Discussioni utente:Bramfab/arc20/arc10/arc6: differenze tra le versioni

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Prima non c'erano fonti, ora manca la data della pubblicazione, ma gli autori é autori vari, in quel genere d fonti cartacee non vengono specificati. --[[Utente:Dm.insubre.82|Dm.insubre.82]] <small>([[User talk:Dm.insubre.82|msg]])</small> 00:14, 12 mar 2008 (CET)
 
Questo questionario l'ho sto scrivendo con un copritastiera il quale mi dirige il dito.
Mi chiamo Maria Teresa Balla e ho 44anni. da sette anni lavoro alla A.S.L.1. di Torino. Mi sposto per la città con il taxi. Dove lavoro per entrare c'è una rampa con lo scorrimano, il mio ufficio è situato a piano terra. Per muovermi all'interno dello stabile uso il deambulatore, a volte devo essere io a guidare lui per evitare sbadamenti.La mia postazione di lavoro è stata pensata in modo da svolgere i mie compiti senza bisogno di aiuto.Ovviamente anche così mi adatto al mio posto di lavoro, molto di più di quanto sia richiesto a una persona senza i miei problemi di spasticità.Ad es.anche la cornetta del telefono ho dovuto avvolgerlo con del nastro adesivo ruvido per migliorare la presa Se capita di dover percorrere lunghi percorsi all'interno dello stabile, ho la possibilità di usare la mia carrozzina elletrica. Per andare in bagno, anche se è a norma, alcune volte ho delle difficoltà: devo usare la chiave, entrare con il deambulatore (facendo attenzione a dirigerlo bene, pichè si sbilancia e oscilla) e chiudere facendo ruotare una levetta sul pomello, operazione non molto facile. Ovviamente tutto questo anche all'iverso.
Di fronte alla a.s.l. c'è un bar, ultimamente hanno fatto dei lavori di ristrurazione. A volte vorrei andare con la carrozzina eletrica, ma c'è uno scalino molto alto e ovviamente non esiste nessuna rampa(nonostante il bar abbia due entrate).
 
 
Personalmente sono amante di musei, la maggior parte di essi sono inaccessibili, la mia "fortuna" e che sono sempre accompagnata senza carrozzina e quindi in un modo ho nell'altro riesco a raggiungerli. Ad es. il CASTELLO DEL VALENTINO, LA FACOLTA' DI ARCHITTETTURA. Ma a volte diventa davvero un'impresa, scale senza scorrimano oppure scalini alti, scale a chiocciola. Negli ultimi anni stanno migliorando degli edifici storici, ad es. palazzo Madama. Hanno costruito un ascensore all'interno di una delle torri e all'ingresso ci sono in dotazione delle carrozzine. Invece IL MUSEO ARCHEOLOGICO è completamente accessibile con rampe ovunque. L'incoveniente è che devo avere la carrozzina perché visitare tutto camminando è troppo faticoso. Non esiste la possibilità che abbiano delle carrozzine in dotazione. Secondo me sarebbe importante che in un ambiente così esteso ci fosse questa possibilità. Evidentemente non sanno che ci sono anche disabili che deambulano, in genere questo non viene mai preso in considerazione
 
 
Ci sono dei cinema, (ad es. il REPOSI )in cui esistono le rampe per entrare, peccato però che al momento di uscire sul retro ci siano un sacco di scale che ti impediscono di poter uscire, però chi vede dal di fuori è tutto molto moderno, d’effetto e a norma.
Oppure ci sono dei locali che frequento ad es. c'è un bar-ristorante all'inizio di via Po (BAR ROBERTO) che ha uno scalino molto alto, però c'è il bagno per disabili. Un altro locale (IL MESINO) non ha scalini e senza apparenti intoppi, quando poi devo andare in bagno mi ritrovo il un locale alla turca, a quel punto se è urgente in qualche modo me la cavo, altrimenti se non ne urgente rinunzio, tre bagni e non uno accessibile.
Proprio di fronte allentata del 8 GALLERY recentemente hanno costruito un salone del gusto (EATALY), molto moderno e innovativo. Probabilmente è stato pensato per "superman", perchè non hanno tenuto minimamente conto dell'accessibilità. L’entrata è l'unico punto dove non ci sono scalini, all'interno per mangiare ci sono dei trespoli alti per sedersi e di conseguenza i tavoli innavicinabili, sia per chi è in carrozzina sia per chi è a piedi ma deambula con difficoltà, non esiste una rampa.
Ora, riflettendo su tutte queste nuove costruzione "innovative", sono giunta a una mia personale conclusione: evidentemente ultimamente nella architettura moderna non è concepita la definizione accessibilità per tutti, oppure pensano che siamo tutti de vattussi. Farebbero di tutto per tenere le persone con difficoltà in disparte e fuori dai contatti sociali. L'importante essere competitivi e alla vanguardia. Non ho nessun dubbio, in questo campo stiamo tornando indietro alla grande ed è molto triste da scoprirlo ogni giorno.
 
