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Anche quest'altra teoria spiega che il feticismo del piede non è innato/derivante da predisposizione genetica, ma è socialmente appreso e frutto dell'apprendimento esperienziale.
 
=== SimbolismoLe sesso-sporcoteorie esui ladivieti e trasgressionetrasgressioni ===
 
==== L'inter-repulsione (Bataille) ====
Un’altra teoria che spiega il feticismo dei piedi è la teoria dell’inter-repulsione, elaborata dal surrealista francese Georges Bataille intorno al 1929 e pubblicata sulla rivista “Documents”; gli stessi surrealisti sono stati i riscopritori delle opere di Restif de la Bretonne. Secondo questa teoria, il piede è apprezzato dai feticisti dei piedi non tanto perché è una parte immediatamente piacevole e meramente descrivibile come ‘piacevole’, ma siccome l’attrazione è il prodotto di uno spasmo emotivo. Il meccanismo è il seguente: il piede nei feticisti viene isolato dal resto del corpo per cui diventa un ‘idolo’, cioè per cui assume un’autonomia, una vita propria e un proprio valore, nobiltà, idealità e sacralità; le stesse fotografie di Jacques-André Boiffard mostrano questo concetto attraverso dei primi piani di alluci, simili a delle forme falliche. Contemporaneamente, è anche un ‘ordure’, cioè un orrore siccome è un simbolo di sporco, bassezza, profanità e ignobiltà siccome è un’appendice del corpo a contatto con la terra. Per questo idolo, viene provata inter-repulsione, cioè una sensazione di spasmo emotivo che avviene nel caso paradossale in cui il soggetto prova sia attrazione che repulsione per qualcosa. Infatti, il disgusto si unisce al desiderio, la nobiltà all’ignobiltà, l’idealità alla bruta carnalità e visceralità, la sacralità alla profanità. Dopo questo spasmo, l’attrazione finale provata nel contesto del feticismo dei piedi è più forte della comune attrazione per qualcosa di piacevole: infatti, l’attrazione finale dopo lo spasmo deriva dal superamento del disgusto; il disgusto dunque dà forza all’attrazione.
 
==== Il tabù (Freud), l'abietto (Kristeva) e il sacro (Otto) ====
La teoria dell’inter-repulsione secondo Bataille mostra forti analogie con altri 3 concetti, anche se non elaborate per spiegare feticismo dei piedi. I 3 concetti sono quelli di ‘tabù’ di Freud, di ‘abietto’ di Julia Kristeva e di ‘sacro’ di Rudolf Otto.
 
Il tabù nella teoria psicologica di Freud (1913) indica qualcosa che ripugna o che è vietato dall’esterno ma crea una forma di attrazione allo stesso tempo (e.g., la vista dei cadaveri). L’attrazione/fascinazione può essere creata dal sentirsi oppressi da regole imposte e ebbrezza di stabilire le proprie o dalla curiosità di fare un’esperienza. La curiosità deriva dall’istinto primitivo di mappare un ambiente per trovare risorse per sopravvivere e l’evoluzione di questo istinto porta alla curiosità di esplorare anche idee e culture diverse, mondi diversi, nuove sensazioni ecc.; il desiderio di dominare deriva sia dall’istinto primitivo di organizzarsi in gruppo in modo efficiente per sopravvivere (e.g., il capobranco nei lupi) e l’evoluzione di questo istinto porta a desiderare di dominare per motivi identitari. L’attrazione per curiosità o per desiderio di dominio si contrappone dunque al ripugno o divieto imposto dall’esterno e dunque porta a un’ambivalenza emotiva, a una tensione tra due poli opposti. In questa tensione, si inserisce il desiderio individuale e interiore di trasgredire amato o temuto; il desiderio non è dunque eliminato dal ripugno o proibizione esterna, ma è solo represso, soffocato e disincentivato. Il desiderio può infine portare a compiere un atto di trasgressione. Il piede è dunque un tabù.
 
