortezze legionarie i ''[[Principia (esercito romano)|Principia]]'', ovvero quegli edifici che ne rappresentavano il centro amministrativo, di fronte agli edifici dove era alloggiato il comandante della legione (''[[legatus legionis]]''), il ''[[Praetorium]]''. Le dimensioni di questi primi due edifici variavano da fortezza a fortezza, anche se normalmente presentavano misure pari a 70x100 metri circa.<ref>{{Cita|Webster 1998|pp. 193-197}}.</ref> Accanto a questi edifici c'erano poi quelli dei [[tribunus militum|tribuni militari]] e i [[baraccamenti (storia romana)|baraccamenti]] dei [[legionario romano|legionari]] e dei loro [[centurione romano|centurioni]]. I baraccamenti era strutture atte ad alloggiare ciascuna [[centuria]] di legionari, pari a circa 80 uomini. Il centurione disponeva di una sua propria abitazione "in testa" alla struttura, mentre ogni ''[[contubernium]]''
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====Forti di truppe ausiliarie: i ''castella''====
[[File:Kastell Theilenhofen - Iciniacum (italiano).png|thumb|Pianta del ''castellum'' di Theilenhofen (''Iciniacum''), struttura tipica del periodo alto imperiale.]]
{{Vedi anche|Truppe ausiliarie dell'esercito romano|Elenco delle truppe ausiliarie romane|limes germanico-retico}}
[[File:Kastell Theilenhofen - Iciniacum (italiano).png|thumb|Pianta del ''castellum'' di Theilenhofen (''Iciniacum''), struttura tipica del periodo alto imperiale.]]
 
I forti delle unità ausiliarie (normalmente nominati ''castellum''<ref name="Le Bohec208"/><ref>[[Tacito]], ''[[De vita et moribus Iulii Agricolae|Agricola]]'', XIV, 3; XVI, 1; XX, 3; XXV, 3.</ref>), che ricordiamo potevano contenere ''[[coorte|cohortes]]'' di fanteria o ''[[ala (esercito romano)|alae]]'' di [[cavalleria (storia romana)|cavalleria]] o ''[[cohors equitata|cohortes equitatae]]'' (unità miste), avevano misure molto diverse le une dalle altre, a seconda anche che contenessero unità ''quingenariae'' (di 500 armati circa) o ''milliariae'' (di 1.000 armati circa). Ad esempio una ''[[cohors peditata]] quingenaria'' (500 fanti circa) veniva alloggiata in 1,2-1,5 [[ettari]], mentre un{{'}}''ala milliaria'' poteva necessitare di uno spazio molto ampio per alloggiare 1.000 armati e altrettanti cavalli (3,5-7 ettari, come a [[Porolissum]]).<ref>{{Cita|Webster 1998|pp. 213-223}}.</ref><ref name="Le Bohec217">{{Cita|Le Bohec 1992|p. 217}}.</ref>
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==Campo tardo imperiale==
{{vedi anche|Riforma dioclezianea dell'esercito romano|riforma costantiniana dell'esercito romano}}
[[File:Kastell Nag el-Hagar.svg|thumb|left|grande forte della tarda antichità]]
[[File:Kastell Visegrád-Gizellamajor.png|thumb|left|tipica struttura di forte ausiliario di epoca tardo imperiale.]]
{{vedi anche|Riforma dioclezianea dell'esercito romano|riforma costantiniana dell'esercito romano}}
 
Anche il [[limes romano|sistema difensivo dei confini]] venne reso più elastico e "profondo": alla rigida difesa del ''[[vallum]]'' venne aggiunta una rete sempre più fitta di ''castella'' interni, collegati tra di loro da un più complesso sistema viario (un esempio su tutti: la ''[[strata Diocletiana]]'' in Oriente). In sostanza si passò da un sistema difensivo di tipo "lineare"<ref>E.N. Luttwak, ''La grande strategia dell'Impero romano'', Milano 1981, pp.75-170.</ref> ad uno "più profondo" (sebbene non nelle proporzioni generate dalla [[crisi del III secolo]], quando [[Gallieno]] e gli imperatori illirici erano stati costretti dai continui "sfondamenti" del ''limes'' a far ricorso a "riserve" strategiche molto "interne" rispetto alle frontiere imperiali), che vide un notevole ampliamento dello "spessore" del ''[[limes romano|limes]]'', il quale fu esteso da una fascia interna del territorio imperiale ad una esterna, ''[[barbari|in Barbaricum]]'', attraverso la costruzione di numerose "teste di ponte" fortificate (anche oltre i grandi fiumi [[Reno (Germania)|Reno]], [[limes danubiano|Danubio]] ed [[Eufrate]]), avamposti con relative vie di comunicazione e strutture logistiche.<ref name="CascarinoIII,46-48">G. Cascarino, ''L'esercito romano. Armamento e organizzazione'', Vol. III - ''Dal III secolo alla fine dell'Impero d'Occidente'', pp. 46-48.</ref>