 
Personalmene sono sempre accompagnata, ma ciò non significa che sia sempre una facilitazione, soprattutto con persone che non conosco bene. La cosa buffa e che non mi chiedono come possono aitarmi, prendono l'iniziativa, si comportano come fossi un "pacco" da spostare da una parte all'altra. Devo spiegare loro quali accorgimenti usare. Ma tutto ciò mi fa arrabbiare e divento sgarbata. A questo punto ovviamente non non si chiedono il motivo della mia irruenza, troppo difficile pensare e non capiscono cosa sta succedendo e si sentono offesi. Paradossalmente sento di dovermi giustificare.
Ci sono veramente poche persone in grado di capire che devono chiedere prima di agire, tenendo conto della mia dignità.
 
Siamo ormai nel 2007 ed è scovolgente parlare ancora di accessibilità, di barriere arc., di come combatterle, di essere definiti disabili, handicappati, oppure inventare la definizione "diversamente abili". Personalmente lo trovo un aggettivo ipocrita, non mi piace e non sento di appartenere a una parola solo perché è moderna. Cambiare un aggettivo non mi rende più o meno fiera, io sono ciò che sono e cioè semplicemente un essere umano come il resto dell'umanità.
A torino lo scorso anno ci sono state le olimpiadi, la città era in fermento e personalmente mi aspettavo dei cambiamenti di cultura. Ricordo che in quel periodo hanno fabbricato degli scivoli trasportabili senza difficoltà, per dare la possibilità alle carrozzine di entrare in tutti i locali. Inizialmente questi scivoli venivano offerti gratuitamente, successivamente i gestori dei locali potevano acquistarli (non credo che il costo fosse esose). Girando per la città con la certezza di vedere che qualcosa stava cambiando, sono rimasta davvero delusa nel scoprire che in realtà pochissimi negozi si erano premuniti per facilitare tutte le persone in difficoltà ad essere autonome. Se nulla è cambiato in tal senso, penso proprio che per il momento non cambierà molto per noi. Certo, ogni tanto parleranno di disabili (scusate diversamente abili), faranno delle conferenze, daranno agli operatori del settore del lavoro per darle un motivo in più per sentirsi importanti e poi tutti a casa felici e contenti per essere stati "famosi" per un po’
 
Obligherei, con sanzioni molto molto rigide, tutti i gestori, di qualsiasi categoria: dal bar all'abbigliamento, all'ottico al mobilifici ecc.. Anche queigli esercizi considerati, per acune persone superflui per un disabile, a rendere tutta la città praticamente e mentalmente accessibile e culturalmemente predisposti. Per es. è così difficile immaginare che una ragazza con problemi motori possa "desiderare" di comprarsi una camicetta di seta, u paio di pantaloni ecc.? Eppure nessuno provvede nei negozi di abbigliamento di costruire dei camerini abbastanza grandi e dotati di maniglie e di un appoggio per potersi cambiare comodamente. Fatto tutto ciò, cambierei la gestione dei vigili urbani e di tutte le forze dell'ordine e farei in modo di controllarli di più. Invece pare che avere bisogno di loro sia diventato un opssional, e li trovi sempre dove non dovrebbere essere. Negli ultimi anni girando per le strade vedere un vigile è qusi un miraggio. Tutti vediamo ciò che non va, ma oltre ad avere troppa paura di parlare e di esporci, siamo menefegristi. Per questo motivo chi ci dovrebbe tutelarci e fare rispettare le leggi ormai non lo fa più. è un gatto che si morde la coda. Ciò accade perchè ci sono molte persone che non sanno cosè la coretteza, che per benevolenza e con qualche escamotage molto equivoco, riescono a farla sempre franca.
Utopia!
Un posto dove riuscire a vivere completamente in autonomia, senza avere bisogno degli altri e chiedere sempre per cortesia o grazie. Ma soprattutto stare sola quando ne ho voglia, non essere sempre circondata da persone, anche quando a volte avrei la neccessita di sentrmi libera dagli altri. purtroppo ciò non è possibile.
Io sogno il giardino dell'Eden, dove possa camminare aggrappata a uno scorrimano in ogni luogo: per strada, nei negozi, a lavorare, a casa. Muovermi normalmente, senza pensare ogni secondo alla mia disabilità e come potermi muovere per fare un banalissimo movimento. Lasciare la mano delle persone e correre lontano.
 
