Anschluss: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
link |
mNessun oggetto della modifica |
||
Riga 66:
{{Chiarire|Nel 1936 il danno arrecato all'Austria dal boicottaggio tedesco era troppo grande.|Quale boicottaggio?}} Quell'estate Schuschnigg disse a Mussolini che il suo paese doveva mettersi d'accordo con la Germania. L'11 luglio 1936 firmò un accordo con l'ambasciatore tedesco [[Franz von Papen]], in cui Schuschnigg accettò il rilascio dei nazisti imprigionati in Austria e la Germania promise di rispettare la sovranità austriaca.<ref name="gunther19362" /> Secondo i termini del trattato austro-tedesco, l'Austria si dichiarò uno "Stato tedesco" che avrebbe sempre seguito la guida della Germania in politica estera, e ai membri dell'"Opposizione nazionale" venne permesso di entrare nel gabinetto, in cambio per cui i nazisti austriaci promisero di cessare i loro attacchi terroristici contro il governo. Ciò non soddisfò Hitler ed i nazisti austriaci filo-tedeschi si rafforzarono.
Nel settembre 1936, Hitler lanciò il [[Piano quadriennale]], che richiedeva un drammatico aumento delle spese militari e di rendere la Germania il più [[Autarchia (economia)|autarchica]] possibile, con l'obiettivo di avere il ''Reich'' pronto a combattere una guerra mondiale entro il 1940.<ref name="overy">[[Richard Overy|Overy, Richard]] (1999) ''Germany and the Munich Crisis: A Mutilated Victory?'' in Lukes, Igor e Goldstein, Rick (a cura di) ''The Munich Crisis, 1938'' Londra: Frank Cass. p.200</ref> Il piano quadriennale richiedeva enormi investimenti nelle acciaierie ''[[Reichswerke Hermann Göring|Reichswerke]]'', un programma per lo sviluppo di [[petrolio sintetico]] che ben presto andò oltre il budget e programmi per produrre più prodotti chimici e alluminio; il piano richiedeva una politica di sostituzione delle importazioni e di razionalizzazione dell'industria per raggiungere i suoi obiettivi che fallirono completamente.<ref name="overy" /> Mentre il piano quadriennale calava sempre più indietro rispetto ai suoi obiettivi, [[Hermann Göring]], il capo dell'ufficio del Piano quadriennale, iniziò a premere per un ''Anschluss'' come modo per garantire il ferro e altre materie prime dell'Austria come soluzione ai problemi con il Piano quadriennale.<ref name=":0">{{Cita|Kershaw, 2001|p. 67}}.</ref> Lo storico britannico Sir [[Ian Kershaw]] scrisse:
{{q|[...] soprattutto fu Hermann Göring, in quel momento vicino all'apice del suo potere, che molto più di Hitler, per tutto il 1937 fece la corsa e spinse al massimo per una rapida e radicale soluzione della "questione austriaca". Göring non operava semplicemente come agente di Hitler in questioni relative alla "questione austriaca". Il suo approccio differiva nell'enfasi per aspetti significativi. [...] Ma le ampie nozioni di politica estera di Göring, che spinse in larga misura di sua iniziativa a metà degli anni '30, attingevano maggiormente ai tradizionali concetti pangermanici di politica della potenza nazionalista per raggiungere l'egemonia in Europa che sul dogmatismo razziale centrale nell'ideologia di Hitler.<ref name=":0" /> Göring era molto più interessato al ritorno delle ex [[Impero coloniale tedesco|colonie tedesche]] in [[Africa]] di Hitler, che credette fino al 1939 nella possibilità di un'alleanza anglo-tedesca (un'idea che Hitler aveva abbandonato alla fine del 1937), e voleva tutta l'Europa orientale nella [[sfera di influenza]] economica tedesca.<ref name=":1">{{Cita|Kershaw, 2001|pp. 67-68}}.</ref> Göring non condivideva l'interesse di Hitler per il ''[[Lebensraum]]'' ("spazio vitale") perché per lui era sufficiente avere l'Europa orientale nella sfera di influenza economica tedesca.<ref name=":0" /> In questo contesto, l'annessione dell'Austria alla Germania era la chiave per portare l'Europa orientale nell'auspicato ''Grossraumwirtschaft'' di Göring ("maggiore spazio economico").<ref name=":1" /> Di fronte ai problemi del Piano quadriennale, Göring era diventato la voce più forte in Germania, chiedendo un ''Anschluss'', anche a rischio di perdere un'alleanza con l'Italia.