Movimento Sociale Italiano: differenze tra le versioni

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Fondato il 26 dicembre 1946 da reduci della [[Repubblica Sociale Italiana]] come [[Giorgio Almirante]], [[Pino Romualdi]] ed ex esponenti del [[regime fascista]], dal 1947 ha come simbolo la [[fiamma tricolore]], sovente identificata in quella che arde sulla tomba di Mussolini che sarebbe riconducibile al trapezio sottostante<ref>{{Cita web|url=https://www.ilgiornaleditalia.it/news/cronaca/360258/assunta-almirante-donna-della-storia-della-destra-italiana-e-memoria-storica-del-msi.html|titolo=Assunta Almirante, donna della storia della destra italiana e memoria storica del Msi}}</ref>. [[Cesco Giulio Baghino]], uno dei fondatori del MSI, affermò che tale riferimento apologetico, diffusosi in seguito alla diffusione del simbolo, non era nelle intenzioni iniziali degli ideatori dello stesso, poiché il trapezio sottostante sarebbe stato introdotto per trovare uno spazio grafico alla scritta, evidenziando come l'idea originale fosse unicamente legata alla fiamma<ref>{{Cita libro|titolo=La fiamma e la celtica|autore=[[Nicola Rao]]|editore=[[Sperling & Kupfer]]|città=|anno=2006|p=}}</ref>.
 
Voluto «in opposizione al sistema democratico per mantenere viva l'idea del fascismo»<ref>{{Cita libro|titolo=Il polo escluso: profilo storico del Movimento sociale italiano|autore=Piero Ignazi|editore=[[Il Mulino]]|città=[[Bologna]]|anno=1998|p=412}}</ref> nell'[[Italia repubblicana]], non lo condannò espressamente, ma allo stesso tempo e a differenza di altri movimenti [[Neofascismo|neofascisti]] sottolineò ripetutamente di non aver alcuna intenzione di riportare in vita il vecchio regime, ormai fuori dal tempo.<ref>{{cita libro|titolo=Primo corso propagandisti del M.S.I.|autore=Arturo Michelini|editore=Società Editrice Fiamma|p=11}}</ref> Tale atteggiamento trovò efficacia nella formula «Non rinnegare, non restaurare» coniata da [[Augusto De Marsanich]], segretario dal 1950 al 1954 e presidente dal 1954 al 1972.<ref>{{cita libro|titolo=Il polo escluso: profilo storico del Movimento sociale italiano|autore=Piero Ignazi|editore=[[Il Mulino]]|città=[[Bologna]]|anno=1998|p=440}}</ref> A livello interno era diviso tra una "destra", [[Corrente politica|corrente]] prevalentemente meridionale, conservatrice, borghese e [[Atlantismo|atlantista]], su posizioni [[Corporativismo|corporative]] in materia economica, e una "sinistra", formata da chi rivendicava l'eredità della Repubblica Sociale Italiana, in materia economica su posizioni "socializzatrici" e a favore di una [[Terza via (fascismo)|terza via]] tra socialismo e capitalismo.<ref name="viqueria1.com" />
 
La dizione "Destra Nazionale" risale all'unione con il [[Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica]] del 1972.<ref>{{cita web|url=http://www.secoloditalia.it/category/i-70-anni-del-msi/|titolo=I 70 anni del MSI Archivi|accesso=6 marzo 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180307150858/http://www.secoloditalia.it/category/i-70-anni-del-msi/|urlmorto=no}}</ref>
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Intanto aderì al MSI il primo parlamentare nella Costituente: nel febbraio 1948 fu accettata l'adesione del palermitano [[Guido Russo Perez]]<ref>{{Cita libro|autore=Adalberto Balboni|titolo=La Destra in Italia|anno=1999|editore=Pantheon|p=351}}</ref>.
Furono le [[Elezioni politiche in Italia del 1948|elezioni politiche dell'aprile 1948]] il primo test nazionale, quando ottenne il 2,01 % dei voti alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]], eleggendo sei deputati: lo stesso Almirante, [[Roberto Mieville]], [[Arturo Michelini]], [[Giovanni Roberti]], [[Guido Russo Perez]] e [[Luigi Filosa]]; e lo 0,89 % al [[Senato della Repubblica]]. Subito dopo il voto aderì al MSI il senatore [[Enea Franza]], eletto nelle liste di una lista civica, "Democrazia del Lavoro". Ma Filosa restò deputato fino al giugno 1949<ref>{{Cita web |url=http://storia.camera.it/deputato/luigi-filosa-18970417/leg-repubblica-I |titolo=''Luigi Filosa: I Legislatura della Repubblica italiana / Deputati / Camera dei deputati - Portale storico''<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=13 settembre 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160919130842/http://storia.camera.it/deputato/luigi-filosa-18970417/leg-repubblica-I |urlmorto=no }}</ref>. Aveva infatti fatto ricorso il primo dei non eletti nella circoscrizione di Catanzaro, [[Luigi Palmieri (1913-1970)|Luigi Palmieri]], denunciandolo per attività clandestina fascista. Palmieri subentrò, ma fu espulso dal partito<ref>Giuliana de Medici, ''Le origini del MSI'', 1986, Edizioni ISC, p. 101.</ref>. Filosa tornerà deputato nel 1953.
 
