Libido: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua|descrizione=altri significati|titolo=[[Libido (disambigua)]]}}
{{C|Completamente da riscrivere. Non è assolutamente chiaro quali parti siano opinioni dell'autore della voce e quali riportino invece le idee di Freud. Non è neanche chiaro se si parla della libido secondo Freud, o secondo Freud e Jung, o secondo un ipotetico punto di vista assoluto. Manca una definizione chiara dei concetti e in generale ricorrono parti poco leggibili. Impostazione non enciclopedica.|psicologia|dicembre 2007}}
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Per Jung a differenza di Freud i simboli che fanno la cultura non sono una maschera di forze "basse" e naturali, cioè sessuali, ma i simboli culturali hanno la stessa dignità di prodotti "naturali" come le pulsioni sessuali, ed è proprio per questo che, per fare un esempio, la mistica che intrattiene rapporti spirituali con il suo Dio può finanche raggiungere l'orgasmo come qualsiasi donna con un uomo concreto (per esempio l'Estasi di Santa Teresa d'Avila|scultura del Bernini)che immortala Teresa d'Avila attraversata dall'estasi spirituale.
La libido che è stata veicolata su quell'essere spirituale procede nel suo percorso infinito senza produrre quei fenomeni di stagnazione della libido indagati dalla psichiatria che sono alla base dell'eziologia delle nevrosi e in maniera molto più complessa delle psicosi. Ecco perché Jung è restio ad usare il termine freudiano di sublimazione che a suo parere è svalutativo della funzione simbolizzatrice propria della sola specie umana, preferendo a questo termine quello di trasformazione della libido. Freud vede nella sublimazione la sostanziale malattia dell'uomo e Jung un percorso evolutivo verso la
Il fatto poi che la stagnazione della libido quale vero agente patologico produca quello stato di disagio rappresentato da una sempre più insostenibile tensione nervosa anziché costituire come comunemente si pensa una malattia, è indice al contrario di una sostanziale sanità dell'individuo a cui il destino evolutivo concede di patire la sofferenza del mondo per risolverla in prima persona anziché perpetuarla all'infinito demandandola ad altri.
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