<ref name=":2">{{Cita|Kershaw, 2001|p . 68}}.</ref> Nell'aprile 1937, in un discorso segreto davanti a un gruppo di industriali tedeschi, Göring affermò che l'unica soluzione ai problemi legati al raggiungimento degli obiettivi di produzione di acciaio stabiliti dal Piano quadriennale era l'annessione dell'Austria, che Göring notava era ricca di ferro.<ref name=":2" /> Göring non fornì una data per l{{'}}''Anschluss'', ma dato che gli obiettivi del piano quadriennale dovevano essere tutti raggiunti entro settembre 1940 e gli attuali problemi con il raggiungimento degli obiettivi di produzione dell'acciaio, suggerì che voleva un ''Anschluss'' in un futuro molto prossimo.<ref name=":2" />
Riga 222 ⟶ 224:
==== La dichiarazione di Mosca ====
La [[Dichiarazione di Mosca]] del 1943, firmata da Stati Uniti, Unione Sovietica e Regno Unito, includeva una "Dichiarazione sull'Austria", che affermava:
{{q|I governi del [[Regno Unito]], dell'[[Unione Sovietica]] e degli [[ Considerano nulla l'annessione imposta all'Austria dalla Germania il 15 marzo 1938. Essi non si ritengono in alcun modo vincolati da eventuali cambiamenti intervenuti in Austria da tale data. Dichiarano di voler vedere ristabilita un'Austria libera e indipendente e quindi aprire la strada allo stesso popolo austriaco, nonché agli Stati vicini che si troveranno ad affrontare problemi simili, per trovare quella sicurezza politica ed economica che è l'unica base per una pace duratura.
Si ricorda, tuttavia, all'Austria che ha una responsabilità, alla quale non può sottrarsi, per la partecipazione alla guerra a fianco della Germania hitleriana, e che nella liquidazione finale si terrà inevitabilmente conto del proprio contributo alla sua liberazione.<ref>{{cita web|url=http://www.uibk.ac.at/zeitgeschichte/zis/library/keyserlingk.html|titolo=Moskauer Deklaration 1943 und die alliierte Nachkriegsplanung}}</ref><ref>[[Barbara Jelavich]] – ''Modern Austria: Empire and Republic, 1815–1986'', Cambridge University Press 1987, p.238</ref>
La dichiarazione era principalmente intesa a servire come propaganda volta a suscitare la [[resistenza austriaca]]. Sebbene alcuni austriaci abbiano aiutato gli [[ebrei]] e siano considerati [[giusti tra le nazioni]], non c'è mai stata un'efficace resistenza armata austriaca del tipo che si trova in altri [[Europa occupata dai tedeschi|Paesi sotto occupazione tedesca]]. Si dice che la Dichiarazione di Mosca abbia una storia di stesura piuttosto complessa.<ref>[[Gerald Stourzh]], {{cita testo|titolo="Waldheim's Austria"|url=http://www.nybooks.com/articles/4859}}, ''[[The New York Review of Books]]'' 34, n. 3 (febbraio 1987).</ref> A Norimberga, [[Arthur Seyss-Inquart]]<ref>"{{cita testo|url=http://www.nizkor.org/hweb/imt/tgmwc/judgment/j-defendants-seyss-inquart.html|titolo=Judgment, The Defendants: Seyss-Inquart|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080920172317/http://www.nizkor.org/hweb/imt/tgmwc/judgment/j-defendants-seyss-inquart.html}}," [[The Nizkor Project]].</ref> e [[Franz von Papen]],<ref>"{{cita testo|url=http://www.nizkor.org/hweb/imt/tgmwc/judgment/j-defendants-von-papen.html|titolo=The Defendants: Von Papen|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080920172322/http://www.nizkor.org/hweb/imt/tgmwc/judgment/j-defendants-von-papen.html}}," The Nizkor Project.</ref> in particolare, vennero entrambi incriminati ai sensi del comma 1 (cospirazione per commettere crimini contro la pace) specificamente per le loro attività a sostegno del partito nazista austriaco e dell{{'}}''Anschluss'', ma nessuno dei due venne condannato per questo comma. Nell'assolvere von Papen, la corte osservò che le sue azioni erano a suo avviso immoralità politiche ma non crimini ai sensi del suo statuto. Seyss-Inquart venne condannato per altri gravi crimini di guerra, la maggior parte dei quali avvenuti in Polonia e nei Paesi Bassi, venne condannato a morte e giustiziato.
