Vimodrone: differenze tra le versioni

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In [[Civiltà romana|epoca romana]] il territorio di Vimodrone era attraversato da un'importante [[strada romana]], la ''[[via Gallica]]''. Tenuta, nella seconda metà del XII secolo, da [[papa Alessandro III]] sotto l'autorità del capitolo della chiesa di San Giovanni Battista di Monza, sul finire del XIV secolo rientrò, in parte, tra i possedimenti della famiglia Pozzobonelli, passando nel Seicento tra quelli dei Modroni. Nel 1690 Vimodrone fu infeudata a Nicola Maria Visconti che, nominato marchese, aggiunse il predicato feudale di Modrone, dando così inizio alla casata dei [[Visconti|Visconti di Modrone]], alla quale appartennero illustri personaggi; tra questi meritano di essere ricordati, nel Settecento, il conte Nicola, professore di diritto pubblico a Milano, e, nell'Ottocento, il duca [[Uberto Visconti di Modrone|Uberto]] che, insieme ai figli, partecipò attivamente ai moti risorgimentali. Vimodrone anticamente non era comunque solo un agglomerato di case rurali; le cascine in passato costituivano delle vere e proprie comunità quasi autonome, e delimitavano i confini del paese.
 
Con il continuo espandersi del nucleo centrale, la maggior parte di questi caseggiati sono stati integrati, molti sono stati ricostruiti e non ne rimane che il nome. Molte erano anche le ville appartenenti ai signori milanesi; alcuni vi trascorrevano il loro tempo libero, ne è un esempio appunto Villa Cazzaniga.<ref>{{Cita libro|autore = Ferrario Elisabetta,Tartari Claudio M.|titolo = Le case sul martesana|anno = 2003 }}</ref> Nell'Ottocento fino ai primi del Novecento il territorio vimodronese era così suddiviso: a nord del Naviglio esisteva la piccola proprietà, mentre tra il naviglio e la via Sant'Ambrogio sorgeva il centro abitato. Risalgono al 1909 le prime esigenze di nuove costruzioni per un paese che lentamente stava crescendo. Già dopo la seconda guerra mondiale il paese inizia a svilupparsi attorno al vecchio nucleo con la costruzione di numerose villette.<br/> Negli anni del "boom" economico vennero costruiti enormi casermoni; terminata la fase di espansione privata ha avuto inizio la costruzione industriale;: piccole, medie e grandi aziende che portarono maggiori possibilità di impiego e di conseguenza maggior benessere. Tutto questo portò sempre più contadini ad abbandonare le loro terre nelle quali si coltivava foraggio, cereali e verdure.<ref name="ReferenceA">{{Cita libro|autore = Sozzani Angelo|titolo = Raccontare Vimodrone|anno = 2008 }}</ref> L'arrivo della ferrovia metropolitana (dal 1968 alla fermata di Cascina Burrona) portò un cambiamento nella configurazione del territorio con la deviazione del Naviglio Martesana, incanalato più a nord.
 
Dal 2015 è stato aperto il nuovo ponte che scavalca naviglioil Naviglio e la M2 nella zona est collegando direttamente Vimodrone nord a Cologno e la strada padana senza più passare per il paese. Alla fine degli anni settanta eed all'inizio degli anni ottanta lo sviluppo edilizio riprese in modo massiccio: complessi pubblici, privati e cooperativistici vennero realizzati sia a ovest sia a est del paese.
 
Dal 2015 fa parte della Zona omogenea [[Adda Martesana]] della città metropolitana di Milano.<ref>{{Cita web|url=http://www.cittametropolitana.mi.it/export/sites/default/doc/Approvazione_zone_omogenee.pdf|titolo=|data=|accesso=2022-12-05|dataarchivio=24 dicembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151224000156/http://www.cittametropolitana.mi.it/export/sites/default/doc/Approvazione_zone_omogenee.pdf|urlmorto=sì}}</ref>