Ca' d'Oro: differenze tra le versioni

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==La storia==
Il palazzo fu edificato tra il [[1421]] ed il [[1440]] circa su commissione del mercante veneziano [[Marino Contarini]].
L’edificio non ebbe un unico progettista, ma fu il frutto del lavoro di più maestri, coordinati da Marino Contarini stesso. Tra di essi vi furono certamente [[Marco d’Amedeo]], probabilmente direttore dei lavori, lo scultore milanese [[Matteo Raverti]], i veneziani [[Giovanni e Bartolomeo Bon]] e il francese [[Jean Charlier]], citato nei documenti di spesa a tutt’oggi ancora conservati, come [[Jean Charlier|Zuanne de Franza]], che si occupò della doratura e coloritura finale della facciata.
Dopo la morte di [[Marino Contarini]] nel [[1441]], e in seguito a quella dell'unico figlio Piero, la Ca' d'Oro fu divisa tra le figlie di quest'ultimo, innescando, nei secoli successivi, una lunga serie passaggi di proprietà e di conseguenti alterazioni che ne mutarono la fisionomia, specialmente all'interno, proprio a causa delle differenti necessità abitative.
Solo verso la fine del [[XIX secolo]] la Ca' d'Oro, per decisione di [[Alessandro Trubetzkoi]], il proprietario di allora, fu sottoposta ad un restauro di cui fu incaricato l'architetto [[Giovan Battista Meduna]]. Meduna modificò pesantemente la facciata ed anche l'interno del palazzo.
Nel [[1894]] l'intero edificio fu acquistato per 170.000 [[Lira italiana|lire]], (un notevole esborso per l'epoca,) dal [[barone]] [[Giorgio Franchetti]], che volle intraprendere un attento restauro filologico dell'edificio, tentando di riportarlo il più possibile vicino alla morfologia quattrocentesca.
Fin da principio il suo scopo non fu quello di fare della Ca' d'Oro la sua abitazione, ma di ospitarvi la propria collezione di opere d'arte per renderla visitabile al pubblico.
Nel [[1916]] Franchetti stipulò un accordo con lo Stato Italiano nel quale si impegnò a cedere il palazzo al termine dei lavori in cambio della loro copertura finanziaria. Il [[18 gennaio]] del [[1927]] venne inaugurato il museo intitolato "Galleria Giorgio Franchetti" alla memoria del barone, scomparso nel [[1922]].
 
==L'edificio==
La denominazione deriva dal fatto che in origine alcune parti della [[facciata]] erano ricoperte d'[[oro]]. Questa rifinitura faceva parte di una complessa [[policromia]], oggi scomparsa, che decorava la facciata, ritenuta uno dei massimi esempi del [[gotico]] fiorito a [[Venezia]]. Essa si caratterizza per la marcata asimmetria tra la parte sinistra, in cui si sovrappongono tre fasce traforate (portico al piano terra e loggiati ai piani superiori), e l'ala destra, in cui prevale la muratura rivestita di marmi pregiati con singole aperture isolate. Tale asimmetria non è dovuta alla mancanza di un'ala sinistra, ma fu una scelta dettata dallo stretto lotto disponibile; l'edificio non è quindi incompiuto. Nell'aspetto esteriore presenta diversi elementi di contatto con [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]] (la cui attuale sistemazione esterna è infatti in parte coeva), come le forme del traforo del primo piano e la fascia merlata di coronamento.
Internamente l'edificio ha una [[pianta (architettura)|pianta]] a forma di C articolata attorno ad una [[corte (Venezia)|corte]] scoperta, al centro della quale è posizionata una grande [[vera dadi pozzo]] unin [[marmo broccatello]] di [[Verona]], realizzata da [[Giovanni e Bartolomeo Bon|Bartolomeo Bon]] nel [[1427]], cheil quale vi scolpì su tre lati, tra un ricco fogliame, le [[allegoria|allegorie]] femminili della Giustizia, della Fortezza e della Carità. Come consueto nelle dimore veneziane, alle ampie logge della facciata corrispondono all'interno dei lunghi saloni, detti ''portego'' che attraversano l'edificio in tutta la sua profondità.
 
===Il pavimento marmoreo===
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==Il museo==
La galleria ospita la collezione di opere d'arte raccolta da Giorgio Franchetti nella sua vita.
In seguito alla donazione allo Stato italiano ([[1916]]) e in vista dell'allestimento del museo, alla collezione Franchetti furono affiancate alcune raccolte statali da cui provengono la maggior parte dei bronzi e delle sculture esposte, oltre a numerosi dipinti veneti e fiamminghi. Tra le opere di maggior pregio vi sono il ''[[San Sebastiano]]'' di [[Andrea Mantegna]], la ''[[Venere (divinità)|Venere]] alla specchio'' di [[Tiziano]], vedute di [[Francesco Guardi]], la ''Venere dormiente'' di [[Paris Bordone]] e ampie porzioni degli affreschi provenienti dalla facciata del [[Fondaco dei Tedeschi]] di Venezia.
Oltre alle sale espositive, il museo ospita vari laboratori per la conservazione e il [[restauro]] di opere d'arte.
 
==Galleria di immagini==
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Image:Ca' D'Oro (particolare).jpg|Ca' d'Oro (particolare)
Image:Ca'_D'Oro.jpg|L'isolato
Image:Ponti,_Carlo_(ca._1823-1893)_-_Venezia_-_122_Palazzo_detto_Ca'_d'oro.jpg|La facciata dopo i lavori di G.B. Meduna
Image:Venezia - Ca' d'Oro 02.jpg|Cortile interno
Image:Venice - Well.jpg|Pozzo[[Vera di pozzo]] rinascimentale in marmo brocatello neldel cortile del palazzointerno
Image:Venezia - Ca' d'Oro 03.jpg|Polifore del cortile interno
Image:Venezia - Ca' d'Oro 04.jpg|Il loggiato dall'interno
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