Commissione d'indagine per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, artistico e del paesaggio: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
Funzionalità collegamenti suggeriti: 3 collegamenti inseriti. |
||
Riga 1:
{{NN|diritto|luglio 2024|}}
La '''Commissione d'indagine per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, artistico e del paesaggio''', presieduta dall'onorevole [[Francesco Franceschini]], fu istituita a seguito della legge n. 310 del 26 aprile 1964, su proposta del [[Ministero dell'istruzione|Ministero della Pubblica Istruzione]]. Operò fino al 1967.
Essa operò un'attenta indagine riguardo al censimento e alla stato dei beni culturali in [[Italia]]. Il prodotto di questo lavoro fu l'emanazione di 84 Dichiarazioni, la prima delle quali contiene la nozione di "[[bene culturale]]": “tutto ciò che costituisce testimonianza materiale avente valore di civiltà”.
Le dichiarazioni contenevano una ferma e chiara denuncia relativamente al degrado, allo stato di abbandono e alla scarsa valorizzazione del [[patrimonio culturale]] italiano.
Riga 26:
Nel 1968 fu affidato alla [[Commissione Papaldo]] il compito di tramutare in norme ordinarie i suggerimenti della Commissione Franceschini. Seguì nel 1974 la costituzione del [[Ministero della cultura|Ministero per i beni e le attività culturali]]. Il tema della salvaguardia del patrimonio monumentale e storico del Paese ritornò in primo piano nell'agenda parlamentare meno di dieci anni dopo, nel 1982, con il disegno di legge predisposto dalla Commissione Giannini e presentato dal ministro dei Beni culturali [[Vincenzo Scotti]] il 4 marzo di quell'anno. Le «norme sulla tutela e sulla riorganizzazione del Ministero» si richiamavano apertamente ai lavori delle Commissioni Franceschini e Papaldo «per l'impegno profuso e per l'autorità indiscussa dei soggetti che abbiano concorso, strumenti insostituibili di riferimento e confronto sul piano tecnico, giuridico e metodologico».
All'insuccesso dell'iniziativa del ministro Scotti si susseguirono, tra gli anni Ottanta e la fine del secolo, vari disegni e progetti di legge: la proposta Ferri, il disegno di legge del ministro Gullotti nel 1984, il disegno di legge Chiarante del 1989, il disegno di legge Pontone e Resta del 1992, il varo del nuovo Ministero nel 1998 sino al [[decreto legislativo]] dell'ottobre 1999 e alla sua sostituzione con il Codice del 2006 poi rinnovato nel 2008. All'effluvio di tale normativa vanno aggiunte le misure che via via definirono le materie di competenza statale e regionale a seguito della riforma costituzionale del 2001. Con la Commissione Franceschini prese, dunque, avvio un processo giunto a maturazione nei decenni successivi anche sotto l'impulso della nuova legislazione regionale e della costituzione a fine millennio del nuovo Ministero (art. 148 del d.lgs. 31 marzo 1998, 112). Al contrario il [[Codice dei beni culturali e del paesaggio]] del 2004 (d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42), che rispolverava il vecchio sistema degli elenchi dei beni culturali, sembrava discostarsi dalla linea tracciata al termine degli anni Sessanta, segnata da una forte spinta all'azione di rinnovamento delle istituzioni e della società italiana.
== Bibliografia ==
|