L’abietto nella teoria psicologia di Julia Kristeva (1980) indica una parte intima della propria identità, corpo o ordine sociale ma che è ritenuta estranea, aliena, disturbante e minacciosa rispetto a essa. Pertanto, per difesa dell’identità viene espulsa, gettata via, separata e allontanata. La stessa parola ‘abietto’ deriva dal latino ‘ab iacere’, cioè ‘gettare via da sé’. Un esempio è l’urina: è parte di sé perché è prodotta dal proprio corpo, ma dopo che si espelle con la minzione non viene conservata ma viene abbandonata (e.g., tirare lo sciacquone). Anche i cadaveri di persone amate vengono seppelliti (anche) per abiezione, una volta deceduti. Infine, soggetti come i senzatetto e i tossicodipendenti sono visti come abietti e tenuti al margine della società da chi non li include. Secondo la teoria di Kristeva, dunque il piede è parte del proprio corpo ma viene percepito come un corpo disturbante ed è una parte abietta (e.g., perché è sporco, basso, umile, una brutta mano o perché simbolizza la fine dei più alti ideali umanistici o perché può essere oggetto di sguardi perché esteticamente gradevole); pertanto, nei soggetti affetti da podofobia avviene un’espulsione simbolica, mentale e psicologica dal proprio corpo siccome i piedi non si possono amputare (cioè separare fisicamente) per desiderio di proteggere il proprio corpo e la propria identità. Il rifiuto avviene evitando di vederli e toccarli, coprendoli con calze e scarpe, evitando di frequentare luoghi come negozi di scarpe, spiagge e piscine e con la depersonalizzazione (i piedi sono indicati con espressioni come ‘quei cosi lì’ perché trattati come oggetti estranei e parti del corpo ‘mutilate’ a parole); il rifiuto si può anche proiettare sui piedi altrui.
 
Il sacro (o di “mistero tremendo e affascinante”, mysterium tremendum et fascinans) nella teoria psicologica di Rudolf Otto (1917) è un’esperienza ambivalente e irrazionale che si colloca nello spazio liminale tra venerazione e di orrore, di attrazione e repulsione, di riverenza e terrore, di tremendum e fascinans. L’oggetto che scatena il ‘sacro’ è detto ‘entità numinosa’, dove ‘nume’ deriva presumibilmente dal latino arcaico ‘noumen’ e indicava il potere divino; siccome il sacro ha una sua alterità/diversità forte rispetto a tutte le altre esperienze e non può essere compreso razionalmente perché incommensurabile, l’oggetto è detto dunque ‘mistero’. Il piede dunque è un’entità numinosa che scatena l’esperienza del sacro ed è un mistero; è tremendo perché comunica alcuni significati negativi (e.g., dominio, sporco, umiltà, bassezza, il dolore delle scarpe, lo stato di natura, una parte del corpo su cui vige il divieto sociale di esposizione) contrapposti al fascino che scaturisce dal divieto sociale e da alcune sue caratteristiche (e.g., la sensualità dei dimorfismi nei piedi femminili, l’uso di gioielli, l’esibizione dei piedi nudi come rimando tenue al nudo classico, la rimozione di scarpe e/o calze come rimando all’intimità e alla denudazione). Il pensiero di Otto è comunque più elaborato, siccome aggiunge che l’entità numinosa è alla base di ogni religione. Inoltre, parla anche delle reliquie come un oggetto ‘sacro’ che permette l’esperienza estatica di entrare in contatto con il sacro e l’infinito, oltre la logica, la biologia e la dimensione terrena e ordinaria; la reliquia è un oggetto concreto, dunque descrivibile con i sensi, ma la sua dimensione sacra è separata da quella immediatamente tangibile/materiale ed è difficile da cogliere e afferrare, come se ci fosse una cortina di fumo davanti che separa la piena comprensione dai soggetti (questa dimensione non si rivela pienamente e i soggetti non riescono a vederla interamente). La reliquia è paragonabile alle statue di idoli e feticci di alcune popolazioni primitive. Per parallelismo, il piede è alla base del più comune feticismo dei piedi e si sostanzia in rituali che usano il piede come idolo o reliquia simbolicamente separata dal resto del corpo per un’esperienza estatica e trascendente (tipicamente interpretata come a sfondo sessuale e intimo siccome si ricava eccitazione e piacere sessuale e siccome è spesso presente un contatto fisico e intimo con una parte del corpo).
 
==== Il carnevalesco (Bakhtin) e il freak ====
Un altro concetto correlato da Bataille all’inter-repulsione è quella del ‘carnevalesco’ di Mikhail Bakhtin. Il carnevalesco è un sentimento di ribaltamento delle gerarchie e di sospensione delle norme sociali che avveniva nel carnevale, una festa in cui il mondo era alla rovescia: in quest’antica festa, ad esempio i padroni servivano i servi. Questa festa sovversiva si è originata a partire dai saturnali romani e dalle dionisie greche, dunque feste pagane in cui gli istinti viscerali del corpo e della carne venivano celebrati. Nel carnevale stesso, è normale indulgere nel consumo di alcol e dolci. Inoltre, la parola ‘carnevale’ deriva dal latino ‘carnem levāre’, che è traducibile sia come ‘togliere/levare la carne’ (in vista della Quaresima) che ‘elevare la carne’; un suo antico sinonimo, ‘carnasciale’, deriva dal latino ‘carnem laxāre’, cioè ‘rilasciare la carne’. A partire dal carnevale di Venezia, si sono aggiunte anche le maschere, a volte deformi. Ebbene, secondo Bataille, l’inter-repulsione è legato al ribaltamento tra nobiltà e ignobiltà, nello spirito del carnevale: cioè che è ignobile, basso e profano diventa nobile, alto e sacro ed è infine apprezzato a seguito di uno spasmo, di un superamento del disgusto. L’oggetto del desiderio (e.g., il piede) viene apprezzato dopo un momento di fusione tra dolore e piacere, dunque dopo un momento di sublimità (nel senso inteso da Burke) e alla pari di un freak, un fenomeno da baraccone che per la sua deformità provoca allo stesso tempo disgusto e riso, disagio e attrazione. Una qualunque risata è dunque ambigua.
 
