Roberto Farinacci: differenze tra le versioni

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{{Citazione|Solo, dico, ti ripeto, solo, ero al tuo fianco in quelle indimenticabili giornate di palazzo Chigi, quando io, per alleviare la pressione avversaria su di te, incominciai a strepitare contro tutto e contro tutti, sì da riuscire nell'intento: quello di attirare su di me tutti gli odi e tutte le minacce. I pavidi, i senza fede e gli opportunisti del fascismo si schierarono contro di me; essi furono allora vinti .|Roberto Farinacci in una lettera inviata a Mussolini dell'8 luglio [[1926]]<ref name=autogenerato27 />}}
 
Quando verso settembre la situazione iniziò a stabilizzarsi e Mussolini sentì di aver ripreso le redini invitò Farinacci a moderare i discorsi: "''Devi agitare non un ulivo, ma un'intera foresta di ulivi''"<ref name=autogenerato27 />. Per Farinacci, auspicante una nuova ondata rivoluzionaria<ref name=autogenerato19 />, però la sfida con le opposizioni aventiniane andava chiusa "''se non è sufficiente la scopa, si adoperi la mitragliatrice''"<ref name=autogenerato1 /> e appoggiò il 31 dicembre i trentatré consoli della [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale|MVSN]] che incontrarono Mussolini garantendo la propria fedeltà, ma reclamando una svolta politica. Fu la vittoria dell'estremismo farinacciano, infatti il 3 gennaio [[1925]] Mussolini in Parlamento si assunse la responsabilità morale dell'omicidio Matteotti e varò le cosiddette [[leggi fascistissime]], con cui avviò il nuovo Regime.
 
Il 12 gennaio Farinacci fu nominato segretario nazionale del [[Partito Nazionale Fascista]] e la scelta, soddisfacendo gli estremisti<ref name=autogenerato1 />, pose un freno all'assalto alle cariche che era avvenuto negli anni precedenti<ref name=autogenerato40>{{cita|Guido Gerosa|p. 53}}.</ref>: «non la “seconda ondata” era andata al potere con Farinacci, quanto l’avversione alla “seconda ondata” aveva indotto Mussolini a designare Farinacci, cui i provinciali imputarono la colpa d’aver fatto il gioco del “Duce”»<ref>Paolo Nelo, ''Il Pnf e i gerarchi nell’analisi di De Felice'', in Renzo De Felice, ''La storia come ricerca'', Atti del convegno, Firenze, 25 maggio 2016.</ref>.