Il primo congresso del partito si svolse a Napoli tra il 27 e il 29 giugno 1948 e il comitato centrale approvò tre relazioni. Con la relazione ''Politica interna e costituzionale'' il MSI si opponeva all'istituzione delle Regioni come previsto dalla Costituzione; con la relazione ''Politica[[politica Estera''estera]] rifiutava il [[Trattato di Parigi fra l'Italia e le potenze alleate|trattato di Parigi]]; e con la relazione ''Politica sociale ed economica'' venne proposta la sintesi tra il [[corporativismo]] e la [[Socializzazione dell'economia|socializzazione]] e la [[Dirigismo|programmazione nazionale]] in contrapposizione al libero mercato. Nei confronti del fascismo la posizione venne sintetizzata dalla frase di [[Augusto De Marsanich]] «Non rinnegare e non restaurare»<ref>{{Treccani|augusto-de-marsanich_(Dizionario-di-Storia)|De Marsanich, Augusto|data=2010}}</ref>. Le due correnti del partito, i socializzatori, rivoluzionari e reduci di Salò, e i corporativisti, moderati, raggiunsero una convergenza nel confermare alla segreteria un esponente della destra, Almirante.
 
Con la scomparsa della lista dell'Uomo Qualunque, il MSI aumentò discretamente i suoi consensi soprattutto nel [[Mezzogiorno (Italia)|Sud Italia]], dove piccola borghesia e proprietari terrieri lo sostennero in risposta alle occupazioni e alle proteste contadine dei braccianti sostenuti dal [[Partito Comunista Italiano|PCI]]<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Annuario|volume=47-48|anno=2010|editore=Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea|città=Roma|p=29|url = https://www.google.it/books/edition/Annuario_dell_Istituto_storico_italiano/dp5DAQAAIAAJ?hl=en&gbpv=1&bsq=MSI%20consensi%20sud%20italia%20braccianti}}</ref>. La divisione fra le prime due correnti maggioritarie divenne così più marcata, poiché al sud i voti erano il doppio di quelli del nord, con punte del 15% a [[Napoli]], [[Lecce]], [[Catania]] e [[Reggio Calabria]].
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Al 1950 risale la fondazione della [[CISNAL]], [[sindacato]] vicino al MSI, il cui presidente [[Giovanni Roberti]] era deputato missino, con segretario l'ex deputato del [[Partito Nazionale Fascista|PNF]] [[Giuseppe Landi]].
 
[[File:Arturo Michelini.jpg|thumb|[[Arturo Michelini]], segretario missino dal 1954 al 1969|sinistra]]
Alle [[Elezioni amministrative in Italia del 1951|elezioni amministrative del 1951]] e [[Elezioni amministrative in Italia del 1952|del 1952]] vi fu l'apparentamento del MSI col [[Partito Nazionale Monarchico]] e l'alleanza ottenne un buon successo, conquistando molte città del [[sud Italia]] come [[Napoli]], [[Caserta]], [[Lecce]], [[Bari]], [[Foggia]], [[Reggio Calabria]], [[Catania]], [[Trapani]], [[Latina]], [[Pescara]], [[Campobasso]] e [[Salerno]]. Grazie ai suoi appelli alla creazione di una [[Coalizione (politica)|coalizione]] [[Anticomunismo|anticomunista]] e alla sua svolta moderata, il partito ottenne anche la considerazione di [[papa Pio XII]] che, per scongiurare una vittoria alle amministrative di [[Roma]] del [[Fronte Democratico Popolare]], spinse per un'alleanza elettorale tra [[Democrazia Cristiana|DC]] e MSI, la cosiddetta «[[Operazione Sturzo]]», destinata però a non essere perseguita a causa del rifiuto di [[Alcide De Gasperi]].
 
Al III congresso del partito, svoltosi a L'Aquila tra il 26 e il 28 luglio del 1952, venne proclamato irrinunciabile l'ingresso di Trieste in Italia e De Marsanich venne inoltre confermato segretario nazionale. Pochi giorni dopo uscirono gli esponenti della [[Corrente politica|corrente]] di sinistra repubblichina Gruppi Autonomi Repubblicani con [[Giorgio Pini]], uno dei fondatori del MSI, che fondarono il [[Raggruppamento Sociale Repubblicano]]. Il successo elettorale venne confermato alle [[Elezioni politiche in Italia del 1953|elezioni politiche del 1953]] in cui il MSI, schierato contro la cosiddetta [[legge truffa]], conquistò il 5,84% alla Camera e il 6,07% al Senato, passando da 7 a 38 seggi in [[Parlamento italiano|Parlamento]]. L'espansione del MSI era avvenuta grazie all'appoggio del [[ceto medio]], [[Moderatismo|moderato]] e [[Borghesia|borghese]] del sud Italia ai danni della DC.
 
