=== Architetture militari ===
[[File:Grottaferrata 3 - 1.jpg|miniatura|Torre nord-occidentale delle mura che circondato l'abbazia.]]
==== Borghetto di Grottaferrata ==== ▼
{{Vedi anche|Borghetto di Grottaferrata}}
Oltre alla cerchia di mura che circonda l'abbazia di Grottaferrata, sul territorio comunale sono presenti i ruderi di alcuni castelli:
Il castello fu probabilmente edificato attorno al [[IX secolo|IX]] od al [[X secolo]] dai [[Conti di Tuscolo]],<ref name="notanibbyborgh">{{Cita|Nibby|vol. I p. 309}}.</ref> ai quali apparteneva ancora nel [[1140]], quando compare menzionato per la prima volta come "''taberna in burgo de Tuscolana''".<ref name="notaborghetto">{{Cita|Devoti 1999|pp. 50-57}}.</ref> Dopo la fine dello strapotere dei Conti di Tuscolo il castello appartenne agli [[Annibaldi]] con il toponimo di "''castrum Montis Frenelli''" o "''Monsfrenelli''":<ref name=notaborghetto/> nel Quattrocento fu acquisito dai [[Savelli (famiglia)|Savelli]], che nel [[1473]] lo permutarono con l'[[Abbazia di San Nilo|abbazia di Santa Maria di Grottaferrata]] in cambio del feudo di [[Ariccia]].<ref name=notaborghetto/><ref>{{Cita|Lucidi|appendice IX pp. 434-439}}.</ref> Già all'inizio del Cinquecento tuttavia il castello risultava deserto, ed inutili furono i tentativi di ripopolarlo compiuti dagli abati commendatari. All'inizio del Novecento l'area fu acquistata dal marchese Alfredo Dusmet, che nel [[1935]] la rivendette alla famiglia Spagna:<ref name=notaborghetto/> oggi all'interno delle mura si trovano alcune villette a schiera.
▲====; [[Borghetto di Grottaferrata ====]]
Le mura del castello sono realizzate in ''[[Opera cementizia|opus caementicium]]'' nella parte inferiore ed in ''[[Opera quadrata|opus quadratum]]'' in blocchetti di [[tufo]] in quella superiore, e formano un ovale di circa 3 chilometri di perimetro fortificato da 13 torri quadrangolari.<ref name=notanibbyborgh/><ref name=notaborghetto/>
====; [[Castel de' Paolis ====]]▼
{{Vedi; anche|[[Molara (Grottaferrata) }}|Castello di Molara]]▼
▲==== Castel de' Paolis ====
{{Vedi anche|Castel de' Paolis}}
Il castello sorse attorno all'[[XI secolo]] sui ruderi della [[villa romana]] degli Scriboni-Libones<ref name="notapreistoria">{{Cita|Tomassetti|vol. IV p. 179}}.</ref> e sulle antiche murature identificate da alcuni studiosi con i resti del ''[[municipium]]'' di ''[[Castrimoenium]]'',<ref>{{Cita|Torquati 1974|vol. I cap. XVIII p. 159}}.</ref> collocato da altri presso il [[Villa Colonna di Belpoggio|parco pubblico di villa Desideri]] a [[Marino (Italia)|Marino]]<ref>{{Cita|Tomassetti|vol. IV pp. 181-182}}.</ref> ed oggi comunemente identificato con il [[rione Castelletto]] al centro di Marino.<ref>Giuseppe Ranghiasci, in ''Album - Giornale letterario e di belle arti'', vol. XVII pp. 348-370-385.</ref><ref>Giuseppina Ghini, ''Introduzione'', in Alessandro Bedetti, ''Il mitreo di Marino'', pp. 7-8.</ref>
La prima citazione del castello risale al [[1116]], quando si parla di una "''ecclesia S. Marie [...] in loco qui dicitur Paoli''":<ref name="notapaoli">{{Cita|Devoti 1999|p. 275}}.</ref> la proprietà del castello rimase da allora in poi all'[[Abbazia di San Nilo|abbazia di Santa Maria di Grottaferrata]], finché nel Seicento non fu completamente spopolato e diruto.<ref name=notapaoli/>
Oggi del castello restano un arco, una parte dell'abside della chiesa ed altri brandelli di massicce murature in ''[[Opera quadrata|opus quadratum]]'' di [[peperino]].<ref>{{Cita|Devoti 1999|p. 273}}.</ref>
==== Molara ====
▲{{Vedi anche|Molara (Grottaferrata)}}
Il castello sorse presso l'attuale chilometro 22 della [[Strada statale 511 Anagnina|strada statale 511 via Anagnina]] probabilmente nel sito della ''[[mansio]]'' di ''Roboraria'':<ref>{{Cita|Del Nero 1990|p. 41}}.</ref> nel [[X secolo]] vi esisteva un cenobio basiliano, e la fortificazione iniziò ad esistere a partire dal Duecento, quando raggiunse il periodo di massimo splendore sotto il dominio del cardinale Riccardo Annibaldi.<ref name="notamola">{{Cita|Del Nero 1990|pp. 42-45}}.</ref> A Molara il cardinale Annibaldi ospitò [[papa Innocenzo IV]] ([[1254]]), [[Carlo I d'Angiò]] ed il suo esercito ([[1266]]), che le esagerate cronache dell'epoca facevano ammontare a poco meno di 30.000 uomini, [[Tommaso d'Aquino|san Tommaso d'Aquino]] ([[1274]]).<ref name=notamola/>
Con la decadenza degli [[Annibaldi]], nel [[1427]] il castello entrò nell'orbita dei [[Colonna (famiglia)|Colonna]]:<ref>{{Cita|Del Nero 1990|p. 64}}.</ref> in questo periodo perse importanza l'intero sistema difensivo della [[Valle Latina (Colli Albani)|Valle Latina]] in seguito al sostanziale abbandono della via Latina-Anagnina. Nei secoli seguenti la spopolata Molara appartenne agli Altemps, ai [[Borghese (famiglia)|Borghese]] e quindi agli [[Aldobrandini]]: vi era praticata la pastorizia e l'estrazione mineraria.<ref>{{Cita|Devoti 1999|p. 307}}.</ref> La miseria di queste zone era tale che nel [[1762]] il [[Sede suburbicaria di Frascati|cardinale vescovo della diocesi suburbicaria di Frascati]] [[Enrico Benedetto Stuart]], ultimo [[Successione Giacobita|pretendente giacobita]] al [[Regno di Gran Bretagna]], durante una sua [[Visita ad limina|visita ''ad limina'']] nel territorio di [[Monte Porzio Catone]] trovò i pochi abitanti di Molara che vivevano in uno stato quasi animalesco, privi anche del conforto religioso.<ref>{{Cita|Del Nero 1990|p. 78}}.</ref>
'''Monument'''i
'''Il monumento ai caduti di Grottaferrata'''
Il monumento fu realizzato tra gli anni 1919-1925 dallo scultore Amleto Cataldi sotto finanziamento del marchese Alfredo Dusmet. Fu restaurato poi dallo scultore Mario Gavotti.
=== Siti archeologici ===
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