Riga 253 ⟶ 257:
Nella [[Repubblica federale di Germania]] venne parzialmente istituzionalizzata la ''[[Vergangenheitsbewältigung]]'' ("lotta per fare i conti con il passato") in contesti letterari, culturali, politici ed educativi. L'Austria formò una ''Historikerkommission''<ref>{{cita testo|url=http://www.historikerkommission.gv.at/|titolo=Commissione storica austriaca|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060421052556/http://www.historikerkommission.gv.at/}}.</ref> ("Commissione degli storici" o "Commissione storica") nel 1998, con l'incarico di rivedere il ruolo dell'Austria nell'espropriazione nazista di proprietà ebraiche da un punto di vista accademico piuttosto che legale, in parte in risposta alle continue critiche alla sua gestione delle rivendicazioni di proprietà. La sua adesione si basava su raccomandazioni provenienti da vari ambienti, tra cui [[Simon Wiesenthal]] e lo [[Yad Vashem]]. La Commissione presentò il suo rapporto nel 2003.<ref>{{cita testo|url=http://www.austria.org/press/318.html|titolo=Comunicato stampa sul rapporto della Commissione storica austriaca|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050211181711/http://austria.org/press/318.html}} Servizio stampa e informazione austriaco, 28 febbraio 2003</ref> Il noto storico dell'Olocausto [[Raul Hilberg]] rifiutò di partecipare alla Commissione e in un'intervista espresse le sue strenue obiezioni sia in termini personali che in riferimento a questioni più ampie sulla colpevolezza e responsabilità austriaca, paragonando quella che riteneva una relativa disattenzione da parte del [[Congresso ebraico mondiale]] all'accordo che disciplinava le partecipazioni bancarie svizzere di coloro che sono morti o sono stati sfollati a causa dell'Olocausto.<ref>{{cita testo|url=http://www.normanfinkelstein.com/article.php?pg=3&ar=167|titolo=Hilberg interview with the ''Berliner Zeitung,''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120715192434/http://www.normanfinkelstein.com/article.php?pg=3&ar=167}} come citato dal sito web di [[Norman Finkelstein]].</ref>
Il [[Simon Wiesenthal Center]] continuò a criticare l'Austria (fino al giugno 2005) per la sua presunta riluttanza storica e continuò a portare avanti in modo aggressivo indagini e processi contro i nazisti per crimini di guerra e crimini contro l'umanità dagli [[anni '70]] in poi. Il suo rapporto del 2001 offriva la seguente caratterizzazione:
{{q|Data l'ampia partecipazione di numerosi austriaci, anche ai massimi livelli, all'attuazione della soluzione finale e di altri crimini nazisti, l'Austria avrebbe dovuto essere un leader nel perseguimento degli autori dell'Olocausto nel corso degli ultimi quattro decenni, come è avvenuto in Germania. Purtroppo è stato fatto relativamente poco dalle autorità austriache in questo senso e infatti, con l'eccezione del caso del Nel 2003, il Centro lanciò uno sforzo mondiale chiamato "Operazione: ultima possibilità" per raccogliere ulteriori informazioni su quei nazisti ancora in vita che erano potenzialmente soggetti a procedimento penale. Sebbene i rapporti emessi poco dopo attribuissero all'Austria il merito di aver avviato indagini su larga scala, c'è stato un caso in cui recentemente sono sorte critiche alle autorità austriache: il Centro inserì il 92enne croato [[Milivoj Ašner]] nella sua top ten del 2005. Ašner fuggì in Austria nel 2004 dopo che la Croazia aveva annunciato che avrebbe avviato indagini in caso di crimini di guerra in cui avrebbe potuto essere stato coinvolto. In risposta alle obiezioni sulla continuazione della libertà di Asner, il governo federale austriaco rimandò le richieste di estradizione dalla Croazia o le azioni giudiziarie di [[Klagenfurt am Wörthersee|Klagenfurt]], adducendo motivi di demenza nel 2008. Milivoj Ašner morì il 14 giugno 2011 all'età di 98 anni nella sua stanza in una casa di cura [[Caritas internationalis|Caritas]] sempre a Klagenfurt. === Il Sudetenland ===
|