 
L'arco della mia giornata si svolge costantemente a fare i conti con difficoltà fisiche. Personalmente non uso la carrozzina, anche se ho una deambulazione molto faticosa. Solo in situazioni particolari difficili la porto con me. Quotidianamente faccio le mie commissioni e non è facile, devo già sapere in precedenza quali esercizi pubblici possono essere accessibili. Per quanto mi riguarda preferisco i negozi piccoli dove solitamente mi conoscono e non gli ipermercati, li trovo troppo dispersivi. Ovviamente mi rendo conto che i supermercati sono il più delle volte accessibili e molto più spaziosi, anche se a volte mi è successo di trovarmi in difficoltà anche nelle casse per disabili. Se sono in carrozzina non riesco nemmeno a pagare o a vedere la merce perché il bancone è troppo alto Non capisco cosa li fa essere accessibili, forse il cartello blu che c'è sopra il bancone. In alcuni il prezzo sul display della cassa invece è visibili.
La mia banca ha uno scalino molto alto e non c'è rampa, però all'interno non ci sono ostacoli.
Esistono sparsi per la città scivoli in prossimità di incroci, ciò significava poter camminare con un più di facilità. Sfortunatamente non puoi nemmeno essere sicura che si possa passare. Evidentemente ci sono dei automobilisti che non sanno che gli scivoli sono costruiti per poter transitare a piedi e non per posteggiare, ma ciò pare che non venga quasi mai preso in considerazione dai vigili urbani i quali non fanno le multe.
Esiste l'anagrafe GIAIONE della mia zona che per entrare non ha barriere, c'è anche un bancone basso dove chi è in carrozzina può comodamente appoggiarsi e scrivere.
 
Credo che una buona accessibilità garantirebbe una vita un po’ più facile. Soprattutto non dovrei essere constantemente di peso alle persone che mi stanno vicine: famiglia, amici, compagni di vita, colleghi, ecc, e soprattutto a me stessa. Potrebbe sembrare non attinente alla domanda in questione, tuttavia se fossi più indipendente mi darebbe la possibilità di crescere e prendere le mie decisioni automamente. In realtà avere bisogno degli altri significa, in certi casi, essere condizionata e accettare compromessi per poter vivere una vita "normale" e serena.
Molto spesso, soprattutto chi mi vuole bene pensa, in buona fede, di sostituirsi a me credendo così di aiutarmi. La verità e che alcune volte lo fanno per loro stessi, per la loro tranquillità. Invece preferirei essere io stessa a chiedere ciò di cui ho bisogno, ma sembra che ciò non sia concepibile quasi per nessuno
 
 
 
Prodi prima delle elezioni in tutti i dibattiti parlava di pensioni, dei più deboli, poi improvvisamente è cambiato tutto. E' tutto toppo lento, Lui e ciò che sta facendo.
Contavo molto su il Ministro Bersani, sembrava che avrebbe fatto cose "strepitose". Quando ha iniziato a contrattare con i taxisti, sembrava che finalmente gli avrebbe messi in riga. Invece ai primi malumori, alle violenze di questi distinti signori, si è rimangiato alcuni provvedimenti. Che delusione.
La Bresso non mi risulta che da quando è stata eletta, si sia interessata del problemi dei disabili.
Mi rivolgo al Sindaco, l'unica persona che se vuole può fare il suo dovere. Forse non è al corrente, a Torino ci sono dei taxisti che fanno il servizio taxi per disabili con automobili monovolume, cioè molto altre. Non è concepibile che un disabile, o qualsiasi altra persona in difficoltà, si deve "arampicare", non è umanamente possibile e una vera crudeltà.
Avrei una proposta: farei una legge per cui i taxi che vogliono fare il servizio per disabili, devono necessariamente avere un'automobile normale, altrimenti non dare loro questo tipo di servizio. Non è giusto che noi disabili dobbiamo avvertire la centralinista di mandarci per necessità un'auto normale. Noi che usufruiamo dei buoni taxi giustamente li paghiamo, non a prezzo pieno ma comunque non ci vengono regalati.
Anche noi facciamo parte dei cittadini che pagano le tasse e contribuiscono a portare avanti il benessere del nostro Paese, con il nostro lavoro.
Volevo sottolineare che non tutti i taxisti sono sgarbati e odiosi, ci sono persone molto umane e disponibili, per cui come in ogni ambiente c'è il marcio, ma anche tanta umanità.
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