=== Segreteria Michelini e Scissione di Ordine Nuovo ===
Dopo le [[Elezioni politiche in Italia del 1953|politiche'53, delsi 1953]],tenne alil IV Congresso del partito tenutosi a [[Viareggio]] nel([[Provincia gennaiodi delLucca|Lucca]]) tra il 9 e l'11 gennaio 1954, divennedove segretariovenne del MSIeletto [[Arturo Michelini]]. come segretario del MSI; Michelini rappresentava la corrente [[Borghesia|borghese]] e moderata, legata maggiormente ai ricordi del [[storia dell'ItaliaVentennio fascista|Ventennio]] rispetto a quelli, tragici e sanguinosi, deldella [[PartitoRepubblica Fascistadi Repubblicano|fascismo repubblicanoSalò]], desiderosa d'inserire il [[neofascismo]] nell'alveo della [[destra (politica)|destra]] per facilitare l'entrata nel gioco politico e parlamentare italiano di quegli anni, caratterizzati dalla [[guerra fredda]] e dal timore, dentro e fuori d'Italia, d'una presa del potere da parte deidel [[Partito Comunista Italiano]]. A seguito dell'elezione di Michelini, la componente spiritualista ed [[Julius Evola|comunistievoliana]] di [[Pino Rauti]], [[Clemente Graziani]] e [[Sergio Baldassini]], per segnare la lontananza dal neosegretario, si riunì nella corrente di [[Centro Studi Ordine Nuovo|''Ordine Nuovo'']], che però rimase inizialmente all'interno del MSI.
 
InDurante politicala esterasegreteria eradi sicuramenteMichelini filo-atlanticoil eMSI propriotenne duranteuna lapolitica segreteriaestera difilo-[[Atlantismo|atlantica]], Michelinitant'è il movimentoche accettò l'[[NATO|Alleanza Atlantica]]; tuttavia si contrapponeva alla corrente ''micheliniana'' quella di coloro che avevano partecipato alla guerra dalla parte della Repubblica Sociale, radicale quanto ai modi e ai metodi di lotta politica, tendenzialmente antiborghese, socialisteggiante e [[Anticapitalismo|anticapitalista]] sul piano sociale ed economico; a guidarla era [[Giorgio Almirante]]..
 
In occasione del V congresso, tenutosi nel 1956 a [[Milano]], dove Michelini veniva confermato segretario, si verificò la scissione dal partito di un gruppo di dirigenti guidati da [[Pino Rauti|Rauti]], con la trasformazione della propria corrente nel [[Centro Studi Ordine Nuovo]], uscendo dal MSI. Nel 1957, inoltre, la componente di sinistra del partito capeggiata da [[Ernesto Massi]], dopo le varie derive borghesi e conservatrici, uscì anch'essa dal partito dando vita, avvalendosi del contributo del [[Raggruppamento Sociale Repubblicano]] di Giorgio Pini, al [[Partito Nazionale del Lavoro]], attivo fino agli anni '60.
A seguito dell'elezione di Michelini la componente spiritualista ed [[Julius Evola|evoliana]] di [[Pino Rauti]], [[Clemente Graziani]] e [[Sergio Baldassini]], per segnare la lontananza dal neosegretario, si riunì nella corrente di [[Centro Studi Ordine Nuovo|Ordine Nuovo]], che però rimase inizialmente all'interno del MSI.
 
Dal 1956 il MSI siciliano entrò nell'area di maggioranza e di governo, dapprima dall'esterno con la giunta didel [[Giuseppe La Loggiademocristiano]] ([[DemocraziaGiuseppe Cristiana|DCLa Loggia]]) e in un secondo momento, dal 1958, partecipando alla prima incisiva fase del [[milazzismo]], stagione politica iniziatasi quando il democristiano [[Silvio Milazzo]] fu eletto presidente della [[Regione Siciliana]] dai partiti di destra e di sinistra. Nel primo governo Milazzo entrarono anche esponenti missini e il MSI governò insieme al [[Partito Socialista Italiano|PSI]] e al PCI, con l'assenso di Michelini e [[Palmiro Togliatti|Togliatti]], fino alle [[Elezioni regionali in Sicilia del 1959|elezioni regionali del giugno 1959]]. Nelle successive giunte Milazzo, conclusesi nel 1960, il MSI tornò all'opposizione. In quella fase si sostennero [[Enrico Mattei]] e le politiche della sua [[Eni]].<ref>{{Cita web|url=https://www.google.com/search?q=Enrico+Mattei+primato+nazionale&client=ms-android-huawei-rev1&sxsrf=ALeKk00U6EHF9kC6sfvbbHZV3rH3AegymQ%3A1622932041013&ei=Sfq7YNAjrv_v9Q_7uYKIDg&oq=Enrico+Mattei+primato+nazionale&gs_lcp=ChNtb2JpbGUtZ3dzLXdpei1zZXJwEAMyBQgAEM0CMgUIABDNAjoECB4QCjoICCEQFhAdEB46CwguEMcBEK8BEJMCOggILhDHARCvAToCCAA6BggAEBYQHjoFCCEQoAE6BAghEBVQ9YoGWLTMBmDzzgZoAHAAeAGAAc8BiAGdGpIBBjEuMjAuMpgBAKABAcABAQ&sclient=mobile-gws-wiz-serp|titolo=Enrico Mattei: uno statista per la “terza via italiana”|accesso=5 giugno 2021}}</ref>
In occasione del V congresso, tenutosi nel 1956 a [[Milano]], dove Michelini veniva confermato segretario, si verificò la scissione dal partito di un gruppo di dirigenti guidati da [[Pino Rauti]], con la trasformazione della propria corrente nel [[Centro Studi Ordine Nuovo]], uscendo dal MSI. Nel 1957, inoltre, la componente di sinistra del partito capeggiata da [[Ernesto Massi]], dopo le varie derive borghesi e conservatrici, uscì anch'essa dal partito dando vita, avvalendosi del contributo del [[Raggruppamento Sociale Repubblicano]] di Giorgio Pini, al [[Partito Nazionale del Lavoro]], attivo fino agli anni '60.
 
