Villa Serego: differenze tra le versioni
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Anziché di [[mattoni]] e [[intonaco]], le grandi [[colonna|colonne]] [[ordine ionico|ioniche]] sono realizzate con blocchi di [[pietra]] [[calcare|calcarea]] appena sbozzati e sovrapposti a creare pile irregolari: il tipo di materiale utilizzato (proveniente dalle [[miniera di superficie|cave]] che i Serego possedevano poco lontano) e la dimensione gigantesca delle colonne contribuiscono a generare una sensazione di potenza mai raggiunta da nessun'altra villa realizzata.
Il committente è il [[Verona|veronese]] Marcantonio Serego, che entra in possesso della proprietà di Santa Sofia nel [[1552]] ma che solamente dal [[1565]] decide di rinnovare radicalmente il complesso edilizio ereditato dal padre. Poche e frammentarie sono purtroppo le notizie che riguardano le vicende costruttive del complesso, che venne realizzato solo in piccola parte rispetto alla grande estensione disegnata da Palladio nei ''[[Quattro libri dell'architettura]]'' ([[1570]]): meno della metà del cortile rettangolare e in particolare la sezione settentrionale.
Nel [[1740]] [[Francesco Muttoni]] poté vedere il tracciato dell’intero cortile scandito dalle basi già poste in opera delle colonne che avrebbero dovuto completarlo. È dunque ipotizzabile che con la morte di Marcantonio negli [[anni 1580|anni ottanta del Cinquecento]] i lavori siano stati definitivamente interrotti, anche se pare dimostrata la volontà di concludere almeno la parte del complesso riservata agli appartamenti signorili.
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