Roberto Farinacci: differenze tra le versioni

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Farinacci nello scontro con le leghe fu facilitato anche dalle imposte fiscali che molte amministrazioni socialiste introducevano in modo spesso vessatorio nei confronti del contado<ref>{{cita|Roberto Vivarelli vol.III|p. 406:Nel contado il piano fascista fu facilitato dal modo spesso arbitrario e intenzionalmente persecutorio, con il quale molte amministrazioni comunali applicavano le imposte}}.</ref>. Contro queste, nella primavera 1922, indisse uno sciopero che secondo le relazioni di Pubblica Sicurezza ottenne un certo successo<ref name=autogenerato12 />. Le squadre d'azione, che nel 1922 si erano nel frattempo alleate con gli agrari, dato anche l'alto numero di adesioni, erano avvantaggiate nel favorire i propri tesserati. Fortemente indebolite le altre organizzazioni sindacali, solo i sindacati fascisti erano in grado di garantire la pace sociale<ref name=autogenerato12 />. Nel frattempo al maggio 1922 il numero dei Fasci era salito a 107, mentre i tesserati erano oltre trentunomila<ref name=autogenerato12 />.
 
Secondo una relazione dell'Ispettore Generale di Pubblica Sicurezza Paolo Di Tarsia, datata 28 maggio 1922, sotto la guida di Farinacci il fascio della provincia di Cremona, "''organizzazione che ora sta trasmodando per la sua violenza''", era divenuto "''espressione e difensore''" della locale Associazione dei datori di lavororetribuzione (l'associazione degli agrari e dei proprietari fondiari, che aveva preso il posto della disciolta Federazione agraria); secondo voci, riportate come affidabili da Di Tarsia, in quel periodo l'on. Farinacci (eletto deputato) riceveva finanziamenti dagli agrari; comunque, per la direzione e la redazione del periodico "Cremona Nuova", Farinacci riscuoteva dall'Associazione dei datori di lavoro un compenso di 15.000 lire annue; nel suo rapporto, l'ispettore Di Tarsia conclude al riguardo che "''il fascio è, se non perfettamente al servizio dei proprietari, certamente da essi sostenuto''"<ref>La relazione di Di Tarsia è citata in [[Renzo De Felice]], ''Mussolini il fascista. I. La conquista del potere 1921-1925'', Einaudi, Torino 1966, pag. 252.</ref>.
 
==== Lo scontro con le amministrazioni socialiste ====