Dal 1956 il MSI siciliano entrò nell'area di maggioranza e di governo, dapprima dall'esterno con la giunta di [[Giuseppe La Loggia]] ([[Democrazia Cristiana|DC]]) e in un secondo momento, dal 1958, partecipando alla prima incisiva fase del [[milazzismo]], stagione politica iniziatasi quando il democristiano [[Silvio Milazzo]] fu eletto presidente della [[Regione Siciliana]] dai partiti di destra e di sinistra. Nel primo governo Milazzo entrarono anche esponenti missini e il MSI governò insieme al [[Partito Socialista Italiano|PSI]] e al PCI, con l'assenso di Michelini e [[Palmiro Togliatti|Togliatti]], fino alle [[Elezioni regionali in Sicilia del 1959|elezioni regionali del giugno 1959]]. Nelle successive giunte Milazzo, conclusesi nel 1960, il MSI tornò all'opposizione.
 
In quella fase si sostennero [[Enrico Mattei]] e le politiche della sua [[Eni|ENI]]<ref>{{Cita web|url=https://www.google.com/search?q=Enrico+Mattei+primato+nazionale&client=ms-android-huawei-rev1&sxsrf=ALeKk00U6EHF9kC6sfvbbHZV3rH3AegymQ%3A1622932041013&ei=Sfq7YNAjrv_v9Q_7uYKIDg&oq=Enrico+Mattei+primato+nazionale&gs_lcp=ChNtb2JpbGUtZ3dzLXdpei1zZXJwEAMyBQgAEM0CMgUIABDNAjoECB4QCjoICCEQFhAdEB46CwguEMcBEK8BEJMCOggILhDHARCvAToCCAA6BggAEBYQHjoFCCEQoAE6BAghEBVQ9YoGWLTMBmDzzgZoAHAAeAGAAc8BiAGdGpIBBjEuMjAuMpgBAKABAcABAQ&sclient=mobile-gws-wiz-serp|titolo=Enrico Mattei: uno statista per la “terza via italiana”|accesso=5 giugno 2021}}</ref>.
 
=== Sostegno al governo Tambroni ===
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=== Il "triennio di destra" (1970 - 1972) ===
{{Vedi anche|Moti di Reggio|Golpe Borghese|Maggioranza silenziosa (movimento)|Giovedì nero di Milano|Strage di Peteano}}
[[File:Fatti di Reggio.jpg|miniatura|I [[Moti di Reggio]] del 1970-'71, in cui l'MSI ebbe delle gravi responsabilità che avrebbero portato alla richiesta parlamentare di scioglimento del partito per "ricostituzione del PNF" poco dopo.|sinistra]]
Almirante, grazie anche alle sue spiccate capacità oratorie, seppe sfruttare politicamente questo isolamento, costituendosi come unico partito al di fuori del presunto «[[regime (politica)|regime]]», di cui avrebbe fatto parte una sotterranea alleanza consociativa fra la [[Democrazia Cristiana|DC]] e le sinistre; con la crescente affermazione delle formule del [[Centro-sinistra "organico"|centro-sinistra]] e l'avvicinarsi delle proposte di [[compromesso storico]], questa solitudine di opposizione guadagnò sempre più consensi.
 
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Nel febbraio 1972 Almirante riuscì a formare un'alleanza con il [[Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica]], una delle maggiori formazioni monarchiche italiane, da cui derivò anche un mutamento di denominazione del [[partito]], da quel momento chiamato ''Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale''.
 
[[File:Neo-fascisti anni 70.jpg|thumb|Giovani missini negli anni 1970 pronti a un confronto con giovani di [[estrema sinistra]] in cui il terzo da destra solleva il simbolo della [[fiamma tricolore]]|sinistra]]
[[File:1974 contro MSI.jpg|thumb|Manifestazione in piazza del Duomo a Milano della [[sinistra extraparlamentare]] contro il Movimento Sociale Italiano, di cui viene chiesta la messa fuori legge nel 1974]]
Come risultato del particolare fervore dei due anni precedenti, alle [[Elezioni politiche in Italia del 1972|elezioni politiche del maggio 1972]] il MSI-DN (nel quale si erano anche candidati i monarchici e molti ufficiali dell'esercito e funzionari delle [[Forze dell'ordine]] tra cui l'ex partigiano [[Giovanni de Lorenzo]]) fece registrare un considerevole successo, raccogliendo l'8,7% dei voti alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera]] e il 9,2% al [[Senato della Repubblica|Senato]], addirittura raddoppiando i voti in termini assoluti. Contemporaneamente, in quell'anno la procura di [[Milano]] richiamandosi alla [[Dodicesima disposizione transitoria|XII disposizione transitoria]] mise sotto inchiesta Almirante, accusandolo di tentata ricostituzione del [[Partito Fascista]]. Un anno più tardi la [[Camera dei deputati (Italia)|Camera]] votò l'autorizzazione a procedere con 484 voti a favore e 60 contrari. L'inchiesta andò avanti per qualche tempo coinvolgendo vari dirigenti missini, per essere abbandonata una volta constatato il riflusso elettorale del partito.
 