Infine, secondo Bataille, l’intero corpo è un freak, siccome nel suo pensiero lo riduce a un semplice cilindro con due orifizi, la cavità orale e la cavità anale; in questa visione scevra di ogni idealismo, è una sorta di macchina che fagocita e evacua/’scarica’ (décharge), per cui la visione è intrinsecamente orrenda, ignobile, sporca ma anche ridicola. Per parallelismo, il piede suscita la stessa sensazione e, nei feticisti, è apprezzato a seguito dello spasmo/inter-repulsione.
 
==== Simbolismo sesso-sporco e la trasgressione ====
[[File:Naked Feet (3614115861).jpg|thumb|I piedi sporchi possono eccitare probabilmente a causa di un nesso simbolico tra lo "sporco" e il "sesso" o perché la loro raffigurazione non idealizzata ha il fascino della libertà di trasgredire o di un mondo primordiale]]
Secondo un articolo del [[Cosmopolitan (periodico)|Cosmopolitan]], il fatto che i piedi siano tendenzialmente sporchi li renderebbe eccitanti a causa di un nesso simbolico tra lo "sporco" e il "sesso".<ref name=":32" /> Inoltre, questa raffigurazione contrasta con le raffigurazioni idealizzate dei piedi nella [[Storia dell'arte|Storia dell'Arte]]: in particolare nei quadri dell'[[Età vittoriana]], i piedi femminili che rimandavano in modo tenue e morbido al nudo femminile classico erano sempre puliti, puri e innocenti, immacolati, incontaminati, eleganti e idealizzati/non autentici, eccetto in alcuni casi in cui venivano raffigurate donne povere (e.g., orfanelle, pastorelle e contadine, venditrici ambulanti e zingarelle). Nonostante le opere rimandassero a un periodo arcaico e più primitivo (e.g., [[età classica greco-romana]], [[Età dell'oro|età dell'oro utopica]], mondo [[bucolico]] e [[Arcadia (poesia)|arcadico]] e [[stato di natura]]) poi idealizzato in cui le persone potevano anche non indossare i calzari, i piedi erano comunque raffigurati come immacolati nonostante il contatto con il terreno. Pertanto, era come se non fossero mai veramente a contatto con il terreno, per cui un velo di bellezza idealizzata copriva ogni traccia di realtà. Degli studi possono dunque chiarire se la visione atipica e anticonvenzionale di un piede insudiciato, grezzo, crudo, primitivo, autentico, profano, degradante, contaminato e "impuro" può dare una scarica emotiva di eccitazione. Infatti, questa visione e raffigurazione è una trasgressione a una norma sociale e artistica, la fine di una perfezione tanto eterea quanto sterile, la sfida di una convenzione, la rottura di un'aspettativa, la violazione di un divieto, il superamento di una proibizione, l'oltrepassamento di una barriera e una ricerca e raggiungimento del proibito oltre che il raggiungimento un potere decisionale e di una libertà di agire, auto-determinarsi, creare e dominare prima precluse. L'atto di violare un divieto in questo contesto può provocare piacere nella persona che lo fa ma anche nell'osservatore; ad esempio, un feticista dei piedi potrebbe provare piacere nel vedere una donna che esibisce intenzionalmente i piedi insozzati (e dunque lontani dall'estetica classica e vittoriana) siccome è un atto di sovversione, non-passività, presa di potere e dominio della donna. Come ultima spiegazione, siccome i soggetti nei dipinti rimandano a un'epoca arcaica e più primitiva, l'esibizione dei piedi nudi in più sporchi potrebbe rimandare a uno stato primordiale e bucolico privo di molte convenzioni limitanti e idealizzazioni, meno astratto e più materiale, più istintivo e selvaggio, senza filtri e censure, libero e in cui le esperienze sono più autentiche.