Uniting for consensus: differenze tra le versioni

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3. Il gruppo Uniting for Consensus aveva l'obiettivo dichiarato di raggiungere il più ampio consenso possibile per ogni riforma della Carta dell'Onu, e proponeva un allargamento del CdS a 25 membri finalizzato a creare seggi per i gruppi regionali sottorappresentati<ref>{{Cita libro|titolo=Giuseppe Nesi, La riforma del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite tra politica e diritto, in Pietro Gargiulo, Ivan Ingravallo, Pierfrancesco Rossi (a cura di), L’ONU nei nuovi assetti sistemici internazionali: le riforme necessarie. Pace e sicurezza internazionali, sviluppo sostenibile, tutela dei diritti umani, Napoli, Editoriale Scientifica, 2023 (Quaderni “La Comunità Internazionale”, n. 27), pp. 19-34. ISBN 979-12-5976-720-2.}}</ref>. In particolare, la bozza di risoluzione presentata proponeva di aggiungere agli attuali 5 permanenti 20 membri non permanenti, con mandato biennale, di cui 6 all'Africa, 4 all'America Latina e i Caraibi, 3 all'Europa occidentale, 2 all'Europa orientale. I seggi elettivi sarebbero stati resi rinnovabili per ulteriori mandati, a discrezione degli stessi gruppi regionali. Veniva inoltre proposto un miglioramento dei metodi di lavoro del Consiglio di Sicurezza al fine di limitare l’utilizzo del veto, garantire maggior trasparenza, coordinamento tra il Consiglio di sicurezza e l’Assemblea Generale e maggior coinvolgimento di altri Paesi non membri<ref>{{Cita libro|titolo=Bozza di risoluzione A/59/L68, firmata da Argentina, Canada, Colombia, Costa Rica, Italia, Malta, Messico, Pakistan, Repubblica di Corea, San Marino, Spagna e Turchia, Microsoft Word - 0543476e.doc (securitycouncilreport.org)}}</ref>.
 
In mancanza di un accordo, il Vertice si concluse con una nuova dichiarazione generica sulla necessità di una riforma tesa a rendere il CdS “maggiormente rappresentativo, efficiente e trasparente”. Le cause del fallimento del tentativo di riforma sono principalmente da ricondurre al contrasto fra i Paesi africani che reclamavano per loro un seggio permanente ([[Egitto]], [[Nigeria]], [[Sudafrica]]) e gli altri Stati del continente, nonché alle tensioni USA-Germania dovute all'[[invasione dell'Iraq]] del 2003.
 
== I negoziati intergovernativi di New York sulla riforma del Consiglio di sicurezza ==
Nel febbraio 2009 (in conformità con la decisione 62/577 adottata dall'AG nel settembre 2008<ref>{{Cita web|url=https://www.securitycouncilreport.org/atf/cf/%7B65BFCF9B-6D27-4E9C-8CD3-CF6E4FF96FF9%7D/Decision%2062_557.pdf|titolo=}}</ref>) sono cominciati a New York i negoziati intergovernativi  sulla riforma del Consiglio di sicurezza (intergovernmental negotiations / IGN), nell’ambito della sessione informale dell'Assemblea Generale. In occasione dei suddetti negoziati ai gruppi negoziali sopra menzionati si aggiunse inizialmente anche lo [[Small Five]]. Da allora i negoziati si sono tenuti ogni anno, in base alla rollover resolution adottata dall’Assemblea Generale al termine di ciascuna sessione.
 
Nella nuova proposta presentata il 20 aprile 2009 dal Rappresentante Permanente dell’Italia presso l'ONU, Amb. [[Giulio Terzi di Sant'Agata]] l'opposizione all'allargamento del numero dei membri permanenti venne spiegata principalmente con l'inopportunità di mantenere l'istituto del ''veto'', nato nel dopoguerra ma insensato dopo la fine della [[guerra fredda]]. Consci del carattere irrealistico della proposta di eliminare il veto (più realizzabile la restrizione dell'ambito di applicazione dello stesso o il vincolo del suo utilizzo a un obbligo di motivazione), i Paesi UfC sostengonosostenevano, tuttavia, l'inopportunità della creazione di Membri permanenti senza veto del CdS, che relegherebbeavrebbe relegato gli altri Stati alla condizione di membri di Serie B. Il Gruppo  proposeproponeva pertanto di incrementare il numero dei membri non permanenti per ciascun gruppo regionale, lasciando la decisione sulle modalità di elezione di tali seggi ai gruppi stessi. In particolare, erano proposte due opzioni alternative: 1) un mandato di 3-5 anni senza possibilità di rielezione; 2) un mandato di due anni con possibilità di rielezione per un massimo di due volte consecutive. Venivano inoltrepoi mantenuti i Seggi di durata biennale, senza la possibilità di rielezione immediata, assegnati sia su base regionale che a piccoli e medi Paesi. Inoltre venivano reiterati i punti della proposta del 2005 relativi a: miglioramento dei metodi di lavoro del Consiglio di Sicurezza, maggiore trasparenza e migliore coordinamento con l’Assemblea Generale. Infine, venneveniva introdotto un meccanismo di revisione ogni 10-16 anni, che comprendeva una rivalutazione sia della composizione che dei metodi del lavoro del Consiglio di Sicurezza<ref>{{Cita web|url=Series 1 FINAL (centerforunreform.org)|titolo=}}</ref>. Rispetto alle precedenti proposte, il nuovo modello testimoniava una maggiore flessibilità, indice della volontà di arrivare a una soluzione condivisa<ref>{{Cita libro|titolo=Elio Menzione, La sfida di New York, Soveria Mannelli, Rubbettino, 22017, pp.113-114.}}</ref>.
 
In vista del settantesimo anniversario della creazione dell’ONU nel 2015, ci fu un nuovo impulso nel processo di riforma. A gennaio di quell’anno, il gruppo UfC pubblicò un nuovo documento, intitolato “UN Security Council reform is possible. Uniting for Consensus is committed to this approach. Compromise to achieve broad-based consensus is needed”<ref>{{Cita web|url=Ufc-Doc-2015.pdf_(centerforunreform.org)|titolo=}}</ref>, in cui riproponeva la proposta di “approccio intermedio”, elaborata nel 2014 e- incentrata sulla creazione di nuovi seggi a “lunga durata”, assegnati ai Gruppi regionali (non a singoli Paesi) con possibilità di una rielezione immediata (oggi esclusa dallo Statuto ONU). Veniva altresì riaffermata la necessità di raggiungere un compromesso.
 
Nonostante tali sforzi, in mancanza di un accordo complessivo, nel settembre 20252015 l’Assemblea Generale non poté far altro che approvare la consueta decisione di rollover che rinviava alla sessione successiva dell’UNGA a prosecuzione dei lavori dell’IGN<ref>{{Cita libro|titolo=Elio Menzione, La sfida di New York, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2017, p.118.}}</ref>.
 
== Presentazione formale del nuovo modello UfC ==