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=== Anni '70 ===
[[File:1974 contro MSI.jpg|thumb|Manifestazione in piazza del Duomo a Milano della [[sinistra extraparlamentare]] contro il Movimento Sociale Italiano, di cui viene chiesta la messa fuori legge nel 1974]]
In quegli anni il MSI-DN fece appassionate campagne (per esempio in occasione del [[referendum]] sul divorzio) sposando quasi appieno le posizioni della [[Chiesa cattolica]], con l'evidente intento di sottrarre elettorato alla [[Democrazia Cristiana|DC]] e sviluppando un fronte dialettico sulla via del moralismo, sia in opposizione alle posizioni ritenute «scandalose» del [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]] e del [[Partito Socialista Italiano|PSI]], sia costantemente segnalando scandali di malversazione e corruttela di governanti e pubblici amministratori.
 
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Nel maggio 1977 furono costituiti i [[Campi Hobbit]], delle feste giovanili annuali promosse inizialmente da [[Pino Rauti]] {{Senza fonte|sulla scia del successo delle feste di partito di altri gruppi politici, come le [[Festa de l'Unità|Feste de l'Unità]] (sulla scia di tale successo pochi mesi dopo fu inaugurata anche la [[Festa dell'Amicizia]] da parte della [[Democrazia Cristiana|DC]]).}}
 
Nel 1978 il partito diede poi origine al progetto dell{{'}}''[[Eurodestra]]'', un accordo con altri movimenti di estrema destra europei come il francese [[Jean-Louis Tixier-Vignancour|Parti des Forces Nouvelles]] di [[Jean-Louis Tixier-Vignancour]], lo spagnolo [[Blas Piñar|Fuerza Nueva]] di [[Blas Piñar]] e il greco ''Unione Politica Nazionale''. Alle [[Elezioni europee del 1979 in Italia|elezioni europee del 1979]], tuttavia, solo il MSI-DN riuscì a ottenere degli eletti, quattro, che finirono nel [[Non iscritti (Parlamento europeo)|Gruppo dei non iscritti]].
 
Da un punto di vista tematico, il partito insisté sulla «crisi del sistema», ovvero sull'inadeguatezza della struttura istituzionale del paese ai suoi reali bisogni, testimoniata d'altra parte dall'enorme instabilità politica di cui continuava a soffrire. Fu proposta anche una forma di governo alternativo basata sul modello della [[repubblica presidenziale]]. Malgrado ciò, i risultati non andarono oltre un certo limite e anzi negli anni '80 il movimento raggiunse una crescita elettorale alle [[Elezioni politiche in Italia del 1983|elezioni politiche del 1983]], ma subito dopo subì un processo di ridimensionamento, giungendo a ottenere meno del 6% dei consensi alle [[Elezioni politiche in Italia del 1987|elezioni del 1987]].
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=== Segreteria Rauti e il ritorno di Fini ===
[[File:Rauti e Fini al Congresso di Rimini 1990.jpg|thumb|left|Fini e Rauti al XVI congresso di Rimini del gennaio 1990]]Al XVI congresso, tenutosi a [[Rimini]] tra l'11 e il 14 gennaio 1990, [[Pino Rauti]], alleatosi con [[Domenico Mennitti|Mennitti]], [[Guido Lo Porto|Lo Porto]], [[Alfredo Pazzaglia]] e [[Giorgio Pisanò]], riuscì a farsi eleggere come segretario del partito al posto di [[Gianfranco Fini|Fini]]<ref>{{Cita web |url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/01/18/il-msi-spegne-la-fiamma.html?ref=search |titolo=la Repubblica – IL MSI SPEGNE LA FIAMMA, 18 gennaio 1990 |accesso=24 agosto 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151229070326/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/01/18/il-msi-spegne-la-fiamma.html?ref=search |urlmorto=no }}</ref>. Tuttavia, in seguito alla sconfitta del MSI alle [[Elezioni amministrative in Italia del 1991|elezioni amministrative]] e [[Elezioni regionali in Sicilia del 1991|regionali in Sicilia]] del 1991]], dove il partito uscì praticamente dimezzato, Rauti si dimise da segretario, dopo 1un anno e mezzo dall'elezione, e il comitato centrale rielesse Gianfranco Fini con 137 voti, prevalendo sul [[Pino Rauti|''rautiano'']] [[Domenico Mennitti]] che ottenne 95 voti.<ref>{{Cita web |url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/07/07/rauti-lascia-il-msi-incorona-fini.html |titolo=RAUTI LASCIA, IL MSI INCORONA FINI, 7 luglio 1991 |accesso=23 agosto 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151229070326/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/07/07/rauti-lascia-il-msi-incorona-fini.html |urlmorto=no }}</ref>
 
I primi anni '90 furono critici per il partito, ormai in piena crisi di identità e a rischio di scomparsa dopo il [[referendum abrogativi in Italia del 1993#Leggi Elettorali Senato|referendum sul sistema elettorale]] e la conseguente approvazione della [[Legge Mattarella|legge elettorale maggioritaria]] del 1993. L'opera di propaganda del partito in questo periodo, alquanto discontinua, era caratterizzata sia da un richiamo al passato fascista, testimoniato dal proposito, espresso da Fini nel 1991, di attuare il ''fascismo del 2000'', o dall'elezione in [[parlamento]] di [[Alessandra Mussolini]] nel 1992, o ancora dalla commemorazione del settantesimo anniversario della [[marcia su Roma]] sempre nello stesso anno; sia, d'altra parte, cavalcando nuovamente la protesta anti-sistema, ad esempio attraverso l'incondizionato sostegno espresso dal MSI-DN al [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]] [[Francesco Cossiga]], da alcuni ritenuto uno dei suoi primi "sdoganatori".<ref name="cappellini">Stefano Cappellini, {{cita testo|url=http://www.ilriformista.it/stories/Prima%20pagina/252322/|titolo=Dal primo Fini a Max: professione Sdoganatore|postscript=nessuno|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100821110941/http://www.ilriformista.it/stories/Prima%20pagina/252322/ }}, articolo su ''Il Riformista'', 2010.</ref>
 
