Augusto Del Noce: differenze tra le versioni

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accento su idéologues e errore : Cabanis partecipò al colpo di stato di Napoleone -Cfr il mio CABANIS,Analisi dei Rapports cabanisiani.Antropologia filosofica
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La giustificazione epistemologica di questa analisi è data dal fatto incontestabile che la storia del Novecento inizia da un fatto filosofico, ovvero dal passaggio della filosofia marxiana in azione politica, ovvero dalla coerentizzazione di quella che Del Noce definisce la «non-filosofia di Marx»: da ciò appare non solo giustificato ma anche necessario portarsi sul piano storico della filosofia per comprenderne il suo portato teoretico, e così disinnescarne il suo sostrato ideologico. Del Noce si affianca a diversi studiosi stranieri, quali ad esempio Voegelin, per rintracciare l'inizio della cosiddetta [[secolarizzazione]], il cui compimento sarebbe stato appunto il marxismo e poi il nichilismo, nel sequestro della nozione di «progresso» da parte di filosofie laiche dalla teologia di [[Gioacchino da Fiore]], o meglio dall'interpretazione di tale teologia: ben nota è infatti la distinzione gioachimita nelle tre età della storia, l'Età di Dio-Padre ([[Ebraismo]]), l'Età di Dio-Figlio ([[Cristianesimo]]) e infine l'Età di Dio-Spirito che avrebbe dovuto superare i «limiti» del Cristianesimo ed estendere l'elezione e la salvezza in modo universale.
 
Di tale teologia mistica e profetica si appropriò lo [[gnosticismo]] sviluppatosi in seno al Cristianesimo stesso ed estesosi pian piano oltre i confini delle filosofie razionalistiche del Settecento e soprattutto dell'[[XIX secolo|Ottocento]]. Del Noce nota infatti una sorta di dialettica nata all'interno dell'illuminismo settecentesco non tanto fra atei e [[deismo|deisti]] bensì fra rivoluzionari e conservatori, ovvero fra il puro [[giacobinismo]] ghigliottinatore dell'«''[[ancien Régime]]''» e il progressismo che caratterizzò invece la fase dell'illuminismo dopo la degenerazione della [[rivoluzione francese]] in Terrore, ovvero la fase dei cosiddetti ''ideologuesidéologues'', fra i quali [[Pierre Cabanis|Cabanis]] (Del noce erra in quanto il noto idéologues partecipò al Colpo di Stato di [[Cabanis|Napoleone]]) e Condorcet. Il punto attorno a cui si sviluppava tale dialettica fu appunto la differente [[filosofia della storia]] che aveva caratterizzato l'illuminismo pre-rivoluzionario e l'illuminismo post-rivoluzionario, in quanto il primo aveva escluso una qualsiasi evoluzione storica e necessaria dell'umanità e aveva anzi condannato il Medioevo con la [[storiografia]] della leggenda nera, mentre il secondo aveva invece rivalutato l'intera storia pre-illuministica (sia pagana che cristiana) considerandola come momento dialettico necessario pur se negativo della storia universale.
 
In questo senso Del Noce ha potuto mettere in parallelo l'opposizione fra illuminismo giacobino e spiritualismo in [[Francia]] e quella fra [[kantismo]] e [[hegelismo]] in [[Germania]], ove spiritualismo e hegelismo sono state filosofie vincenti in quanto hanno assorbito in sé il momento rivoluzionario e negativo dell'illuminismo per poi superarlo nella formazione di quella filosofia della storia che ebbe certo in [[Georg Hegel|Hegel]] il suo culmine. Riguardo al binomio illuminismo-spiritualismo la critica vincente del secondo sul primo è stata quella di un estremo e insostenibile [[riduzionismo (filosofia)|riduzionismo]] rappresentato dal [[sensismo]] di Condillac, in altre parole è stata la critica di ridurre la comprensione del mondo al pari di ciò che lo stesso illuminismo aveva accusato la [[religione]] di aver fatto. In questo contesto è la nascita della visione [[sociologia|sociologica]] del mondo a rappresentare il tentativo di superare questa [[aporia]] illuministica senza tuttavia dover ritornare alla [[metafisica]] tradizionale: Del Noce insomma sostiene il trapasso dell'illuminismo in ''[[socialismo]]'', non a caso nato in Francia, intesa questa come dottrina che dell'illuminismo mantiene il carattere [[utopia|utopistico]] ([[socialismo utopistico]]) e quindi anti-tradizionalistico, ma ne sconfessa invece il deprecabile riduzionismo che ancora non permetteva un'adeguata analisi della società ai fini della rivoluzione politica.