NelA luglio 1991 si ebbero la fuoriuscita dal MSI di [[Tomaso Staiti di Cuddia delle Chiuse|Tommaso Staiti di Cuddia]] prima, esponente dell'area sociale del partito, e successivamente di [[Giorgio Pisanò]] e dei membri della sua corrente, ''Fascismo e Libertà''.<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/07/12/msi-scissione-bis-giorgio-pisano-sbatte-la.html|titolo=MSI, SCISSIONE BIS GIORGIO PISANO' SBATTE LA PORTA|pubblicazione=la Repubblica|data=12 luglio 1991}}</ref>. Il successivo 25 luglio questi ultimi fondarono il [[Movimento Fascismo e Libertà - Partito Socialista Nazionale|Movimento Fascismo e Libertà]].
 
Allo scoppio didell'[[inchiesta]] [[TangentopoliMani pulite]] il MSI-DN condusse un'energica campagna contro il [[Pentapartito]] e i cosiddetti «ladri di regime», dichiarando aperto appoggio ai giudici didel [[ManiPool pulite(magistratura italiana)|pool]] e presentandosi con lo slogan «''Ogni voto una picconata''» alla campagna elettorale del 1992<ref name="cappellini" />. Il MSI lombardo presentò una mozione al consiglio regionale della Lombardia in favore del giudice [[Antonio Di Pietro]] e dei suoi colleghi impegnati nelle indagini sulle tangenti<ref>{{Cita web |url=http://archiviostorico.corriere.it/1992/maggio/28/Pirellone_mozione_MSI_per_Pietro_co_0_92052813421.shtml |titolo=al Pirellone mozione MSI per Di Pietro – Corriere della sera, 28 maggio 1992 |accesso=24 agosto 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121208122722/http://archiviostorico.corriere.it/1992/maggio/28/Pirellone_mozione_MSI_per_Pietro_co_0_92052813421.shtml |urlmorto=no }}</ref>.
 
Diversi esponenti di partito hanno dichiarato in seguito che il MSI non avesse mai intascato alcuna tangente, anche citando dichiarazioni di alcuni magistrati di Mani pulite in questo senso<ref>{{Cita news|autore=Carlantonio Solimene|url=http://www.iltempo.it/politica/2017/09/20/news/di-pietro-i-missini-furono-i-soli-a-non-prendere-tangenti-1035081/|titolo=Di Pietro: "I missini furono i soli a non prendere tangenti"|pubblicazione=Il Tempo|data=20 settembre 2017}}</ref>. Tuttavia, anche il MSI fu coinvolto da inchieste relative a tangenti, seppur non a Milano: infatti, secondo [[Luca Ricolfi]], la percentuale dei parlamentari missini inquisiti in processi relativi a tangenti si attestava al 12% (più bassa della media degli altri partiti, ma comunque significativa)<ref>{{Cita news|autore=Vera Schiavazzi|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/12/01/msi-tutto-legge-ordine-no-ha.html|titolo='Msi tutto legge e ordine? No, ha il record di inquisiti'|pubblicazione=la Repubblica|data=1º dicembre 1993|citazione=Se qualcuno sentisse dire da un esponente repubblicano o pidiessino che il suo partito è 'totalmente estraneo' alle storie di tangenti, non gli chiederebbe forse conto di un'affermazione tanto azzardata? Nessuno lo fa con i missini, nonostante che, tra i partiti rimasti all'opposizione, sia quello che può vantare il numero di parlamentari inquisiti più alto}}</ref>.
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Dal 24 aprile 1993 la costruzione di Alleanza Nazionale sembrava avviata dal MSI<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/aprile/25/MSI_morire_per_rinascere_Alleanza_co_0_9304257472.shtml|titolo=''MSI, morire per rinascere Alleanza nazionale''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121208122735/http://archiviostorico.corriere.it/1993/aprile/25/MSI_morire_per_rinascere_Alleanza_co_0_9304257472.shtml }}</ref>. Anche se l'idea nell'immediato venne bocciata<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/aprile/26/Alleanza_nazionale_subito_rissa_nel_co_0_9304267826.shtml|titolo=''Alleanza nazionale? È subito rissa nel MSI''|postscript=nessuno|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121208122643/http://archiviostorico.corriere.it/1993/aprile/26/Alleanza_nazionale_subito_rissa_nel_co_0_9304267826.shtml }}</ref>, già a [[Belluno]] in giugno si tenne un primo test elettorale<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/giugno/01/Belluno_missino_Fini_tiene_battesimo_co_0_9306019758.shtml|titolo=''Belluno, il missino Fini tiene a battesimo l'"Alleanza Nazionale"''|postscript=nessuno|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121208122617/http://archiviostorico.corriere.it/1993/giugno/01/Belluno_missino_Fini_tiene_battesimo_co_0_9306019758.shtml }}</ref><ref>{{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/06/04/belluno-in-lista-cose-mai-viste.html|titolo=''BELLUNO, IN LISTA COSE MAI VISTE – la Repubblica, 4 giugno 1993, pagina 6. ROBERTO BIANCHIN''|postscript=nessuno|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151229070435/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/06/04/belluno-in-lista-cose-mai-viste.html }}</ref> e se ne sarebbe discusso per tutta l'estate del 1993<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/luglio/31/spada_della_LEGA_divide_MSI_co_0_9307317186.shtml|titolo=''La spada della LEGA divide il MSI''|postscript=nessuno|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121208122812/http://archiviostorico.corriere.it/1993/luglio/31/spada_della_LEGA_divide_MSI_co_0_9307317186.shtml }}</ref>.
 
In questa fase Fini presentò AN come «''una strategia. Non è un partito nuovo, ma è una politica: chiamare a raccolta tutte quelle categorie, quei ceti economici, quegli spazi della società che oggi sono liberi perché non hanno più dei referenti''». La speranza del segretario missino è «che già dalle prossime elezioni del 21 novembre» la strategia di AN «saprà evidenziare, con percentuali a due cifre, un polo nazionale di centro destra, che sarà la vera novità del panorama politico italiano». Lo stesso Fini decise di candidarsi a sindaco di Roma: «Presentiamo liste aperte, cioè non solo missine, in molte città, da Cosenza a Pescara a Palermo. [...] Siamo una forza superiore al 10% nel Centro Sud. Se i dati ci daranno ragione si potrà così arrivare a edificare un quarto polo nazionale (dopo quelli di sinistra, centro e Lega Nord)»<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/agosto/30/Fini_puo_chiudere_col_passato_co_0_93083010941.shtml|titolo=''Fini: si può chiudere col passato''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121208122800/http://archiviostorico.corriere.it/1993/agosto/30/Fini_puo_chiudere_col_passato_co_0_93083010941.shtml }}</ref><ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/ottobre/11/Milano_Fini_presenta_suo_centro_co_0_9310113497.shtml|titolo=''Milano, Fini presenta il suo centro nazionale''|postscript=nessuno|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121208122850/http://archiviostorico.corriere.it/1993/ottobre/11/Milano_Fini_presenta_suo_centro_co_0_9310113497.shtml }}</ref>.
 
Il MSI-DN riscosse un ottimo successo alle [[Elezioni amministrative in Italia del 1993|elezioni amministrative del novembre 1993]]: a [[Chieti]], [[Benevento]], [[Latina]] e [[Caltanissetta]]<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/12/06/caltanissetta-rimonta-msi-svanisce-il-sogno-progressista.html|autore=Alessandra Ziniti|titolo=Caltanissetta, rimonta MSI. Svanisce il sogno progressista|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=6 dicembre 1993|accesso=23 ottobre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201026154648/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/12/06/caltanissetta-rimonta-msi-svanisce-il-sogno-progressista.html|urlmorto=no}}</ref> i suoi candidati vennero eletti sindaci. Il successo fu rimarcato soprattutto a [[Roma]] e a [[Napoli]]. Nella capitale il segretario [[Gianfranco Fini]] ottiene il 35,5 % e a Napoli [[Alessandra Mussolini]] il 31,1%: entrambi arrivarono al [[ballottaggio]]<ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/novembre/26/Cossiga_Andreotti_Gustavo_Selva_quanti_co_0_93112612518.shtml|titolo=''Cossiga, Andreotti, Gustavo Selva, quanti ammiratori per il segretario missino''|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121208122657/http://archiviostorico.corriere.it/1993/novembre/26/Cossiga_Andreotti_Gustavo_Selva_quanti_co_0_93112612518.shtml }}</ref><ref>{{cita testo|url=http://archiviostorico.corriere.it/2011/maggio/30/Rimonte_fallite_ribaltoni_choc_ballottaggio_co_9_110530027.shtml|titolo=''Rimonte fallite e ribaltoni choc Il ballottaggio da Fini ad Alemanno – Corriere della sera, 30 maggio 2011, Pagina 002/003. Conti Paolo''|postscript=nessuno|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121208122632/http://archiviostorico.corriere.it/2011/maggio/30/Rimonte_fallite_ribaltoni_choc_ballottaggio_co_9_110530027.shtml }}</ref>. Il 23 novembre 1993 a [[Casalecchio di Reno]] l'imprenditore [[Silvio Berlusconi]], inaugurando un supermercato, alla domanda di un giornalista per chi avrebbe votato a Roma, a sorpresa rispose: «Certamente Gianfranco Fini». Al ballottaggio romano, forse anche grazie alla frase di Berlusconi, Fini raggiunse il 47%<ref>{{cita testo|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/23/anni-prima-pietra-berlusconismo-casalecchio-nacque-lalleanza-fini/172651/|titolo=''18 anni fa la prima pietra del berlusconismo. A Casalecchio nacque l'alleanza con Fini – il Fatto Quotidiano, 23 novembre 2011. David Marceddu e Davide Turrini''|postscript=nessuno|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120815170726/http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/23/anni-prima-pietra-berlusconismo-casalecchio-nacque-lalleanza-fini/172651/ }}</ref>.
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*[[Augusto De Marsanich]] (15 gennaio 1950 – 10 ottobre 1954)
*[[Arturo Michelini]] (10 ottobre 1954 – 15 giugno 1969)
*[[Giorgio Almirante]] (29 giugno 1969 – 14 dicembre 1987)
*[[Gianfranco Fini]] (14 dicembre 1987 – 14 gennaio 1990)
*[[Pino Rauti]] (14 gennaio 1990 – 6 luglio 1991)
*[[Gianfranco Fini]] (6 luglio 1991 – 27 gennaio 1995)
 
==== Presidenti ====
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*[[Augusto De Marsanich]] (10 ottobre 1954 – 24 maggio 1972)
*[[Gino Birindelli]] (24 maggio 1972–1973)
*[[Gino Birindelli]] e& [[Alfredo Covelli]] (1973–1974; presidenza congiunta)
*[[Alfredo Covelli]] (1974–1976)
*[[Pino Romualdi]] (1976–1982)
*[[Nino Tripodi]] (1982–24 gennaio 1988)
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*1º giugno 1948 – 1952: [[Guido Russo Perez]]<ref>[[Capogruppo (parlamento)|Presidente]] del [[gruppo misto]] alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]]</ref>
*1952 – 24 giugno 1953: [[Giovanni Roberti]]<ref>Segretario del [[gruppo misto]] alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]]</ref>
*21 luglio 1953 – 4 giugno 1968: [[Giovanni Roberti]], <small>vice: [[Giorgio Almirante]], poi [[Giuseppe Gonella]]</small>
*9 luglio 1968 – 3 luglio 1969: [[Giorgio Almirante]], <small>vice: [[Nicola Romeo (1902)|Nicola Romeo]]</small>
*3 luglio 1969 – 21 dicembre 1976: [[Ernesto De Marzio]], <small>vice: [[Alfredo Pazzaglia]] & [[Raffaele Delfino]]</small>
*11 gennaio 1977 – 21 gennaio 1977: [[Giorgio Almirante]], <small>vice: [[Alfredo Pazzaglia]]</small>
*27 gennaio 1977 – 22 febbraio 1990: [[Alfredo Pazzaglia]], <small>vice: [[Antonio Guarra]], poi [[Cesco Giulio Baghino]]</small>
*22 febbraio 1990 – 22 aprile 1992: [[Franco Servello]], <small>vice: [[Ugo Martinat]] & [[Raffaele Valensise]]</small>
*30 aprile 1992 – 25 maggio 1994: [[Giuseppe Tatarella]], <small>vice: [[Ugo Martinat]] & [[Raffaele Valensise]]</small>
*25 maggio 1994 – 27 gennaio 1995: [[Raffaele Valensise]]
 
==== Senato della Repubblica ====
*8 maggio 1948 – 24 giugno 1953: [[Enea Franza]]<ref>Segretario del [[gruppo misto]] al [[Senato della Repubblica]]</ref>
*25 giugno 1953 – 15 maggio 1963: [[Enea Franza]]
*1º luglio 1963 – 31 gennaio 1977: [[Gastone Nencioni]], <small>vice: [[Giorgio Bacchi]] & [[Araldo di Crollalanza]]</small>
*22 febbraio 1977 – 19 giugno 1979: [[Araldo di Crollalanza]]<ref>Vice-[[Capogruppo (parlamento)|presidente]] del [[gruppo misto]] al [[Senato della Repubblica]]</ref>
*27 giugno 1979 – 10 aprile 1985: [[Araldo di Crollalanza]], <small>vice: [[Pietro Pistolese]]</small>
*10 aprile 1985 – 1º luglio 1987: [[Michele Marchio]], <small>vice: [[Pietro Pistolese]], poi [[Cesare Biglia]]</small>
*9 luglio 1987 – 22 aprile 1992: [[Cristoforo Filetti]], <small>vice: [[Romano Misserville]]</small>
*30 aprile 1992 – 14 aprile 1994: [[Francesco Pontone]], <small>vice: [[Cesare Pozzo (politico)|Cesare Pozzo]]</small>
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*[[Volontari Nazionali]], servizio d'ordine del MSI fino agli anni 1970;<ref>
{{cita testo|url=https://www.secoloditalia.it/2015/03/morto-alberto-rossi-leggendario-capo-dei-volontari-nazionali-msi/|titolo=Morto Alberto Rossi, leggendario capo dei Volontari Nazionali del Msi}}</ref>
*''Raggruppamento femminile'', negli anni fu sia autonomo, che direttamente dipendente dal partito, con un segretario nazionale femminile: [[Evelina Alberti]] (1979–1991) e [[Adriana Poli Bortone]] (1991–1995).
 
=== Organizzazione giovanile ===
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*V Congresso – [[Milano]], 24–26 novembre 1956
*VI Congresso – [[Genova]], 2–4 luglio 1960 (non celebrato)
*VII Congresso – [[Roma]], 2–4 agosto 1963
*VIII Congresso – [[Pescara]], 12–14 giugno 1965
*IX Congresso – [[Roma]], 20–23 novembre 1970
*X Congresso – [[Roma]], 18–21 gennaio 1973
*XI Congresso – [[Roma]], 13–16 gennaio 1977
*XII Congresso – [[Napoli]], 5–7 ottobre 1979
*XIII Congresso – [[Roma]], 18–21 febbraio 1982
*XIV Congresso – [[Roma]], 29 novembre – 2 dicembre 1984
*XV Congresso – [[Sorrento]], 11-14 dicembre 1987
*XVI Congresso – [[Rimini]], 11–14 gennaio 1990